Ndoye e Bindocci (Filcams): “L’integrazione riparta dal mondo del lavoro”

L’integrazione può ripartire dal mondo del lavoro. La pensano così Daouda Ndoye e Massimiliano Bindocci della Filcams Cgil, che così commentano: “La presenza di molte donne ed uomini musulmani in Italia è una minaccia oppure una risorsa di dialogo, scambio culturale e integrazione di nuovi cittadini? – si chiedono i due sindacalisti – Comprendiamo che episodi drammatici come quelli di Parigi, mettano in crisi coloro che sono fautori della convivenza civile. I musulmani responsabili ed gli europei indigeni favorevoli all’integrazione sono in grande difficoltà a sostenere le loro posizioni, anzi questi attentati terroristici sono citati – come prove tangibili – da coloro che vogliono sostenere l’impossibilità di ogni integrazione. Questi attentati oltre le vittime colpiscono tutti coloro che sostengono l’accoglienza, l’aiuto, la fraternità, il dialogo, il confronto e lo scambio”.
“Noi crediamo – dicono – che i musulmani seri che vivono integrandosi e rispettando le libertà altrui, sono invece una risorsa importante. Il mondo del lavoro è per definizione il luogo dove persone di credo diversi, idee diverse collaborano anche con ruoli distinti in modo corretto e responsabile. In tal senso il sindacato e le imprese possono avere un grande ruolo, favorendo anche con l’aiuto della bilateralità le possibilità di inserimento e di formazione anche per i migranti. E’ il momento di sviluppare in questo senso una progettualità forte anche a Lucca. La cultura dell’odio porta solo ad esacerbare il conflitto su differenze che ormai sono presenti anche sul nostro territorio, rischiando di far saltare la coesione sociale. Il problema è molto complesso, ma se “il mondo del lavoro” come riteniamo è la pietra angolare della nostra società, è proprio dal mondo del lavoro che devono arrivare le risposte più importanti e responsabili. Ognuno di noi sia in ogni forma organizzata che individualmente può fare la sua parte. Noi ci siamo a partire dalle nostrte esperienze personali, nel luogo di lavoro, nel sindacato, nell’associazionismo, nella vita di tutti i giorni”.