Segnali di ripresa per l’artigianato. Boom metalmeccanica






Artigianato lucchese, segnali di ripresa. E’ quanto emerge dal rapporto congiunturale consuntivo 2014 della Cna Toscana presentato questa mattina (9 ottobre) in Camera di Commercio. Una ripresa economica ancora non del tutto conclamata, ma che presenta dati che fanno sperare soprattutto in proiezione. In particolare è boom, nel 2014, per la metalmeccanica, che risente positivamente della ripresa della nautica e della tenuta del cartario, mentre i dati negativi provengono dai settori del legno e dei mobili e dai servizi alle imprese.
Ad esporre i dati, elaborati dalla Local Global Sas per conto dell’associazione di categoria, il neopresidente Andrea Giannecchini e il direttore Stephano Tesi, alla presenza di Ademaro Cordoni in rappresentanza della Camera di Commercio. I “numeri” riguardano il settore dell’artigianato e delle imprese un po’ più strutturate (e non iscritte all’albo artigiano), comunque fino ai 10 dipendenti, che sono iscritte a Cna. E confermano un trend che è nazionale: “In Italia – spiega Giannecchini, dopo 6-7 anni di crisi ci sono avvisaglie di ripresa economica negli indici principali, ovvero il Pil, l’occupazione e, elemento più importante di tutti, gli investimenti. Questo significa che è tornata la fiducia che porta a reinvestire nelle aziende. Tutto questo arriva dopo un periodo, che va dal 2008 a oggi, in cui in Toscana si sono perse quasi 9mila imprese artigiane di cui 2mila solo nel 2014. Una carneficina, insomma, per cui accogliamo positivamente queste avvisaglie di una inversione di tendenza. A questo punto ci sarà da capire se si tratta o meno di un dato strutturale”.
Gli indicatori generali li espone Andrea Manuelli della Local Globas Sas: “I principali indicatori – dice – parlano per il 2014 di un notevole calo del fatturato, del 5,7%, che è superiore al dato regionale e conferma la tendenza degli ultimi anni. Ma ci sono altri dati contrastanti. Se da una parte calano i costi delle utilities aziendali, definiti consumi, infatti, aumentano le retribuzioni. Due dati, questi, che servono a capire l’andamento della produzione: da una parte, insomma, si spende di meno perché cala la produzione, dall’altra sul fronte dell’occupazione non ci sono variazioni significative”. Ma il dato più rilevante è quello degli investimenti: “Sono in grande crescita – dice Manuelli – e precisamente del 41,3% nel 2014. Questo significa liquidità, fiducia e capacità di ottenere gli investimenti necessari. E fa pensare a una svolta nelle aspettative degli artigiani per la ripresa dell’intero settore”.
Entrando nel dettaglio a “volare” è la metalmeccanica, che registra un aumento del fatturato nel 2014 dell’11,9 per cento. “E’ come se – spiega ancora Manuelli – se si fosse anticipato di un anno la ripresa dalla crisi”. “La metalmeccanica – chiosa Giannecchini – è fortemente legata al settore della nautica che ha subito in questi anni un forte processo di riorganizzazione, che ha permesso di mantenere complessivamente la leadership mondiale”.
Chi va male, invece, è il settore del legno e dei mobili, con una flessione significativa che fa seguito ad un anno già negativo come il 2013 ma che potrebbe essere anche considerata come un rimbalzo “tecnico” dopo i buoni risultati degli anni precedenti. “Nel complesso – conclude Manuelli – il manifatturiero chiude con un calo di fatturato complessivo dell’1 per cento, che è molto basso e comunque migliore del dato regionale. Peggiore, invece, la situazione dei servizi che, soprattutto per la diminuzione del fatturato dei servizi alle imprese, perde in un anno il 10,5 per cento”.
Discorso a parte merita il settore delle costruzioni, il 95 per cento del quale è composto indicativamente da imprese artigiane. “Qui – dice Manuelli – la flessione c’è ma è comunque meno forte di quella regionale e anche in questo caso fa ben sperare per il futuro”.
Il direttore di Cna, Stephano Tesi, entra nel dettaglio sullo stato di salute dell’artigianato lucchese: “Al 30 giugno 2015 – dice – in provincia di Lucca erano presenti 36974 imprese di cui il 32,5 per cento artigiane. Veniamo da anni di forte contrazione, che hanno avuto un picco fra il 2012 e il 2013 ma che fortunatamente sta rallentando. Si sono perde per la strada circa 2700 imprese in 6 anni ma nel 2015 si rileva una riduzione tendenziale della forbice fra nuove iscrizioni e cessazioni”. “Il settore artigiano – prosegue Tesi – è sostanzialmente diviso in tre: le costruzione che comprendono il 44.65% delle aziende, il manifatturiero, che vede in attività i coproduttori dei comparti della nautica, della meccanica, del legno, del marmo e del calzaturiero e i servizi. Sono questi ultimi che hanno subito la crisi maggiore in quanto le aziende in difficoltà hanno deciso di riportare al loro interno servizi prima esternalizzati”. Il saldo, comunque, se da una parte vede un dato negativo nel settore delle costruzioni, che ha perso oltre 1000 imprese fra il 2014 e la prima metà del 2015, è in positivo sia per le costruzioni sia per i servizi”.
“A questo punto – chiude Tesi – quello che sta mancando è il mercato interno. Ma intanto le banche stanno tornando a concedere finanziamenti e questo significa che ripartono i mutui, le ristrutturazioni. E se finora l’artigianato ha ceduto adesso ci sono tutti i segnali per la ripresa con un artigianato non più residuale ma che può allargare i mercati e rispondere con la qualità”.
Analisi confermata anche da Ademaro Cordoni, presidente di Confcommercio e componente della giunta camerale: “Veniamo da anni drammatici – dice – di crisi, che ha colpito soprattutto il settore delle costruzioni ed ha avuto un effetto domino anche su altre attività imprenditoriali. Ma nella nostra provincia regge il dato delle esportazioni, che ha permesso di resistere un po’ meglio alla crisi, in attesa della ripresa dei consumi interni e delle famiglie. Speriamo comunque che sia l’ultimo anno con il segno meno”. “Lucca in particolare – commenta ancora Cordoni – viene da un periodo eccezionale sotto l’aspetto turistico. Speriamo che non si ripiombi nel periodo negativo nella bassa stagione e che si cementi la ripresa”.
Cna, in questo senso, è in prima linea anche a livello nazionale: “Siamo impegnati – chiude Giannecchini – in una battaglia importante sui temi della tassazione, della contabilità semplicata, dell’abbassamento dei limiti per l’accesso agli appalti. Chiediamo poi che i processi di riorganizzazione legislativa avvengano nel minore tempo possibile e con il confronto con le associazioni di categoria”.
L’obiettivo, per tutti, è di rendere strutturale la ripresa e dare un po’ di respiro ad un’economia che ha sofferto e non poco. Ma che finalmente inizia a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel.
I dati nel dettaglio
Il 2014 offre un quadro in chiaroscuro dell’economia artigiana lucchese: in negativo i ricavi ed i consumi, mentre chiudono l’anno in campo positivo le retribuzioni e gli investimenti. Con 885,3 milioni di euro di fatturato, l’artigianato e la piccola impresa della provincia di Lucca chiude l’anno con un -5,7%, dato peggiore dell’omologo valore regionale (-4,4%). Ancora più intenso l’arretramento dei consumi (-8,7%), a segnalare un arretramento dei livelli di produzione. Leggera crescita, invece, si osserva per le retribuzioni (0,8%), che replicano il dato positivo dell’anno precedente e mostrano perciò una positiva tenuta dei livelli occupazionali. Più confortante la performance degli investimenti, che crescono su base annua di circa 5,6 milioni di euro ma che per loro natura sono soggetti a sbalzi e fluttuazioni signficative.
Entrando nel merito dei singoli settori, le Costruzioni si confermano il principale comparto produttivo in termini di valore prodotto. Il fatturato segna un calo netto (-4,3%), conforme con il dato a livello regionale (-5,7%): da segnalare la bassa elasticità delle retribuzioni, che si attestano sostanzialmente sugli stessi livelli del 2013. Il Manifatturiero mostra a livello aggregato una buona tenuta, frutto però di una situazione estremamente diversificata al suo interno: alla crisi di alcuni settori di media dimensione (legno -21,1%; pelle -7,7%) fa da contraltare la crescita della Metalmeccanica (+11,9), che si conferma cuore pulsante dell’industria manifatturiera lucchese. In generale, quindi, il settore presenta un andamento eterogeneo. I servizi offrono un quadro con più ombre che luci: il fatturato cala del 10,5%, complice la decisa contrazione dei Servizi alle imprese.
In generale, la situazione dell’economia lucchese appare quindi ad bivio: al netto degli imprevedibili mutamenti macroeconomici, i prossimi mesi sapranno dirci se il 2014 è stata una battuta d’arresto rispetto ad un 2013 non negativo, se considerato con le nuove stime qui prodotte che hanno beneficiato di metodologie statistiche migliorate ed hanno compreso anche le piccole imprese non artigiane. Al tessuto produttivo del territorio il compito di indirizzare le performance dell’economia locale nell’uno o nell’altro verso, consapevole del fatto che la ripresa duratura dei comparti economici non potrà passare che dall’innovazione e da strategie di rete volte anche ad aggredire maggiormente i mercati internazionali. Le evidenze osservate rispetto alla spesa per investimenti, in tal senso, lasciano il campo aperto a maggiori possibilità di un’inversione di tendenza nel futuro.
Nonostante i segnali di miglioramento mostrati alla fine del 2013, lo stato di salute dell’economia lucchese non può ancora dirsi buono, i principali indicatori su base annuale dimostrano infatti che l’inversione di tendenza non è ancora compiuta. È sufficiente vedere i dati relativi al fatturato 2014 (885,3 milioni di euro), in calo di oltre 50 milioni, con una variazione negativa del 5,7%, una flessione superiore, in termini relativi, a quella registrata durante l’anno a livello regionale (-4,4%). Andamento dicotomico per ciò che riguarda i fattori di costo: i consumi evidenziano un arretramento in termini percentuali (-8,7%) superiore a quello del fatturato e più elevato anche rispetto al valore medio toscano (-5,7%), segnale di un evidente calo dei volumi produttivi registrati in corso d’anno per l’artigianato e la piccola impresa lucchese. Sul versante delle retribuzioni, invece, l’indicatore rimane stabile nel 2014, con una leggera crescita (+0,8%) che rassicura rispetto alla tenuta dei livelli occupazionali. Altro dato positivo riguarda la spesa in investimenti del tessuto produttivo lucchese, che nel corso del 2014 è cresciuto di circa 5,6 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Tale indicatore, guardando oltre la congiuntura critica evidenziata con riferimento ai ricavi, ci restituisce invece un’immagine più positiva del clima di fiducia delle imprese che, nonostante le difficoltà, stanno puntando su innovazione e competitività, o comunque sono coerenti con aspettative di ripresa.
Le tendenze settoriali
Il primo semestre del 2014 evidenzia un quadro congiunturale difficile per l’artigianato nella provincia di Lucca: in tutti i macrosettori il fatturato registra una contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli altri indicatori indicano un andamento meno regolare, imponendoci un’analisi più dettagliata del trend per macrosettore. L’edilizia conferma il suo ruolo preponderante nel tessuto produttivo lucchese, con 311,1 milioni di euro di fatturato, registrando una flessione (-4,3%) comunque inferiore rispetto al valore toscano (-5,9%). Un arretramento deciso, ma comunque inferiore a quello registrato negli anni passati: l’auspicio è che la crisi possa progressivamente arrestarsi per questo settore che più di altri ha vissuto forti criticità a partire dal 2008. Le retribuzioni evidenziano una leggera crescita e ciò rappresenta evidentemente un dato positivo rispetto alla tenuta dei livelli occupazionali all’interno di un settore fortemente labour-oriented. Il manifatturiero è, tra i macrosettori qui presi in considerazione e relativi all’artigianato e alla piccola impresa lucchese, quello che sembra mostrare una maggior capacità di tenuta: il fatturato registra un calo di 2 milioni di euro (-1%), un dato comunque confortante visto il netto arretramento avvenuto a livello toscano (-4,1%). In linea generale, va anche rilevato come la tenuta del fatturato nel 2014 non abbia fermato la crescita delle retribuzioni, in costante aumento dal secondo semestre del 2012. Numeri significativi, ma che meritano un’analisi più approfondita: dietro una situazione generale di apparente stallo, si nascondono variazioni molto più rilevanti, che evidenziano forti criticità in alcuni settori e evidenti segnali di ripresa in altri.
La metalmeccanica, storicamente il comparto più forte della manifattura lucchese, registra una crescita notevole (11,9%), che contribuisce in maniera determinante alla tenuta del macrosettore e alla lievitazione del dato relativo alle retribuzioni. Non va altrettanto bene la situazione per il legno, che aveva registrato un boom simile nel corso del 2013: i ricavi sono superiori a quelli di due anni fa, ma lo stop va a incidere pesantemente sulle retribuzioni, in picchiata dal primo semestre del 2014. Il terzo settore in ordine di fatturato, gli Alimentari, registra invece un saldo positivo di quasi 1 milione di euro (+1,6%), in controtendenza con il risultato negativo che si registra a livello regionale (-1,4%).
Per quanto riguarda, infine, il terziario artigiano lucchese, la situazione appare più preoccupante: nell’ultimo anno, il comparto registra un calo di fatturato di quasi 40 milioni di euro (-10,5%), smentendo i buoni risultati raggiunti nel 2013. La principale causa di questo crollo va ricercata nei Servizi alle imprese, il cui fatturato segnala un calo di oltre 35 milioni di euro rispetto all’anno precedente: da notare comunque la sostanziale tenuta delle retribuzioni. I Servizi alle famiglie, al contrario, confermano il trend del 2013 e vedono un’ulteriore crescita: aumenta il fatturato (+5,1%), crescono i consumi e impressiona la crescita delle retribuzioni rispetto al dato iniziale della nostra serie storica (I semestre 2012). Le dimensioni di tale crescita sono da imputare anche alla dimensione del comparto: ma il saldo positivo costante è comunque un dato importante in un settore che a livello toscano attraversa una fase molto delicata. Da registrare con altrettanta attenzione il dato negativo che viene dal settore dei trasporti: il fatturato cala di quasi 5 punti percentuali, in controtendenza con la tenuta dimostrata a livello toscano.
Enrico Pace