
E’ mancato nella notte tra venerdì e sabato Umberto Capocchi, conosciutissimo a Sant’Anna, dove ha da sempre vissuto da sempre e poi salito alla ribalta delle cronache locali, ma non solo, per essere stato il presidente dell’associazione Parco Sant’Anna. Aveva sessantanove anni e da circa uno conviveva con una malattia che lo aveva allontanato dal suo impegno civile nella città ma non dall’affetto degli altri volontari dell’associazione e dalla famiglia, in primis la moglie Francesca, i figli Alessandro e Annalisa e i nipoti, sua più grande gioia ed unico motivo per declinare di tanto in tanto un impegno all’interno del quartiere.
Laureato in economia a Pisa, è stato funzionario direttivo a Banco Popolare di Novara, lega la sua popolarità alla storia di Sant’Anna per le vicende di Via Einaudi e per quella che è poi diventata la vicenda del Parco. Quando nel 2007 – 2008, con Claudio Falena e altri vicini di casa vennero a conoscenza della realizzazione di megacentro commerciale, pompa di benzina e altre costruzioni nell’area destinata a parco dal piano strutturale, Umberto volle vederci chiaro e non accettò il fatto compiuto. Iniziò a Sant’Anna un confronto con la politica e le istituzioni dell’epoca portato avanti con grande energia dall’Associazione Parco S. Anna, guidata allora proprio da Capocchi che con i suoi collaboratori, dedicava energie per le due battaglie che aveva più a cuore. La prima era contro la volontà politica di cementificare un’area destinata a parco in un quartiere che aveva già visto sforare i limiti di edificabilità (Utoe). L’altro impegno era quello sulla cittadinanza stessa che ad ogni sollecito dei volontari dell’associazione mostrava senso di impotenza e rispondeva sempre con un “tanto il potere è in mano solo a loro”.
Alternando incontri con esperti di urbanistica e politici con momenti conviviali per creare spirito di gruppo e accrescere il numero dei soci, i membri del Parco di S. Anna mostrarono di aver avuto ragione e di aver ottenuto quanto era da loro sperato: la vicenda del gruppo immobiliare Valore e dei terreni del parco di S. Anna che vide coinvolta la giunta Favilla si risolse così come l’associazione di quartiere aveva sempre sostenuto.
Capocchi – che poco dopo aveva passato la presidenza in favore dell’avvocato Giuseppe Marsili – e gli altri membri ebbero settimane di inattesa popolarità: si interessarò di loro La Repubblica e il Corriere della Sera mentre la trasmissione Report di Rai 3 dedicò una intera trasmissione a Capocchi e ai volontari. A Lucca l’associazione, anche dopo la vittoria di via Einaudi, è rimasta un collettore importante tra società civile e istituzioni e tuttora si occupa di problemi legati a viabilità e problematiche di vita del quartiere di S. Anna ma non solo. Ai più giovani mancherà anche un attento “storico” delle vicende legate al quartiere: con grande piacere mostrava ai ragazzi foto che riportavano scene di vita santannese di sessanta anni fa, con le strade non ancora asfaltate, le corti e le vecchie foto di squadre di calcio dell’Aquila in cui aveva giocato.
Attorno ai familiari di Capocchi si stringono gli amici, i trecento soci dell’associazione e i santannesi che hanno seguito le vicende legate al loro quartiere. I funerali lunedì alle 10,30 nella chiesa parrocchiale di S. Anna.
Cordoglio per la scomparsa di Capocchi è arrivato da Legambiente di Lucca “per la scomparsa di un uomo giusto e coraggioso”. In serata anche l’intervento del sindaco Tambellini: “Umberto Capocchi è stato un esempio di impegno civico. Per molto tempo a capo dell’associazione Parco di Sant’Anna, Capocchi, osservatore competente e attento ha dimostrato con le sue azioni un forte attaccamento al territorio impegnandosi nella difesa dell’identità della città e battendosi per un tipo di pianificazione urbanistica che tenga soprattutto conto del vissuto della comunità. E’stato di esempio per gli altri, tanto da raccogliere attorno a sè altri cittadini che hanno voluto essere parte attiva delle decisioni che interessavano la città”.
Michele Citarella