
Il comitato Vivere il Centro Storico mette nel mirino i disagi per i residenti in città durante Lucca Comics and Games. “I Comics – si legge in una nota – sono una risorsa economica per qualcuno ed allo stesso tempo rappresentano una grossa compressione dei diritti per altri. E’ normale che chi per 4 giorni ha fatto incassi da record nel reparto alberghiero e di ristorazione sia contento dell’ iniziativa e non perda opportunità per magnificarla. D’altro canto è altrettanto normale che chi vive la città o i suoi dintorni, perché vi abita, oppure perché vi lavora, ritenga insopportabili i problemi di traffico e sosta che si vengono a creare”.
“I residenti all’interno delle Mura – spiega ancora il comitato -, a cose normali, devono dividersi 1.600 stalli fra 10.000 detentori di permessi, cosicché le centinaia di parcheggi sottratti loro per circa un mese rendono la situazione ancora più insopportabile. Inoltre, vuoi per i divieti, oppure vuoi per la fiumana di gente, durante la manifestazione non possono muoversi di casa per le normali necessità e nemmeno andare al Cimitero in occasione della commemorazione dei defunti. I residenti all’esterno delle Mura patiscono i problemi della sosta in quanto vengono loro sottratte le poche possibilità di parcheggio che hanno a disposizione. Tutti coloro che si trovano a dover passare dai viali di circonvallazione devono scegliere fra il cancellare l’appuntamento o il dover fare code chilometriche. Dove è la viabilità alternativa prevista dal Codice della strada quando si fanno queste manifestazioni? Non abbiamo visto proposte alternative, ma soltanto divieti. Di trasporto pubblico, durante i Comics, non c’è traccia perché la mancanza di corsie preferenziali lo rende impossibile da effettuarsi. Quest’anno hanno chiuso le scuole e, a causa del traffico, si e’ verificata perfino l’ interruzione di un importantissimo pubblico servizio a seguito della cancellazione di ben 30 udienze che dovevano tenersi in tribunale. E per l’anno prossimo si decide di allungare di un giorno l’agonia. Siamo sicuri che stiamo operando in un contesto, se non di legalità, almeno di civiltà?”.