La Cgil: “Siamo già autonomi dalla politica e la Camera del lavoro di Viareggio non chiuderà”

Nessuna chiusura o ridimensionamento per la Camera del lavoro di Viareggio in caso di unificazione con la sede di Massa Carrara. E’ quanto afferma attraverso un’ampia nota la Cgil provinciale, nota in cui sottolinea il “continuo attacco politico” al sindacato che ormai “prescinde dal merito delle questioni”. E al centro della polemica c’è appunto il possibile accorpamento con la sede apuana.
“Stiamo procedendo all’elaborazione di una proposta, la cui natura è assolutamente complessa, che vede nell’unificazione con la Cgil di Massa Carrara, un possibile soluzione di valorizzazione delle esperienze e delle risorse sindacali delle due realtà, per dare risposte adeguate alla contrattazione, alla tutela collettiva ed individuale, al confronto con istituzioni e categorie economiche. La proposta tiene in considerazione anche gli assetti produttivi, istituzionali e dei servizi, già comuni nelle due province quali lapideo, nautica, turismo, etc.. Appena il progetto sarà completo, saranno gli iscritti attraverso le assemblee, a pronunciarsi sulla sua realizzazione o meno, come prevedono le nostre regole democratiche”. Realizzazione che tuttavia non porterà, così assicurano dal sindacato né al ridimensionamento né, tantomeno, alla chiusura della Camera del lavoro di Viareggio come di altre, “al contrario le si vuole rendere più partecipate ed adeguate ai bisogni della nostra platea di rappresentanza. E’ chiaro che un progetto del genere, comporta una revisione degli assetti organizzativi, coinvolge i ruoli dei vari dirigenti sindacali, ma questo non può rappresentare un ostacolo, né peggio essere avversato in nome della difesa corporativa delle condizioni individuali o di gruppo”.
E la segreteria provinciale rimanda al mittente le accuse di scarsa autonomia dalla politica, dopo la raccolta firme promossa da Maurizio Del Bucchia della Rsa del Conad Alpi di Camaiore assieme ad un gruppo di delegati di vari settori a sostegno, tra l’altro, di Massimiliano Bindocci, il responsabile di zona “fresco” di rimozione: “Crediamo sia sufficiente l’esame dei numerosi documenti, delle iniziative sul Jobs Act e sulle pensioni, della contrattazione aziendale e sociale per avere il quadro completo di fatti concreti che dimostrano la piena autonomia. Non lasceremo che a decidere il futuro della Cgil provinciale, siano chiamati i soggetti più eterogenei e lontani dalla nostra organizzazione, inclusi quelli da sempre avversi ai nostri valori ed al nostro ruolo, che improvvisamente si schierano a difesa di questo o di quel dirigente della Cgil. E’ nel confronto di merito che si esercita l’attività sindacale, respingiamo quindi gli atti strumentali che si stanno manifestando torbidamente in questi giorni, continuando a lavorare verso una discussione seria ed approfondita come vogliamo ci sia, invitando iscritti e lavoratori a non cedere alle lusinghe strumentali di certi raccoglitori di firme, il cui fine è alquanto incerto, se non screditare e gettare fango sulla Cgil ed i suoi dirigenti, ma questa pratica non rende più libero nessuno”.