
Nel giorno della presentazione dei consiglieri delegati del Pd per la nuova Provincia di Lucca anche il centrodestra, ritrovatosi unito proprio per l’appuntamento del voto di Palazzo Ducale, prosegue senza indugi nel suo tentativo di riorganizzazione. All’orizzonte, infatti, ci sono gli appuntamenti amministrativi del 2016 e l’intento è quello di riproporre l’esperienza delle provinciali, ovvero la creazione di liste unitarie con il contributo di partiti e liste civiche, in grado di attirare il voto non solo di area ma anche quello dei delusi delle amministrazioni di centrosinistra. E in questo percorso ieri sera (5 ottobre) si è tenuto un altro importante passaggio: la prima autoconvocazione di eletti e simpatizzanti dell’area di centrodestra successiva al voto delle provinciali.
Che si è aperto con un doveroso tributo al sindaco di Altopascio, Maurizio Marchetti, ancora ricoverato dopo un grave malore all’ospedale fiorentino di Careggi. A portare la voce di Forza Italia all’assise, però, c’era il vicecoordinatore regionale, il sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni. Presenza che, in un dibattito acceso, non ha mancato di far emergere una dicotomia ancora presenza fra la posizione dei vertici di Forza Italia e quel movimento “dal basso”, promosso dal sindaco di Montecarlo Vittorio Fantozzi.
Da una parte, infatti, il partito azzurro che, a differenza delle posizioni più concilianti di Lega Nord e Fratelli d’Italia, almeno per bocca di Mallegni vuole sì aprirsi alla “base” ma mantenere una posizione di guida di questa fase di riorganizzazione. Dall’altra la vasta galassia di liste civiche, movimenti dei cittadini e associazioni che invece vorrebbe più democraticità e collegialità nelle decisioni, che rappresentino le istanze dei territori e dei cittadini e delle diverse sensibilità presenti nell’area di centrodestra.
Pur nella diversità di posizioni, e andando oltre le accuse di verticismo lanciate da molti, anche nella stessa Forza Italia, al dirigente di partito e sindaco di Pietrasanta, “reo” di proseguire la sua attività politica senza tener conto o ascoltare i sentimenti degli iscritti, si è comunque deciso per un passo concreto. Ovvero una nuova autoconvocazione per la nascita di un coordinamento provinciale che, in una prima fase, veda la presenza di segretari di partito e di tutti gli eletti nel territorio nelle liste civiche di centrodestra, ma che si apra ben presto anche al civismo di area, ascoltando e tenendo presenti le voci di associazioni, cittadini, liste civiche ancora non rappresentate nei diversi consigli comunali. Una sorta di assemblea che, dopo aver stilato un documento per il proprio funzionamento, prenda le decisioni sulle strategie da attuare nelle diverse situazioni con la volontà di aggregare e non di dividere fra mille distinguo coloro che si riconoscono in un centrodestra che, negli ultimi anni, si è sempre di più sfaldato e che non ha chiari punti di riferimento.
Da questo nuovo coordinamento, se non ci saranno fratture, dovranno emergere programmi, candidature, progetti e strategie che già nel 2016 potrebbero sfociare in liste unitarie o comunque, nei comuni sopra i 15mila abitanti, in coalizioni condivise che ambiscano a invertire il trend pro-Pd che si è verificato nelle ultime consultazioni. A questo punto la questione sta anche nei tempi di questa autoconvocazione. La “base” vorrebbe tempi rapidi e nessun indugio nel costituire questo nuovo organismo assembleare, qualcun altro, Mallegni in primis, vorrebbe invece passare da una sorta di “stati generali” aperti anche alla società civile, alle associazioni di categoria, alle fondazioni. Scelta, quest’ultima, che potrebbe però allungare i tempi , magari in attesa di segnali da Roma. Per una partita che resta ancora tutta da giocare.
Enrico Pace