
Un festival della durata di due mesi al teatro del Giglio (gennaio e febbraio) a partire dal 2017: Puccini World, questa la nuova grande iniziativa di Andrea Colombini, presidente e direttore artistico del Puccini e la sua Lucca Festival, svelata in anteprima stamani (9 ottobre) nell’ambito della conferenza di LuBec, La musica come leva di valorizzazione dei territori.
“Affitteremo il teatro cittadino per questi due mesi di bassa stagione – afferma Colombini – per proporre un avvenimento unico nel suo genere, al punto che ha già riscosso l’appoggio di finanziatori internazionali. Proporremo quattro grandi opere pucciniane (La Boheme, Tosca, Madama Butterfly, Turandot) se non cinque, cinque concerti lirico sinfonici, una serata ad hoc per il periodo del carnevale, un concerto di musica sacra pucciniana (la Messa ed il Requiem) ed un corso di formazione lirica per cantanti di opere pucciniane. Per quest’ultima iniziativa, suscettibile di coinvolgere moltissimi giovani e meno giovani, chiederemo il sostegno dell’istituto musicale Boccherini. Verrà inoltre riproposta ed arricchita la splendida mostra già presentata lo scorso anno dal teatro, relativa a costumi di scena utilizzati nelle opere pucciniane e non soltanto”. Nei due mesi interessati saranno oltre 500 i lavoratori interessati e Colombini apre ad ogni forma di collaborazione ulteriore, “perché l’evento -dice – porterà visibilità, indotto e lustro alla città, coinvolgendone tutte le forze”.
“Si tratta di un grande progetto culturale, economico e turistico – continua – capace di rilanciare la città di Lucca, nel segno di Puccini. L’Orchestra Filarmonica di Lucca sarà protagonista dell’evento e ci saranno tre rappresentazioni per ogni opera, per un totale di 12 serate. Il cast sarà composto da nomi di levatura internazionale, anche se il nome più grande è quello di Giacomo Puccini ed abbiamo già preso accordi per scenografie e costumi. Questo Festival è già programmato per una durata decennale: il fatto che altre realtà vivano un momento di crisi deve essere un incentivo in più per Lucca ad assumere la posizione di faro per quanto riguarda il binomio con Puccini. Non soltanto, le opere, una volta messe in scena, diventeranno patrimonio del teatro: potranno dunque essere ripetute e rivendute”.
“Prima di noi la presenza di Puccini a Lucca non esisteva: adesso coordiniamo insieme alle istituzioni quello che di buono già c’è nel tessuto associativo del territorio”: aveva iniziato così il suo discorso Andrea Colombini, presidente e direttore artistico del Puccini e la sua Lucca Festival, chiamato ad intervenire nell’ambito della conferenza organizzata da LuBec, alla quale ha preso parte anche il sindaco Alessandro Tambellini. Colombini è stato invitato anzitutto per parlare dell’esperienza virtuosa da lui portata avanti ed ha fornito la carta d’identità del festival: “Prima di tutto dobbiamo ringraziare il dottor Gaetano Scognamiglio, Fondazione Promo Pa e LuBec per la loro sensibilità rispetto a questi temi. Siamo l’unica manifestazione pucciniana permanente e, dal punto di vista turistico, da 12 anni colmiamo quella incredibile lacuna che era legata al nome e all’opera del maestro. L’idea di fondo che muove il nostro operato è chiara: coniugare la grande cultura allo sviluppo economico e, risultati alla mano, ci stiamo riuscendo con successo”. In questo senso, Colombini ricorda i numeri che fanno del Festival, un punto fermo per il binomio Puccini-Lucca sul territorio e fuori dai suoi limiti: “Nell’ultimo anno il nostro pubblico ha toccato le 49mila presenze – afferma – con il 99,99% di spettatori stranieri. Essendo attivi per 365 giorni all’anno intercettiamo flussi turistici in ogni stagione e abbiamo contatti con oltre 30 tour operator. Il nostro sito, creato quando ancora nessuno sapeva comprendere l’importanza di questa risorsa, conta oggi più di tre milioni di utenti e siamo la prima attrazione lucchese sulla mecca dei portali turistici, TripAdvisor. I nostri interpreti, musicisti e cantanti, sono tutti professionisti impegnati sui maggiori palcoscenici in Italia e all’estero e, a proposito di esperienza formativa, sono chiamati a confrontarsi ogni sera con un programma differente, con un leit motiv ad hoc. Mettiamo Puccini a confronto con altri grandi autori, suscitando una relazione che alimenta costantemente l’interesse del pubblico. A proposito di ‘fare cultura’, ad oggi abbiamo prodotto 4160 spettacoli ed il programma è già delineato da qui al 2018. Ci poniamo sulla stessa lunghezza d’onda del trend europeo e mondiale, proponendo spettacoli alle 19 e non facendo pagare diritti di prevendita”.
Il festival (creato nel 2004) è interamente privato da due anni, non percependo più alcun contributo di natura pubblica: “L’87 per ento delle necessità sono coperte dagli incassi – spiega Colombini – che vanno a finanziare anche le nostre 45 serate di musica sinfonica annuali, con l’Orchestra Filarmonica di Lucca da me diretta e non soltanto. Dobbiamo ringraziare anche le due fondazioni bancarie cittadine per il loro sostegno alle serate in parola, perché comprendono l’importanza della nostra missione culturale e turistica. Non puntiamo sulla rinomanza degli interpreti, ma sul prestigio di chi viene eseguito. Concordo con il sindaco quando dice che l’attività musicale deve essere coordinata, ma aggiungo che bisogna farlo in modo liberale. Non è necessario creare nuove risorse, perché il tessuto culturale associativo lucchese è vastissimo: bisogna riuscire a coordinare quello che già esiste, risparmiando così non poche risorse economiche e facendo leva su realtà cittadine virtuose. La figura di Giacomo Puccini deve essere la grande leva di questo territorio, perché il maestro non appartiene ad un solo luogo. Se oggi siamo l’unico punto fermo per quanto riguarda l’opera di Puccini, appurando con dispiacere anche le difficoltà di altre entità vicine, lo dobbiamo soprattutto alla nostra dedizione e al nostro intuito, alla forza che ci ha fatto proseguire anche quando le amministrazioni hanno tentato di ostacolarci, interpretando Puccini come una risorsa soltanto politica. Se oggi siamo seduti intorno ad una tavola rotonda per parlare di Lucca e di Puccini è perché questo discorso, nel 2004, lo abbiamo avviato noi”.