
Il Banco Popolare, gruppo di cui fa parte la Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno, conferma anche nel terzo trimestre il buon andamento registrato nei primi sei mesi dell’anno. I primi nove mesi del 2015, dunque, secondo il resoconto approvato dal consiglio d’amministrazione dell’istituto di credito, si chiudono con un utile netto di 350 milioni. La costante azione di contenimento degli oneri operativi unitamente all’aumento del margine di interesse e delle commissioni nette hanno consentito di raggiungere, in un contesto economico ancora molto difficile per il sistema bancario italiano, un risultato della gestione operativa pari a 1.016 milioni, in crescita del 5,4 per cento rispetto ai 964 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente.
Il risultato economico complessivo dei primi nove mesi, grazie anche al rallentamento della crescita dei crediti deteriorati, ha inoltre beneficiato di una rilevante riduzione del costo del credito (575 milioni rispetto ai 1.065 del 30 settembre 2014) e dell’impatto positivo sulle imposte sul reddito conseguente alla rilevazione nel primo trimestre delle attività per imposte anticipate collegate alle perdite fiscali pregresse dell’incorporata Banca Italease (+85 milioni).
L’andamento economico della gestione
Il margine di interesse si attesta a 1.176,5 milioni ed evidenzia un incremento dell’1,0% rispetto al dato del corrispondente periodo dello scorso esercizio (1.164,4 milioni), con una contribuzione del terzo trimestre (387,5 milioni) in calo del 3,6% rispetto a quella del secondo trimestre ed in linea con quella del primo trimestre (387,1 milioni). L’incremento su base annuale è il risultato della politica di raccolta meno onerose oltre che della riduzione della componente obbligazionaria. La diminuzione a livello trimestrale è dovuta al calo dello spread da clientela, imputabile sia alla riduzione dei tassi euribor, sia alla forte competizione ancora presente sul lato degli impieghi che ha compresso ulteriormente il mark-up rispetto al secondo trimestre.
Il margine finanziario ammonta a 1.277,0 milioni, in crescita del 3,9% rispetto ai 1.229,5 milioni del 30 settembre 2014, mentre le commissioni nette arrivano a 1.085,2 milioni, in crescita dell’1,4% rispetto ai 1.070,7 milioni dei primi nove mesi del 2014, con una contribuzione del terzo trimestre pari a 314,1 milioni, in calo rispetto ai 350,2 milioni del secondo trimestre. La contribuzione dei primi nove mesi è stata ottenuta grazie alla crescita delle commissioni dei servizi di gestione, intermediazione e consulenza che sono risultate pari a 555,9 milioni, in aumento del 4,4% rispetto ai 532,5 milioni del corrispondente periodo del 2014. Il comparto è stato trainato dall’attività di distribuzione di prodotti di risparmio e, in particolare, dal significativo collocamento di quote di fondi effettuato al fine di soddisfare la crescente domanda della clientela. Il calo della contribuzione del terzo trimestre è dovuto sia a fattori stagionali, sia ad una maggior focalizzazione nel collocamento di obbligazioni di propria emissione.
Gli altri proventi netti di gestione sono pari a 72,3 milioni ed evidenziano una riduzione rispetto ai 112,5 milioni registrati al 30 settembre 2014 (23,5 milioni la contribuzione del terzo trimestre 2015, rispetto ai 20,3 del secondo). Il calo è giustificato quasi interamente dalla riduzione dell’ammontare delle “commissioni di istruttoria veloce” addebitate alla clientela. Le spese per il personale, sono pari a 1.010,3 milioni ed evidenziano un calo del 4,1% rispetto ai 1.053,2 milioni del 30 settembre 2014. Il numero totale dei dipendenti ammonta al 30 settembre 2015 a 16.922 risorse rispetto alle 17.147 in organico al 31 dicembre 2014 e alle 16.949 del 30 giugno 2015. Su base annuale si registra una riduzione di 589 risorse. La raccolta diretta al 30 settembre 2015 ammonta a 83,5 miliardi ed evidenzia su basi rese omogenee un decremento del 2,0% rispetto ad inizio anno e dello 0,6% rispetto al 30 settembre 2014. Su base trimestrale, la raccolta diretta totale rimane sostanzialmente stabile (-0,3%), in quanto la diminuzione della componente in senso stretto è stata compensata da un aumento delle operazioni di pronti contro termine e della raccolta obbligazionaria. Al 30 settembre 2015 la raccolta indiretta ammonta a 70,3 miliardi e segna su basi omogenee un incremento del 7,1% rispetto ad inizio anno e del 6,2% rispetto al 30 settembre 2014.
Gli impieghi lordi ammontano al 30 settembre 2015 a 86,6 miliardi, in calo dell’1,3% rispetto agli 87,7 miliardi del 31 dicembre 2014 e del 3,7% rispetto agli 89,9 miliardi del 30 settembre 2014. Rispetto al dato del 30 giugno 2015, pari a 87,9 miliardi, il calo è dell’1,5%.
Le esposizioni nette deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinate) ammontano al 30 settembre 2015 a 14,2 miliardi, sostanzialmente invariate rispetto al 31 dicembre 2014 e in calo del 4,7% rispetto ai 14,9 miliardi del 30 settembre 2014. La contrazione dell’aggregato è stata resa possibile principalmente dal calo (-56% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio) dei flussi netti in ingresso nella categoria dei crediti deteriorati, che nei primi nove mesi 2015 sono risultati pari a circa 1.002 milioni (509 milioni nel primo semestre) rispetto ai 2.278 milioni registrati nel corrispondente periodo del 2014 (1.500 milioni nel primo semestre 2014).
Le esposizioni nette deteriorate rappresentate da crediti del settore Leasing risultano in calo rispetto al 31 dicembre 2014 ed ammontano a 2,5 miliardi, principalmente rappresentate da contratti di leasing immobiliare.