I ristobar spuntano come funghi: altri due aprono in centro

24 novembre 2015 | 17:10
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I ristobar spuntano come funghi: altri due aprono in centro

di Roberto Salotti
Ci stanno provando perfino ex muratori e carpentieri. La crisi del mattone non si arresta, così la strada quasi obbligata è buttarsi in un settore dove la legge per le liberalizzazioni ha spalancato non una porta ma un portone. A Lucca il fenomeno è sotto gli occhi di tutti e a segnalarlo sono alcuni guru dei locali storici: sempre più neofiti si improvvisano ristoratori e baristi. In più, il dato allarmante è quello sulla vita media delle nuove partite Iva aperte da esercenti del settore: appena sei mesi, per una altissima percentuale. Si aprono e si chiudono battenti di ristoranti o bar in fondi che fino a qualche anno fa ospitavano negozi storici. E non ci sono soltanto i cinesi che acquistano bar o gelaterie di vecchia data.

“E’ sempre più facile improvvisarsi ristoratori o baristi, ma per noi esercenti non è più una questione di concorrenza. Lucca non può essere considerata il banco di prova di un esperimento che secondo noi le cambierà il volto: vogliamo che specialmente il centro storico non perda la sua peculiarità e la sua anima, e soprattutto che non perda i lucchesi”. Sono parole di Giovanni Mantini, presidente della commissione centro storico di Confcommercio, ma la sua opinione, oltre a essere condivisa dai vertici dell’associazione di categoria, è quella di moltissimi altri esercenti che operano nel settore della somministrazione. “Il problema c’è e come – ammette anche l’assessore alle attività produttive, Giovanni Lemucchi – e lo abbiamo portato, come tante altre realtà, al tavolo con l’assessore regionale che si è svolto proprio oggi”.
Intanto, benvenuti nella città dei ristobar. Altre due attività sono in procinto di aprire nella zona di Corso Garibaldi, proseguendo le due recenti aperture in piazza Napoleone. Poi c’è il caso di via Calderia: 7 attività, nessun fondo rimasto. Ma quello che spicca di più lo si vede in una delle piazze simbolo della città: l’Anfiteatro. Quattro i nuovi esercizi pubblici aperti nell’ultimo anno, uno soltanto pochi mesi fa. E ora che siamo in bassa stagione la maggior parte delle attività sono chiuse per ferie. Attraversare l’Anfiteatro in questi giorni, fa un po’ effetto. Di turisti non se ne vedono quasi più, i pochi che ce ne sono devono accontentarsi di un paio di locali aperti. I lucchesi, invece, non ci sono proprio. “Ormai la vocazione di quella piazza è turistica – commenta Martini -, ma tutto il centro storico ha questa vocazione. C’è da chiedersi, insomma, che fine faranno i lucchesi, dove andranno a divertirsi, se non sarà governata questa tendenza. Mi spiego: se le nuove attività puntano soltanto ai turisti, lavorano soltanto nell’alta stagione, e poi chiudono per ferie, il risultato sarà una perdita complessiva per il centro storico, che si svuoterà e attirerà soltanto i turisti. Siamo fieri che ci sia questo appeal, ma dobbiamo pensare anche alla città e a chi ci vive. Lucca – in sostanza – non può essere oggetto di questo esperimento e se non si interviene basteranno altri due anni per rendere la tendenza irreversibile. Ormai chi vive la città esce in centro storico soltanto il fine settimana, perché manca anche un’offerta adeguata. Per tutta questa serie di motivi – aggiunge il presidente della commissione centro storico di Confcommercio – abbiamo chiesto all’amministrazione di intervenire con una moratoria per mettere mano al piano delle funzioni e programmare le nuove aperture”.
“E’ quello che intendiamo fare – ribatte l’assessore Giovanni Lemucchi, interpellato sulla questione -: a breve usciremo con un provvedimento per cercare se non di risolvere di arginare il problema che ci è ben presente. Secondo noi, si tratta di una questione di decoro e vivibilità della città: siamo più che soddisfatti del fatto che le richieste di aperture aumentino di giorno in giorno, perché significa che Lucca è considerata una buona piazza. Non vogliamo nemmeno noi, tuttavia, assistere ad uno spopolamento di alcuni luoghi nei mesi di bassa stagione o una eccessiva proliferazione di locali che hanno soltanto il target turistico”.
Non sarà facile comunque intervenire in un settore dove vige il principio della liberalizzazione e dell’iniziativa del privato. Ma qualcosa c’è da fare. Lo sostengono sia le associazioni di categoria che gli amministratori: “L’idea che abbiamo in mente – ricorda l’assessore Lemucchi – è quella di definire un nuovo piano delle funzioni, ma è una soluzione che necessita di tempo e che va di pari passo al nuovo piano strutturale. Nelle more, cercheremo di intervenire per regolamentare dove possibile le nuove aperture per gli esercizi di somministrazione”.
“Lo chiediamo da tempo – precisa Giovanni Martini -, perché non vogliamo che il centro storico diventi un fast food a cielo aperto. Ben vengano nuove iniziative imprenditoriali, ma è necessario a questo punto fermarsi un attimo, fare il punto della situazione attuale e programmare le possibilità di nuove attività. Ci sembra controproducente che in alcune strade della città ci siano soltanto esercizi di somministrazione e vorremmo che il Comune desse una impronta, una regola a chi intende aprire queste attività a Lucca e in centro storico in particolare”.