Lucca, anche Torpedo in piazza contro l’Is

17 novembre 2015 | 18:02
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Lucca, anche Torpedo in piazza contro l’Is

Anche Torpedo Lucca scende in piazza contro l’Isis. Per dire no al terrorismo, dopo gli attentati terroristici di Parigi, i giovani si danno appuntamento venerdì (20 novembre) alle 17,30 per un presidio in piazza San Michele. Una manifestazione contro lo Stato Islamico ma anche “contro le guerre imperialiste della Nato, al fianco del popolo curdo. Con il cuore a Parigi e a Kobane, rilanciamo una lotta internazionale contro Isis e contro l’imperialismo occidentale”.

“In questi giorni – si legge in una nota di Torpedo – dobbiamo dunque piangere i morti ma soprattutto, se vogliamo evitare ulteriori catastrofi, dobbiamo mantenere la lucidità. I bombardamenti su Raqqa decisi come rappresaglia dal presidente Hollande insieme al suo invito agli altri paesi europei a condurre un intervento armato su vasta scala in Siria aprono di fronte a noi degli scenari di guerra funesti che è necessario scongiurare se vogliamo evitare che la situazione precipiti. È incredibile che non si sia imparato nulla dagli ultimi 15 anni, che l’Occidente continui a voler esercitare un controllo politico sul Medio Oriente in delle forme neo-coloniali, alimentando in una parte del mondo musulmano quell’odio che venerdì scorso ci ha colpito così ferocemente. Perché, non ce lo scordiamo, l’Isis è il frutto avvelenato della guerra in Iraq e se ha potuto crescere così tanto fino a diventare una minaccia mondiale è perché è stato finanziato da paesi alleati degli Stati Uniti quali l’Arabia Saudita o addirittura membri della Nato come la Turchia. È evidente allora che dietro alla scusa della lotta al terrorismo si nasconde l’ennesimo progetto di dominio di una regione del pianeta economicamente ricca di fonti energetiche e geo-politicamente strategica, un progetto di egemonia dell’Occidente sul resto del Mondo portato avanti dalla Nato. In questo scenario difficile, noi ci schieriamo invece dalla parte di chi in questo anno ha resistito alla barbarie dell’Isis combattendolo sul terreno: i curdi del Rojava(kurdistan siriano). Un popolo che si batte per un diverso modello di società, fondato sull’autorganizzazione, sulla democrazia economica, sulla piena parità fra uomo e donna. Resistendo per mesi nella città assediata di Kobane, infine liberandola ricacciando i tagliagole dell’Isis, le milizie curde hanno dimostrato che la barbarie fondamentalista si sconfigge con l’autorganizzazione popolare, non con le bombe dell’imperialismo occidentale, che produrranno inevitabilmente altri massacri di civili. Ma soprattutto, vogliamo anche dire che non intendiamo cedere alla logica del terrore, che la paura è uno strumento di governo. Non accetteremo dunque che si usi lo stato di emergenza per reprimere il conflitto sociale in nome dell’unità nazionale, non accettiamo di stringerci al fianco di quei governi che promuovono politiche liberiste, precarizzano il lavoro, che sono i responsabili dell’impoverimento delle nostre vite. Anche in questi giorni, non dobbiamo scordarci chi sono i nostri nemici. Contro il fanatismo e la barbarie dell’Isis rilanciamo autorganizzazione e anticapitalismo come strumenti per costruire un progetto di riscatto per tutti gli sfruttati. A Parigi, in Kurdistan, e in tutta Europa”.