Geal e regolamento di gruppo, ecco i motivi dell’impasse

12 novembre 2015 | 20:14
Share0
Geal e regolamento di gruppo, ecco i motivi dell’impasse

Il consiglio comunale di martedì scorso (10 novembre) ha scoperchiato un pentolone. A rimanere impresse, in particolare, sono state le dure parole dell’amministratore unico di Lucca Holding, Andrea Bortoli, che nel difendere il piano di riordinamento delle società partecipate del Comune di Lucca in atto, ha lanciato chiari strali alla organizzazione della Geal, l’azienda che gestisce la risorsa idrica e le fognature sul territorio. Mettendo in dubbio il ruolo dell’azionista di maggioranza, la Lucca Holding, rispetto al presunto “strapotere” del socio privato. “Grazie al regolamento di gruppo – aveva detto Bortoli in Consiglio – un grande risultato si è ottenuto. Si è capito che c’è una società dove si è dimostrato che l’amministrazione comunale non ha il controllo. E siccome si è scoperto che non ce l’abbiamo ci potrebbero essere delle conseguenze gravi, se non si approva il regolamento”.

Parole che riecheggiano anche nell’intervento del capogruppo di maggioranza, Francesco Battistini (Leggi l’articolo) che si differenzia solo laddove non nomina l’attuale gestione dell’azienda e il suo presidente Giulio Sensi, parlando solo delle colpe del passato.
Una durezza di toni, nei confronti di Geal, che ha un chiaro punto di partenza. La volontà di Bortoli di far approvare a tutte le aziende il regolamento di gruppo, un regolamento che renda ancora più chiaro che la direzione e il controllo delle società sotto l’egida della Lucca Holding sia da riferire al Comune di Lucca. Regolamento che Geal non ha mai approvato, nonostante i continui contatti con l’azionista di maggioranza e con il Comune di Lucca proprio per il mancato accordo con la componente privata. Nel maggio scorso, in questo senso, l’assemblea dei soci aveva dato mandato al cda di adottare il regolamento di gruppo, con il solo voto della Lucca Holding visto che i soci privati (Crea/Acea e Veolia) non si erano presentati nell’assemblea che, essendo in seconda convocazione, poteva deliberare a maggioranza semplice. Cda che, con all’ordine del giorno questa proposta, in due distinte occasioni ha visto i consiglieri di minoranza far mancare il quorum deliberativo (che è di 5 consiglieri su 7).
A quel punto sono riprese le trattative (fra i mediatore fra Lucca Holding e Acea anche l’ex presidente del Polo Fiere, Marco Terigi) che si sono ulteriormente arenate ma che non hanno, evidentemente, mancato di far emergere qualche tensione. Fino al consiglio comunale di martedì e alle affermazioni di Bortoli, che hanno in qualche modo voluto certificare che non c’è un controllo dominante del Comune sulle attività della partecipata in questione.
La vicenda, in realtà, è molto complessa e deriva dai patti originari fra pubblico e privato. I soci privati quando entrarono nella società si accordarono su uno statuto che demanda al socio privato la gestione industriale mentre la parte pubblica esprime la maggioranza del cda che dà gli indirizzi strategici. E molte competenze rilevanti e cruciali sono a firma congiunta fra presidente e amministratore delegato. Una governance che si basa su un bilanciamento dei poteri fra pubblico e privato.
E’ innegabile, quindi, che il pubblico, tramite il presidente, e il privato, che esprime l’amministratore delegato, esercitano un controllo congiunto sull’azienda nel rispetto dei poteri statutari che, in caso di dissenso fra le due principali figure, porterebbero ad una situazione di stallo.
Il Comune di Lucca, insomma, non è privato del suo controllo perché è socio di maggioranza e perché esprime la maggioranza dei consiglieri di amministrazione che in cda deliberano e decidono. Situazione, questa, che ha permesso, nonostante le divergenze in atto, al presidente Sensi e al cda di proseguire nell’amministrazione dell’azienda tanto che si sta lavorando alla predisposizione del piano economico e finanziario dopo aver rimodulato il piano degli investimenti ed averli accelerati negli ultimi mesi.
Un equilibrio, questo, che rischia di essere spezzato dagli ultimi passaggi in consiglio comunale, che potrebbero rendere ancora più difficile un accordo (più volte “sfiorato”) per superare l’impasse. Stallo che, per fortuna, al momento non sembra aver investito l’attività dell’azienda, pronta ad importanti investimenti per il territorio lucchese.

Enrico Pace