Perini, la Fim Cisl smentisce Usb: “Da noi solo coerenza”

Scontro tra sindacati sul rinnovo dei contratti e sulle nuove assunzioni alla Fabio Perini Spa di Lucca. Dopo le accuse rivolte ai sindacati confederali ieri da Giacomo Vietina dell’Usb, oggi Narcisa Pellegrini, segretaria generale della Fim Cisl Toscana Nord interviene per smentirne la ricostruzione. “Inviterei – esordisce Pellegrini riferendosi a Vietina – ad usare un linguaggio più prudente e meno generalista non tanto per le espressioni ad effetto usate quanto per aver mancato l’obiettivo contro il quale rivolgere la sua personalissima opinione. La Fim Cisl, il ‘ruolo primario di rappresentanti e difensori dei diritti dei lavoratori’ lo ha dimostrato rinnovando i contratti nazionali, garantendo in questo modo aumenti salariali annuali a tutti i lavoratori metalmeccanici. Non so se il signor Vietina si è accorto della crisi che dura ormai da 8 anni e che ha colpito principalmente il settore metalmeccanico, e che la contrattazione aziendale non è così diffusa e che quindi, Perini Körber non è la regola ma l’eccezione, ed è proprio questo il motivo per cui i lavoratori ci hanno riconosciuto come rappresentanti e difensori dei loro diritti, sanciti negli ultimi contratti collettivi nazionali del 2009 e del 2013”.
“Caro signor Vietina – prosegue Pellegrini -, tra Fim e Fiom non ci sono posizioni amicali di convenienza, quello che ci separa è la contrattazione. Le ricordo, ma credo non lo abbia dimenticato così come non lo hanno sicuramente dimenticato i lavoratori che lei dice di rappresentare, che nell’ormai mitico volantone rosa diffuso da Fiom per il contratto nazionale, venivano richieste 206 euro di aumento. A distanza di 4 anni, tutti ci chiediamo dove sono finiti quei soldi? Ancora, nel 2013 la Fiom, in assemblee di organizzazione (e due), ha fatto votare la carta rivendicativa con cui prometteva (ancora) di migliorare il contratto fatto dalla Fim. Ma a che punto siamo non lo sa ancora nessuno. Nel 2013 la Fiom ha firmato (ma c’è il trucco…) il contratto nazionale della Piccola Industria (Confapi) senza aver presentato alcuna piattaforma, accettando una durata di 41 mesi con 1 solo euro in più e peggiorando le condizioni rispetto ai lavoratori della grande industria. Anche per queste ragioni può capire da sé che non ci possono essere posizioni amicali, la memoria è una virtù nobile, e negarla sarebbe l’ennesimo modo per offendere i lavoratori e le loro intelligenze. Se lo ricordi signor Vietina, dopodiché tutto è perfettibile, tranne la supponenza. In merito invece al contratto integrativo di Fabio Perini Körber Spa, come Fim Cisl apprezziamo lo sforzo fatto, principalmente per il programma di assunzioni annunciato, ma a fianco a questo avremmo voluto che l’azienda si facesse carico, così come abbiamo già fortemente richiesto al tavolo della trattativa, di garantire stanzialità e continuità di lavoro a quei lavoratori che nel piano di ristrutturazione, avvenuto nel recente passato, sono stati esternalizzati o appaltati benché appartenessero a processi di lavoro fondamentali per un’azienda come la Perini Körber, e sempre nell’ottica della difesa dei diritti, continueremo a chiedere garanzie e tutele per i lavoratori tutti, anche per i lavoratori del magazzino. Infine ribadiamo e denunciamo ancora una volta, l’incoerenza dell’Azienda Perini Körber che, benché aderente ad Assindustria, continua a disconoscere i contratti nazionali che la stessa Federmeccanica continua a firmare, applicando, sotto il ricatto degli scioperi un contratto nazionale che è scaduto da ormai 8 anni (salvo accordi di miglior favore derivanti dai contratti collettivi nazionali firmati dalla Fim Nazionale e quindi l’intero impianto e ne sono pure consapevoli. È ancora per questo motivo che, anche questa volta come Fim Cisl, coerentemente con le scelte nazionali, non abbiamo firmato l’accordo, lasciando ampia facoltà decisionale alla nostra Rsu”.
Anche la Rsu della Perini prende le distanze da Usb. “Ancora una volta – scrive per la Rsu Carlo Iozzi – qualcuno dimostra di saper poco di cui parla e scrive, ancora una volta sono evidenti presunzione e supponenza di chi – senz’altro non bene informato o in malafede – si erige a giudice di una intesa che mantiene tra le parti dei punti fermi di tutela in risposta a ciò che vige in regime di Jobs Act come unilateralità assoluta dell’Azienda nella gestione dei rapporti di lavoro. I dubbi avanzati sul valore legale di tali intese, ancora una volta manifestano un pregiudizio per partito preso, senza essere consapevoli dei contenuti di merito. Si ricorda che l’accordo prevede in ambito normativo miglioramenti sulla malattia e congedi parentali rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale e le leggi vigenti, un orario per i periodi estivi con riduzione e mezz’ora a carico del’azienda e un incremento annuale sui soli istituti fissi fino a 1480 euro a regime sul quadriennio, più ulteriori incrementi economici sulla parte variabile e di trattamento sulle trasferte: su quest’ultimo punto, il commento Usb circa la gestione nel sito bolognese si basa decisamente su una invenzione, in quanto per pregresse condizioni la Rsu locale ha deciso per optare alla conservazione delle clausole già in essere per il quadriennio 2016-2019 di vigenza, il che non porta affatto ad un rimando di contrattazione, in quanto l’accordo è definito e di gruppo. Ancora, si ri-evidenzia secca l’ignoranza di chi ha redatto quelle note quando si afferma che le rappresentanze non hanno influenzato nulla nella tendenza alle esternalizzazioni, in quanto accordi e prassi già da anni hanno stabilito impegni alla saturazione delle risorse interne e, in particolare e non scontata, la concentrazione di assemblaggi a più alto valore di conoscenze all’interno con personale dipendente Fp, che certo necessita di integrazione su quei settori operativi, come da impegni presi in accordo circa l’inserimento di almeno 15 giovani. Certa sul sito di Lucca è l’attenzione all’esito del voto, ma pare che qualcuno debba sempre esercitarsi nell’arte del discredito a priori, dimostrando oltretutto di ignorare il peso di una intesa che non cede nulla rispetto ai nodi fondamentali del contratto collettivo nazionale 2008 ancora applicato grazie ad una lotta durata 6 mesi, ma semmai aggiungendo ulteriori clausole di miglior favore a tutela di tutti e tutte, inclusi neo-assunti, mediante contenuti che nel complesso sono decisamente rari nell’ampio contesto nazionale”.