Emigrazione toscana e continuità professionale, si presenta il libro di Giampaolo Giampaoli

26 ottobre 2015 | 08:56
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Emigrazione toscana e continuità professionale, si presenta il libro di Giampaolo Giampaoli

Mercoledì (28 ottobre) alle 18 al castello di Porta San Pietro l’Istituto storico lucchese e l’associazione Lucchesi nel Mondo presentano l’opera di Giampaolo Giampaoli Emigrazione toscana e continuità professionale (tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento). Oltre all’autore saranno presenti Ilaria Del Bianco, presidente dei Lucchesi nel Mondo, e il professor Antonio Romiti, presidente dell’Istituto storico.

Il volume di Giampaoli è la versione ridotta della tesi di dottorato dell’autore in Storia e sociologia della modernità, discussa nel giugno del 2012, da cui emergono i temi centrali del suo studio, incentrato sulla possibilità riassumere le strategie di inserimento nelle società e nel mercato del lavoro all’estero di alcuni migranti toscani che svolgevano particolari professioni. Alla base c’è l’analisi di un consistente gruppo di fonti iconografiche custodite al Museo dell’emigrazione della gente di Toscana, che ha sede a Lusuolo in Lunigiana e presenta una raccolta di fotografie in versione digitale messa a disposizione dai discendenti di numerosi migranti che partirono dall’area geografica compresa tra la Lunigiana, la Garfagnana e la montagna pistoiese. Una parte di loro possedeva specifiche abilità manuali o conoscenze intellettuali tali di permettere di proseguire in emigrazione il mestiere che avevano appreso nel luogo di origine. Attraverso i documenti visivi, affiancati con alcune fonti orali sottoforma di intervite, Giampaoli ha dimostrato che questi migranti si differenziavano dalla massa non solo per i risultati economici (in realtà alterni tra i vari casi), ma soprattutto per la possibilità di rivendicare un orgoglio professionale e culturale estraneo a coloro che non avevano una qualifica. Il mercato all’estero richiedeva persone con le loro capacità e non dovevano farsi accettare per poter lavorare. Il volume termina con la ricostruzione biografica di Ivo Agostini, la storia di un figurinaio di Coreglia che per il suo interesse è stata ricostruita in modo minuzioso.