Imt, neo direttore Pietrini: crescere mantenendo eccellenza

12 novembre 2015 | 13:45
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Imt, neo direttore Pietrini: crescere mantenendo eccellenza

E’ Pietro Pietrini, professore di biochimica e biologia molecolare clinica, il nuovo direttore della scuola di alti studi Imt. La presentazione si è svolta oggi (12 novembre) alla presenza del sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, del presidente della Provincia Luca Menesini, del presidente della Fondazione Crl (nonché presidente della Fondazione lucchese di alta formazione) Arturo Lattanzi e del prefetto Giovanna Cagliostro. Continuare a sviluppare la scuola di alti studi, incrementarne il processo di internazionalizzazione, assumere un approccio sempre più empatico con il territorio e le scuole d’eccellenza, aumentare il numero di insegnanti e studenti: c’è tutto questo nella complessa mission che Petrini è chiamato a condurre.

Il profilo del nuovo direttore è estremamente ricco: nato nel 1961 a La Spezia, psichiatra e neuro scienziato di fama mondiale, dopo un dottorato al Sant’Anna di Pisa si trasferisce per 10 anni negli Usa, dove lavora per i National Institutes of Health, per poi rientrare in italia nel 2000 con una cattedra alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Pisa. Nel 2007 è stato eletto presidente del comitato scientifico della Human Brain Mapping Organization, la maggiore organizzazione internazionale per le lo studio delle funzioni del cervello umano. E’ stato inoltre direttore dell’unità operativa complessa di psicologia clinica nell’azienda ospedaliera pisana ed è autore di oltre 180 pubblicazioni. “Imt gode dei favori di tutto il territorio – afferma Tambellini nel salutare la nuova nomina – e vive di un’integrazione tra realtà locale e nazionale. Oggi si allinea tra le scuole di vertice a livello europeo ed i nostri sforzi vanno nella direzione di farlo crescere ancora: Lucca deve avere un polo universitario di valore sempre maggiore”. L’intento di aumentare la portata anzitutto dimensionale dell’Istituto, in effetti, è testimoniato dalle parole di Lattanzi, che in apertura evidenzia anche i motivi della nomina: “Ad una lettura superficiale potrebbe apparire che le neuro scienze abbiano poco a che vedere con i nostri corsi – osserva – ma non è affatto così, anzi. In quell’ottica interdisciplinare che portiamo avanti le competenze di Pietrini vanno a toccare tutti i settori di studio di Imt. Pietrini sa che con l’aiuto della Fondazione lucchese per l’alta formazione e quello del Ministero (che distribuisce 6 milioni e 400 mila euro all’anno a Imt) il prossimo passo sarà quello di espandere le nostre dimensioni: miriamo ad avere 200 allievi e 20 docenti a tempo indeterminato (attualmente sono 13). Dobbiamo inoltre continuare a coltivare la nostra unicità: pensate al dottorato in Beni Culturali, l’unico nel suo genere in Italia, da cui escono manager pronti a guidare il nostro immenso patrimonio artistico”.
Menesini osserva invece come, a 10 anni dalla nascita, Imt sia ormai diventato un punto di riferimento per il territorio e non soltanto, considerate le moltissime domande provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero: “E’ il sintomo di una crescita incredibile – spiega – frutto di una gestione ottima, capace di coniugare il rapporto con il territorio ad una spiccata vocazione internazionale”.
Pietrini incassa i complimenti e spiega che Imt dovrà sempre più essere una casa di vetro ed acciaio, sinonimo di trasparenza e solidità. “Non solo – afferma – perché i nostri obiettivi sono molteplici. Intanto ricordo che l’Istituto ha ricevuto, soltanto l’anno scorso, 2mila domande provenienti da un totale di 113 paesi, per 30 posti disponibili (dottorati in beni culturali, informatica, scienze economiche ed ingegneria). La selezione è stata dura, così come lo è quella dei docenti. Il nostro obiettivo è quello di mantenere standard di eccellenza e, per farlo, la stella polare è il riferimento alle graduatorie internazionali: i nostri docenti si collocano ai primi posti per le rispettive materie. Non facciamo corsi verticali, perché non serve a nessuno replicare quello che già c’è in università vicine: l’interdisciplinarietà è una delle chiavi del nostro successo. Per aumentare la vocazione internazionale e, al contempo, il radicamento sul territorio, stringeremo alleanze strategiche con istituzioni e centri di eccellenza come il nostro: tutto questo potrebbe anche permetterci di ridurre i costi. Il senso di questo lavoro, in fondo, è racchiuso nell’acronimo Imt: Istituzioni, mercati e tecnologia. Questi sono e restano i punti di riferimento della nostra missione”.

Paolo Lazzari