
E’ il pensiero del priore di Barbiana, Don Lorenzo Milani, ad ispirare il progetto Fuori classe che per tutta questa settimana si sta realizzando alla scuola alla secondaria di primo grado Chelini di S. Vito. “E’ il tentativo di riuscire concretamente, nella nostra scuola pubblica e statale, a ‘Dare a tutti in base ai bisogni di ciascuno, perché alla fine ogni ragazzo ed ogni ragazza arrivi al traguardo. Non uno di meno”, spiega il preside. Ogni mattina l’insegnante si trova di fronte, in classe (per lo più numerose), ragazzi e ragazze con modalità e ritmi diversi di imparare, ragazzi intelligenze diverse, ognuno con “bisogni speciali”, perché tutti sono “speciali”.
“Nasce da qui – spiega il dirigente scolastico Giovanni Testa – il desiderio ed il bisogno di provare a scommettere su di un’altra scuola possibile. Nasce da qui questa settimana speciale del fuori dalla classe, dove la scena cambia e cambiano anche gli attori chiamati a recitare un altro ruolo, quello di protagonisti e non di comparse. Punto di forza di questa esperienza è rappresentato senza dubbio dai nostri docenti. Questi rappresentano la vera ricchezza psichica delle nostre scuole, un patrimonio di esperienze e di professionalità, una sensibilità umana, prim’ancora che civica. Sono uomini e donne che, per quanto spesso trascurati, se non mal-trattati dall’opinione pubblica e da una certa politica, ogni giorno sono sul campo a coltivare il nostro futuro”. Come accade alla Chelini in questi giorni, dove i docenti tutti hanno deciso di mettersi in gioco: lasciando la cattedra e uscendo dall’aula insieme ai loro ragazzi; rinunciando alla sicurezza del libro di testo e alla loro lezione frontale; puntando sul potere del gruppo, privato della sua classe, e favorendo geometrie variabili nella costruzione dei gruppi e nell’uso degli spazi (corridoi, aule, sala docenti, teatro, biblioteca, laboratori); utilizzando metodologie e pratiche cooperative, differenziando l’insegnamento perché differenti sono i ragazzi, con i loro bisogni,con le loro intelligenze, stili e ritmi di apprendimento; agendo la valutazione come valore e favorendo l’autovalutazione come processo di conoscenza e di responsabilità; avendo occhi per tutti e per ciascuno, insegnando, con l’esempio, a prendersi cura di sé stessi e dei propri compagni; sorridendo, convinti che l’allegria, anche a scuola, è una cosa seria.