Farmaci per i tumori, più sicurezza e efficacia al S. Luca

24 novembre 2015 | 11:49
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Farmaci per i tumori, più sicurezza e efficacia al S. Luca

Centralizzare l’attività di preparazione dei farmaci antiblastici per rendere un servizio qualitativamente migliore e, al contempo, conseguire risparmi da investire in capitale umano. La nuova organizzazione dell’Ufa (unità dei farmaci antiblastici) dell’ospedale San Luca di Lucca è iniziata nello scorso mese di agosto e oggi si apprezzano i primi risultati. L’attività era in precedenza dislocata anche nelle sedi di Castelnuovo e Barga e questa mattina (24 novembre) è stata presentata nei suoi contorni dall’Azienda Usl 2, alla presenza del vice commissario Joseph Polimeni, di Michela Maielli (coordinatore attività sanitarie aziendali), Editta Baldini (direttore del dipartimento oncologico), Manuela Pellegrini (medico oncologo), Danila Garibaldi (direttore del dipartimento del farmaco), Marisa Anzilotti (responsabile della farmacia ospedaliera) e Laura Mariotti (farmacista referente per l’Ufa).

Accentrare la produzione dei farmaci non significa, per ora, fare lo stesso con la somministrazione, come spiega Polimeni: “Questa attività di adeguamento è richiesta dalla raccomandazione ministeriale numero 14 dell’ottobre 2012 – ricorda – ed i cambiamenti organizzativi sono stati importanti. La centralizzazione della produzione dei farmaci (nella palazzina servizi, annessa al padiglione principale del San Luca) è ad impatto zero per l’utenza e garantisce una migliore qualità per i cittadini, oltre a più sicurezza per gli operatori. Nel frattempo, con uno sforzo notevole, vengono mantenuti i tre day hospital in cui sono somministrate le medicine: a Lucca, Castelnuovo e Barga. Si tratta di una grande conquista, capace di garantire un servizio efficace ed efficiente”. Il vice commissario afferma poi che, per il 2016, c’è il progetto di un unico day hospital oncologico per la Valle del Serchio e ricorda che, con la riorganizzazione, il medico oncologo deve essere fisicamente presente in Valle del Serchio non più per tre giorni a settimana, ma tutti i giorni. “Questa è un’operazione che sembrava impraticabile nel passato – afferma Maielli – eppure l’abbiamo condotta in porto. E’ giusto osservare come venga centralizzata una procedura e non l’intera oncologia e, oggi, ci troviamo di fronte ad una gestione capillarizzata del paziente oncologico”. Uno dei focus di questa centralizzazione è il risparmio conseguito: si parla di un recupero di circa 30mila euro per mese. “Magari possiamo utilizzare questi soldi per fare un’assunzione in futuro”, dice Polimeni, incontrando il consenso collettivo perché, è opinione diffusa, le singole unità presentano un personale contato. Molto rilevante, in tutta l’operazione, il ruolo della farmacia ospedaliera: “Con la nuova organizzazione dell’Ufa – osserva Mariotti – viene svolto un doppio controllo su ogni azione, è garantita l’assoluta sterilità e possiamo scegliere i farmaci migliori al prezzo più conveniente. Efficienza ed innovazione portano a costare meno”. Baldini e Anzilotti rammentano invece il profilo della vicinanza al malato, che non può e non deve essere costretto a fare chilometri per sottoporsi alle cure: “E’ uno sforzo di non poco conto per noi – afferma anche Pellegrini – ma i pazienti devono ricevere un servizio che sia il più vicino possibile al luogo dove abitano. Vogliamo essere un esempio per altre realtà, anche a livello nazionale”. L’innovativo servizio si pone come punto di riferimento, soprattutto, per la costituenda azienda Usl di area vasta, ma sull’imminente futuro Polimeni glissa: “Cosa accadrà tra poco? Qui abbiamo molti primari e responsabili in scadenza di mandato, ma i tempi non sono ancora maturi per sbilanciarsi”.

Paolo Lazzari