Comitato Pontetetto: “Altro che tubone, si riattivi l’impianto di S.Maria a Colle”

29 ottobre 2015 | 06:43
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Comitato Pontetetto: “Altro che tubone, si riattivi l’impianto di S.Maria a Colle”

Il comitato di Pontetetto non ci sta. Alla ricostruzione per cui il vecchio impianto di depurazione di Santa Maria a Colle non sarebbe ristrutturabile perché “all’interno di zona ad alta probabilità di inondazione”.
“E’ una falsa affermazione – dice il comitato – Nella Relazione yecnico geologica dei geologi Chines e Nolledi del 3 ottobre 1997, approvata dal consiglio comunale con delibera numero 20 del 13 febbraio 1998, si legge “zona sollevata sul piano di campagna di circa un metro, e su questa parte non risultano notizie storiche di esondazione… E puo’ essere attribuita una pericolosità media (classe terza)”. Ed ancora nella relazione al progetto preliminare dei lavori di costruzione dell’impianto di depurazione a Santa Maria a Colle, degli ingegneri Lisanti e Vitelli del 6 settembre 1997, approvato dal consiglio comunale con delibera 20 del 13 febbraio 1998, si conferma quanto sopra e si precisa anche che la vicinanza ad alcune abitazioni è nei limiti di legge e che l’impianto non produce emanazioni moleste o dannose nè rumori e che comunque saranno applicate opportune protezioni”. Preghiamo dunque il sindaco Tambellini e l’assessore Raspini, che anche di recente sono stati megafoni di quella bugia, a correggere le loro false affermazioni. E, tema collegato, rivolgiamo loro l’ nvito a recarsi alla locale autorità di bacino per esaminare la diffusa cartografia appesa alle pareti. Apprenderanno che nel novembre 2000 l’ impianto di Pontetetto fu interamente circondato dalle acque come l’Arca di Noè, e che le acque penetrarono all’interno invadendo strade e cortili e di certo anche qualche impianto”.

“Di più – aggiunge il comitato – il sindaco, allora consigliere comunale, ricorderà anche di un filmato su quella alluvione proiettato in consiglio comunale a conferma di quanto sopra narrato. Dunque il depuratore di Santa Maria a Colle, mai alluvionato, è millantato ad alta probabilità di inondazione e quello di Pontetetto, che di recente ha “galleggiato” sulle acque, idoneo ad essere implementato. Se una tale contraddizione fosse espressa da noi comuni cittadini un medico potrebbe diagnosticare, a nostro carico, evidenti sintomi di disagio psicologico. Perché tanto ingiustificato strabismo da parte di una amministrazione? Giova anche ricordare che i quattro professionisti sopraccitati, ed altri due che si sono interessati al caso (geologi Barsanti e Sani) sono stati, secondo le tariffe professionali, pagati per decine di milioni di lire. Danaro sprecato, uscito dalle misere tasche di noi cittadini perchè con arbitrarie e disinvolte decisioni si privilegia altra soluzione, oltretutto molto più costosa”.
“La certezza – chiude il comitato – i cittadini del nostro amato Comune pagheranno un aumento annuo del 6,5 per cento della tariffa Geal e questo perché l’amministrazione comunale ha scelto di spendere 10 milioni di euro per costruire una tubazione che porterà i liquami da Nozzano a Pontetetto invece di meno di due milioni per ristrutturare il depuratore già esistete nell’Oltreserchio. Si aggiunga poi che occupando la capacità del depuratore di Pontetetto con i liquami della riva destra del Serchio, in futuro lo stesso dovrà essere ampliato (altri soldi dei cittadini) per ospitare i reflui delle zone della riva sinistra, che ancora non sono allacciate e che naturalmente qui dovevano e dovranno confluire. In ogni caso rimaniamo a disposizione per esaminare l’intera situazione, alla luce di documenti certi, anche ad integrazione di quelli sopra indicati, affinché non prevalga il sonno della ragione”.