Maggiano, l’elettrodotto “dimenticato” tornerà in Consiglio

12 ottobre 2015 | 07:33
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Maggiano, l’elettrodotto “dimenticato” tornerà in Consiglio
Maggiano, l’elettrodotto “dimenticato” tornerà in Consiglio
Maggiano, l’elettrodotto “dimenticato” tornerà in Consiglio
Maggiano, l’elettrodotto “dimenticato” tornerà in Consiglio
Maggiano, l’elettrodotto “dimenticato” tornerà in Consiglio
Maggiano, l’elettrodotto “dimenticato” tornerà in Consiglio

di Roberto Salotti
Un signore brontola perché il cancello automatico della sua casa si apre e si chiude da solo. “D’estate – racconta – accade molto spesso, quando c’è il picco di utilizzo dell’energia”. Vive anche lui a Maggiano e dal 2005 fa parte del comitato sorto contro il “vecchio” elettrodotto. Vicino a lui un amico aveva un orto fino a qualche anno fa, proprio sotto ad un traliccio. Non era già allora il massimo, ma almeno lì i cavi sono più alti. “Ora non ci cresce più niente – conferma anche il presidente del comitato 2005, Claudio Villani -: nemmeno un filo d’erba”.

Su queste colline l’elettrodotto non solo si fa vedere (e molto bene), si fa anche sentire. “Sentiamo spesso il rumore dei cavi, come se friggessero”, dicono dal comitato. Da quando dal 2005 la linea è stata riattivata a pieno regime – dopo una parziale sospensione della pretura di Pisa con un’ordinanza del 1985, decaduta poi nell’anno in cui i cittadini si sono organizzati in comitato – la loro battaglia va avanti. Fino a questi giorni, quando la rivolta per i tralicci che pendono sulle case e sulle teste della gente è nuovamente riesplosa.
Due elettrodotti, due battaglie? I motivi – spiegano dal comitato – sono complessi e affondano le loro radici negli ultimi dieci anni. E sempre più sembrano opposti a quelli che animano un’altra battaglia, in una differente zona dell’Oltreserchio: quella del comitato Starc, che è sorto contro l’elettrodotto “nuovo” che Terna vuole realizzare sulle colline di Nozzano e Balbano. Un tracciato “alternativo” a quello di Maggiano che in questo modo verrebbe definitivamente dismesso. I cittadini temono però che le istituzioni locali si siano “dimenticate” questo aspetto e la notizia della mobilitazione nascente contro il ricorso straordinario di Terna al presidente della Repubblica, per rimuovere gli ostacoli del piano paesaggistico regionale, in modo da poter alzare i nuovi tralicci (Leggi), a Maggiano viene visto come un motivo in più per preoccuparsi. “Sembra che a cominciare dal Comune e dal sindaco Alessandro Tambellini – spiega il presidente del comitato 2005, Villani – tutti si siano dimenticati di noi. Comprendiamo molto bene le preoccupazioni dei cittadini del comitato Starc, ma vorremmo tornare tutti davanti ad un tavolo per verificare davvero quali alternative possono essere proposte a Terna”.
Per un breve tratto le battaglie dei due comitati dell’Oltreserchio (insieme a quello di Chiatri) sembravano essersi intersecate. Ma Maggiano non può appoggiare la richiesta dell’opzione zero che viene avanzata a gran voce a Balbano. “E’ chiaro che Terna – spiega il comitato di Maggiano – non può accettare né l’opzione zero, né come è stato spiegato l’interramento totale della linea. Per elettrodotti del genere – aggiunge Villani – è necessario scavare in profondità per almeno 15 metri. Qui a Maggiano, è evidente, non si può fare. Potrebbe essere fatto invece in alcuni tratti tra Balbano e Nozzano, dove il tracciato passa vicino soltanto ad un paio di case. E’ giusto che sia difeso il paesaggio, ma qui da noi il problema è la salvaguardia della salute ed è per questo che vogliamo che l’amministrazione comunale difenda le nostre posizioni. Noi siamo per avviare un nuovo tavolo di concertazione e studiare alternative serie. Non si può andare avanti ormai soltanto chiedendo opzione zero e quindi niente elettrodotto, perché altrimenti ai cittadini di Maggiano i tralicci rimarranno sulla testa”.
La richiesta di consiglio comunale. E’ per questo che già nei giorni scorsi il comitato – che vanta ben oltre 400 iscritti – ha chiesto di venire ascoltato in consiglio comunale. Il presidente Matteo Garzella si è già fatto vivo e ha promesso di porre la questione alla conferenza dei capigruppo, che dovrà decidere il da farsi, se ammettere l’intervento dei cittadini in un consiglio ad hoc oppure, nel frattempo, coinvolgere le commissioni competenti per riesaminare l’intera questione. “Ci fa piacere – spiega il presidente Claudio Villani – la disponibilità dimostrata dal presidente del consiglio comunale. Vorremmo che finalmente potesse riaprirsi un tavolo di concertazione. Il primo per quello che riguarda questo elettrodotto fu avviato nel 2006, alla luce anche delle analisi Arpat e Asl sulle emissioni elettromagnetiche”.
“Salute a rischio”. Al riguardo le preoccupazioni a Maggiano crescono di giorno in giorno. Qui, per l’elettrodotto, il limite di emissione massimo da non oltrepassare è di 10 microtesla. “Ma dalle misurazioni fatte di recente e in passato – sostiene il comitati – si arriva spesso ben oltre i 7 micro tesla. Temiamo che l’opzione zero per il nuovo elettrodotto equivalga per noi a 10 microtesla tutta la vita”.
Lo spostamento dei tralicci.Alla luce di dieci lunghi anni di battaglie e, prima ancora, di provvedimenti drastici come ad esempio la chiusura della scuola elementare di Maggiano nella sua sede originaria perché proprio sotto ai cavi dell’elettrodotto, la gente del posto è stufa di aspettare o di assistere al rimpallo di responsabilità tra le parti. “Di spostamento dei tralicci si parlava già ai tempi dell’amministrazione Favilla e ancora prima – ricorda Villani -: si arrivò anche a parlare della necessità di Terna di realizzare una stazione di trasformazione in zona. All’epoca la nostra mobilitazione era piena, ma ci adoperammo anche per indicare delle possibilità alternative sia per l’elettrodotto che per la centrale di trasformazione. Per quest’ultima, in particolare, proponemmo una zona disabitata e in mezzo ai campi vicino a Cerasomma. Non abbiamo mai più saputo niente. Fino al 5 dicembre del 2013, quando ci recammo nell’ufficio dell’assessore Francesca Pierotti che allora aveva la delega all’ambiente e fummo ricevuti dal dirigente Marchi. Fu lui a mostrarci già allora il progetto del nuovo elettrodotto che ora viene tanto osteggiato, amministrazione compresa. Quindi non si può dire che il Comune fosse all’oscuro, tanto meno ci risulta difficile credere che lo fosse il sindaco Tambellini. Quella soluzione secondo noi, pur con tutti i doverosi e necessari ritocchi, resta per noi la migliore: invece di fare ricorsi e contro ricorsi a Terna, sarebbe necessario sedersi e proporre alternative fattibili all’azienda, come l’interramento di brevi tratti o lo spostamento di alcuni tralicci. E’ vero: l’ambiente subirà comunque uno scempio. Ma non andrà di mezzo la salute di nessuno”.