Appalti per le pulizie nelle banche, attacca Fisascat Cisl

20 ottobre 2015 | 09:45
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Appalti per le pulizie nelle banche, attacca Fisascat Cisl

Appalti per le pulizie, Fisascat Cisl torna di nuovo alla carica in difesa dei lavoratori, mettendo nel mirino alcune situazioni che per il responsabile Giovanni Bernicchi sarebbero al limite. “Appare scandaloso – sostiene il sindacalista – che un gruppo bancario come la Deutsche Bank abbia affidato la gestione delle pulizie ad una società che applica un contratto nazionale non sottoscritto dalle sigle sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, che prevede una retribuzione lorda oraria di euro 4,5 in sostituzione del contratto nazionale multiservizi precedentemente applicato firmato da Cgil, Cisl e Uil che prevede una paga oraria media di 7 euro lordi”.

“Una scelta del genere è insostenibile – prosegue Bernicchi -: appare chiara l’operazione di contenimento dei costi operato sulle spalle dei lavoratori. Purtroppo il settore degli appalti sta assumendo sempre di più i connotati di una autentica giungla, dove salari e diritti vengono fortemente ribassati e tocca nuovamente alle lavoratrici pagare le conseguenze di questa nuova dottrina che purtroppo sta prendendo sempre più piede anche sul territorio della nostra provincia. Problemi in vista anche per l’appalto delle pulizie del gruppo Banco Popolare, anche in questo caso si prevede un taglio di ore lavorative insostenibile per il servizio cui le lavoratrici devono far fronte. Altre situazioni hanno coinvolto operatrici che svolgevano pulizie all’interno di aziende importanti nella provincia di Lucca, che sempre nell’ottica del massimo ribasso mirata al risparmio dei costi, hanno affidato le pulizie ad aziende artigiane escludendo l’impiego a chi già operava in quell’appalto abbassando la retribuzione oraria e perdendo ore di lavoro o addirittura occupazione. Il settore degli appalti sembra non avere più nessuna tutela, si perdono ore di lavoro causa il gestore oppure la committenza, e spesso si inseriscono società che non garantiscono il corretto pagamento degli stipendi, (ad esempio l’appalto per le caserme di carabinieri e polizia), creando disagi non sostenibili da chi ci opera, spesso madri sole che lavorano su più appalti per racimolare il minimo indispensabile per sopravvivere. Si specula sulla pelle delle lavoratrici che da anni occupano con grande sacrificio e serietà questi servizi per alcuni considerato marginale e secondario ma che rappresenta una buona parte di impiego per tante donne nella nostra provincia. Bisogna non limitarsi solo a parole e proclami, ma con tutti i soggetti responsabili aprire un tavolo che permetta di regolamentare questo settore portando trasparenza e rispetto delle leggi e dei contratti partendo dal settore pubblico fino a quello privato”.