Carabinieri in congedo, il Comune disponibile a confrontarsi per trovare una nuova sede

Con l’Associazione Nazionale dei carabinieri è stato seguito il medesimo iter che è stato utilizzato con tutte le altre realtà associative che risiedevano all’interno delle casermette delle Mura urbane e che non hanno ottenuto l’assegnazione con il bando pubblico. E’ questa in sintesi la risposta dell’amministrazione comunale alla sezione lucchese dell’Associazione Nazionale carabinieri in congedo.
“Proprio in considerazione della eccezionalità di questo passaggio – spiega a questo riguardo l’assessore al patrimonio Antonio Sichi – rappresentato dalla novità del bando pubblico che riassegna le casermette delle mura urbane, l’amministrazione ha deciso di contattare una ad una quelle realtà che già operavano in questi spazi pubblici della città e che non hanno ottenuto l’assegnazione da bando. Fra queste rientra l’Associazione nazionale dei carabinieri in congedo, che io stesso ho contattato in qualità di assessore al patrimonio”. “All’associazione in questione – aggiunge Sichi – ho fatto presente che l’amministrazione non ha attualmente in disponibilità strutture in centro storico e nei quartieri subito a ridosso della circonvallazione, ma ho confermato alcune disponibilità nelle frazioni periferiche. Viste le esigenze dell’Associazione ho inoltre proposto loro di prendere contatti con l’Associazione Assoarma, che ha in gestione un edificio di proprietà comunale sulla via Pisana, insieme a molte associazioni che presentano finalità simili: tra le altre hanno sede qui l’Associazione Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, Associazione Volontari di Guerra e Sanità Militare, Associazione Nazionale Polizia di Stato. Ho lasciato all’Associazione Nazionale dei carabinieri in congedo i miei contatti proprio per essere messo al corrente di eventuali sviluppi e criticità, ma non sono stato contattato, tanto che ho ritenuto che fra le due associazioni fosse stato trovato un accordo”. L’amministrazione comunale sottolinea inoltre come in questi tre anni si sia proceduto a stipulare, ovvero a regolarizzare, oltre 70 convenzioni per l’utilizzo di locali pubblici: in questo ambito alcune richieste non hanno trovato uno sbocco risolutivo, in quanto le aspettative dei soggetti che richiedevano uno spazio erano difformi rispetto alle disponibilità del Comune. Si ribadisce inoltre che per poter utilizzare locali pubblici che appartengono alla collettività sono necessari due requisiti: un progetto e il pagamento di un canone di affitto e relative utenze. “Ho ripetuto all’Associazione le stesse cose che dico a tutti i soggetti – conclude l’assessore al patrimonio – riguardo all’utilizzo del patrimonio pubblico. Da parte mia ero e sono sempre disponibile anche ad un incontro, se richiesto e se ritenuto utile”.