Protesta mense, è scontro dopo l’assemblea di Saltocchio



Prezzi, qualità e quantità. Continua a non convincere i cittadini del Morianese il servizio mensa nelle scuole del territorio. E dopo le polemiche e le proteste con lo “sciopero del panino” della scorsa settimana ieri sera (1 ottobre) a Saltocchio si è tenuta la riunione fra cittadini e amministrazione per discutere sul tema. A rispondere alle domande della gente il vicesindaco, con delega alla scuola, Ilaria Vietina, accompagnata dalla consigliera comunale ed ex vicesindaco Carla Reggiannini, dirigente scolastica. La vicesindaco Vietina ha puntato il dito sulla disinformazione delle novità del servizio mensa, e in particolar modo sull’introduzione delle nuove modalità di calcolo del prezzo del servizio, legate all’Isee.
Che hanno portato di conseguenza all’aumento del costo del servizio di 0,90 centesimi a pasto solamente per le fasce di reddito più alte e non per tutti. Ma il problema sollevato dai tanti genitori presenti alla riunione è stato più che altro quello del rapporto qualità prezzo. In molti, infatti, si sono detti anche disponibili a pagare di più il prezzo del servizio in cambio di una migliore qualità dei pasti serviti. Critiche, poi, sono arrivate anche al nuovo sistema delle schede di valutazione, che permette ai geniitori di controllare personalmente la qualità del cibo servito e sporzionato nelle scuole per poi inviare il resoconto attraverso delle schede di valutazione: “Questo sistema non funziona – hanno detto alcuni dei presenti – Siamo stati a mensa e abbiamo mandato i resoconti richiesti, ma niente, nel servizio, è cambiato”. Le richieste sono state quelle dell’introduzione di una differenziazione dei menu per fasce di età e di una migliore qualità delle materie prime servite. Di qui la provocazione all’assessore: “Vada personalmente – ha detto – un giorno a sedersi con i bambini a mensa invece di venire solo per farsi fotografare. Così anche lei valuterà la qualità del servizio offerto”.
In alternativa i genitori propongono di aprire alla possibilità di portarsi il cibo da casa per chi non volesse usufruire della mensa. Ipotesi rigettata dall’amministrazione perché non prevista per problemi igienico-sanitari.
Le critiche, poi, si sono incentrate sull’assenza della ditta che ha in appalto il servizio alla riunione, così come della nutrizionista che ha confezionato i menu e della commissione incaricata per i controlli. Una questione che riguarda non solo gli abitanti di Ponte a Moriano ma i 5mila iscritti alle mense del territorio. Alcuni dei quali chiedono una maggior attenzione nell’attuazione del contratto di appalto con la ditta o, in alternativa, l’annullamento del rincaro previsto dall’ammministrazione. E se sul promi tema l’assessore Vietina ha dato ampia rassicurazione e disponibilità, sul secondo lo scontro rimane aperto. E non è escluso che lo “sciopero del panino”, che poi consiste nell’andare a prendere i figli a scuola nell’orario della mensa per poi riportarli in aula, possa proseguire anche nelle prossime settimane.