Il comitato ricorda Raffaello Papeschi a un mese dalla morte

15 novembre 2015 | 09:02
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Il comitato ricorda Raffaello Papeschi a un mese dalla morte

Domani (16 novembre) ricorre un anno dalla scomparsa del dottor Raffaello Papeschi. Così lo ricorda il Comitato per una sanità migliore: “Si potrebbe dire – ricorda Monique Touissant – che era un personaggio temuto da molti ma rispettato da tutti. Chi ha seguito sin dal 2003 l’aspro dibattito riguardante la creazione del nuovo ospedale ha sicuramente notato la figura del dottor Raffaello Papeschi, paladino lungimirante del diritto alla sanità pubblica e gratuita per tutti di cui l’ultima battaglia, il referendum, ha portato a 56mila firme; la seconda fase di questa battaglia sta preparandosi: “Giù le mani da Campo di Marte” è lo slogan da lui inventato che riassume bene la prossima azione da intraprendere. Ma chi era questo piccolo uomo modesto che con una tenacia tranquilla si dava da fare per il bene comune? Sappiamo che è stato co-fondatore, già nel 2004 insieme al dottor Alessandro Di Vito del comitato Lucca per una sanità migliore. Tuttavia pochi sanno che il dottor Raffaello Papeschi aveva un curriculum impressionante che gli avrebbe valso, in un altro paese, una cattedra universitaria. Laureatosi in medicina all’università di Pisa poi avendo vinto una borsa del Conseil des arts du Canada per la specializzazione in psichiatria all’Allen Memorial Hospital di Montreal trascorse qualche anno in Canada. In seguito vinse diverse borse di Phd tutte prestigiose per specializzazioni connesse alla psichiatria come la neuropsichiatria, la tossicologia e altr. Cosi dopo più di dieci anni all’estero – da Montréal a Londra, passando da Copenhagen e Monaco di Baviera fece ritorno in patria con un bagaglio scientifico cospicuo ed una esperienza clinica molto vasta e ottenne un posto di psichiatra al manicomio di Lucca. Un’intervista fatta nel 1967 da Pasolini al dotto Papeschi, ci fa intravedere la lungimiranza di quest’ultimo che si preoccupava già allora della pericolosa svolta della psichiatria in Italia che portò poi allo smantellamento dei manicomi con le tristi conseguenze che ne derivarono”.

“Da uomo colto – conclude la rappresentante del comitato – amava la filosofia e ultimamente stava mettendo l’ultima mano alla redazione di un libro che aveva scritto su Emmanuele Kant. Il dottor Raffaello Papeschi aveva la fede e chissà se là, nella beatitudine dei cieli, oltre a godersi l’ottimo risultato ottenuto al referendum potrà continuare ad ispirarci per le prossime mosse. Pertanto, affinché le sue iniziative riguardanti la sanità non siano state vane, dobbiamo continuare la sua battaglia, cioè la lotta per la sanità pubblica come concepita sin dall’esordio della mutua nel 1950 e contemplata nell’articolo 32 della Costituzione”.