Comics, l’interpretazione sociale del sindacalista Umberto Franchi

Comics, un’interpretazione “sociale” del sindacalista Umberto Franchi. “Sono un curioso -dice – ed oggi venerdì 30 ottobre ho girato nelle strade, piazze, ho fatto il giro delle mura di Lucca, per vedere ed ascoltare le persone che visitavano la mostra internazionale del fumetto, dei videogiochi, dell’animazione, della fantasy, del fantascientifico. Tra ieri e oggi, oltre 100.000 ragazzi e ragazze tra i 15 ed i 30 anni, hanno invaso la città facendo lunghissime file in ogni padiglione (in quello giapponese la fila era di oltre 300 metri). Ho visto ragazzi seriamente attrezzati per non perdere niente della mostra, altri centinaia forse migliaia di ragazzi mascherati come i loro idoli dei fumetti, mettersi ben in mostra con autocompiacimento ed altri migliaia che si facevano fotografare assieme a loro. Ho ascoltato parlare con serietà e con cognizione di causa su ogni aspetto della mostra, dei film animati, delle conferenze a cui alcuni avevano partecipato, ho guardato le loro facce, le loro risate e mi sembravano sereni, quasi ingenui. In serata ho visto ogni ristorante ed ogni locale pieno, le camere in affitto e quelle di ogni albergo (anche se i prezzi sono triplicati) erano tutte esaurite”.
“Dal loro parlare – commenta Franchi – da quegli sguardi, dagli atteggiamenti, dalle lunghe file, dai loro sorrisi, mi sembrava di vivere in un altro mondo felice. Fatto di belle persone, senza ingiustizie sociali, senza problematiche ambientali, senza l’assillo della disoccupazione e dei mancati diritti, senza preoccupazioni per le guerre, per i migranti, per la corruzione, per ciò che avviene nel Mondo. Finalmente ascolto della musica in piazza del Carmine e vado a vedere. C’èrano circa 200/300 ragazzi/e che partecipavano al Borda Fest, un festival alternativo delle produzioni musicali, visive, letterarie, promosso da un centro sociale lucchese di sinistra. Ed ho rivisto la “politica” con manifesti, fumetti, suoni e altro legati strettamente alle tematiche sociali e civili odierne. Ma sono ben poca cosa rispetto alle migliaia di persone che invece mi sono sembrate lontane, distaccate dal contesto sociale più generale ed interessati solo alla mostra del fumetto”.
“Mi sono chiesto – conclude – Forse sono io che vedo troppo nero? Forse la realtà sociale è migliore di quella che appare? o forse i giovani non ne possono più di ciò che avviene in Italia e nel Mondo e cercano di uscirne proprio entrando nel mondo dei fumetti? Sapendo che durerà solo 4 giorni e dopo dovranno tornare a fare i conti con la realtà?”