Comune e Asl: “Vietato portare il panino a scuola”






“Non può esserci nessun dubbio in ordine alla questione dei pasti portati dall’esterno nelle scuole lucchesi”: così l’assessore e vice sindaco Ilaria Vietina torna oggi (13 ottobre) sulla vicenda più incandescente del momento, a margine del giro dimostrativo nel centro cottura della ditta Del Monte. Quest’ultima rifornisce i refettori di 54 scuole (materne, primarie e qualche media, alcuni refettori sono in realtà accorpati) e, alla mattinata, partecipano dunque anche Silvia Quilici (responsabile del servizio mensa), i responsabili Usl per i centri cottura Ambrogio Pagani ed Elisabetta Grassi e la nutrizionista Simona Perseo (scelta dall’amministrazione comunale per gestire i menù).
“Nessun pasto può entrare dall’esterno – spiegano Vietina e Pagani – perché se così fosse si genererebbero dei rischi enormi per la salute dei bambini: se l’alimento preparato a casa è identico a quello servito a scuola, e se per errore viene ingerito da un alunno soggetto ad intolleranze, la Del Monte è chiamata a rispondere in sede civile”. Sulla questione il fronte è comune e compatto: “Se vengono portati alimenti dall’esterno – spiega Quilici – diventa difficile individuare la causa dell’intolleranza e dare il via a tutta la conseguente procedura di segnalazione. Quello che dispiace, in questa vicenda, è che si sia fatto passare un concetto per cui il problema sarebbe la qualità del servizio e questo, come fornitori, non possiamo accettarlo”. I genitori che protestano per le mense fanno notare subito come non sia in vigore alcuna legge che impedisca di portare il panino a scuola. “Non esiste normativa di legge che affermi che è vietato portare cibo dall’esterno ma bensì è solo un problema di volontà da parte degli attori principali nell’offrire il servizio. A tutt’oggi – spiega Fausto Ori -, dopo mia verifica via telefono, il comune di Vergiate, in collaborazione con la ditta e la Asl, dà la possibilità a chi vuole di portare all’interno del refettorio cibo preparato a casa”.
Un ampio versante di critica è quello che riguarda anche da vicino il menù e, in particolare, la scelta delle verdure: “Le linee guida regionali e nazionali – osserva Perseo, direttamente chiamata in causa – non sono cambiate e a quelle dobbiamo attenerci. Sento dire e leggo che il menù lo avrei scelto da sola: in realtà è stato elaborato dopo molteplici riunioni con i rappresentanti dei genitori, degli insegnanti, della ditta Del Monte e dei commissari che vigilano sul controllo delle mense. Le verdure? Sono state scelte dai genitori: si tratta di ortaggi appetibili per bambini di quell’età, ma se serve possiamo anche cambiare. Lo abbiamo già fatto in passato e, anche se i cambi in corsa sono sempre da evitare, possiamo farlo ancora. La grammatura dei pasti sarebbe insufficiente? Non è vero, le linee guida indicano esattamente l’apporto medio di calorie per i bambini di una certa età”.
Anche il Comune di Lucca intende porre la massima chiarezza sulla vicenda, ricordando al contempo gli sforzi profusi: “Rammenterete come a febbraio scorso – afferma il vicesindaco Vietina – dovemmo sospendere alcune attività di refettorio: si trattava di predisporre la documentazione conforme alle norme più recenti e, adesso, la situazione è risolta. Delle 54 scuole interessate, oggi sono 52 quelle che hanno le carte in regola e le due rimaste (a San Donato e a San Pietro a Vico) saranno a posto entro il primo di novembre”. Vietina precisa che non si trattava di lacune: tutto funzionava perfettamente, ma il nodo era adeguarsi alle nuove necessità, perché i plessi interessati (tra i quali i due ancora da adeguare) usufruiscono di un servizio mensa cinque giorni su cinque e, di conseguenza, non è più possibile andare avanti con il sistema monoporzione.
La Usl effettua controlli a campione su un totale di 3500 pasti al giorno e la sola ditta Del Monte viene “ispezionata” dalle 4 alle 6 volte all’anno (anche da parte di altri soggetti, come i Nas). “Il nostro punto di forza? Siamo dotati di strutture all’avanguardia – spiega Quilici durante il giro dimostrativo – e possiamo offrire molte combinazioni diverse di menù”. Entrando, ecco che ci si trova immediatamente nella zona delle celle frigorifere: sono abbastanza scariche, perché le merci arrivano fresche il giorno prima della lavorazione. Un allarme per la temperatura, attivo 365 giorni all’anno, evita possibili disagi. Subito dopo si accede alla zona cottura, dove un massimo di 30 persone maneggiano forni e teglie: “Smentisco categoricamente che le pietanze vengano preparate la sera prima – tuona Quilici – anche perché ogni mattina dobbiamo avere l’elenco dei presenti dalle scuole e preparare menù differenziati”. Una grande zona è infatti dedicata alle diete particolari per motivi di intolleranza alimentare, religiosi, disturbi come l’inappetenza o l’anoressia selettiva. Ogni giorno vengono predisposte circa 300 diete personalizzate, con più di 30 pasti senza glutine: attigua alla zona cottura c’è una cucina dedicata a quest’ultima necessità. Nella zona di partenza ci sono 12 mezzi pronti ed uno di riserva: alcune delle 54 scuole interessate richiedono due pasti al giorno (per il rientro pomeridiano).
Paolo Lazzari
FOTO – Il tour al centro di cottura delle mense scolastiche