Lucca: troppi furti e rapine, bene sanità e rifiuti

La qualità di vita del territorio della Provincia di Lucca misurata da un insieme di indicatori: il B.e.s (acronimo di Benessere equo e sostenibile) è un modello statistico adottato da Istat e stamani (26 novembre) a Palazzo Ducale si è fatto il punto sullo sviluppo locale. Alla giornata di studi hanno preso parte il presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini, Bianca Maria Martelli (dirigente territoriale Istat per Toscana e Umbria), Lorenzo Maraviglia (responsabile ufficio statistica Provincia di Lucca) e molti altri relatori: Filomena Maggino (Unifi), Linda Porciani e Sabina Giampaolo (ancora per Istat), Teresa Ammendola (Cuspi), Marco Ricci (dirigente Istat), Riccardo Innocenti (Comune di Firenze), Ester Macrì (Comune di Prato) e Fedrerico Giuntoli (Comune di Livorno).
Dal rapporto emerge una fotografia del territorio provinciale composta da luci ed ombre: i dati fanno capo ad Istat, ma sono intrecciati con le principali agenzie nazionali ed internazionali operanti in una varietà di settori, corrispondenti agli indicatori di benessere. “La Provincia di Lucca è tra quelle realtà che hanno avviato un percorso virtuoso – spiega Menesini – prestandosi volentieri a dare una mano per l’elaborazione di dati statistici molto preziosi per i soggoli Comuni. Questa, infatti, è una materia che dovrebbe sensibilizzare prima di tutto i politici: i servizi delle singole amministrazioni locali devono corrispondere sempre di più ai reali bisogni dei cittadini”. Tra gli aspetti positivi che affiorano dall’analisi del nostro territorio c’è, in primis, la quota estremamente ridotta di persone costrette a recarsi in altri territori per cure ospedaliere. Segno più anche per la raccolta differenziata dei rifiuti e, spostandosi di settore, per la disponibilità delle aree verdi per i cittadini (75 mq per abitante, più del doppio di una media nazionale che si attesta a 32 mq). Buone notizie provengono anche dalla consistenza del tessuto urbano storico (indicatore dell’integrità del centro), dal non profit e dalle percentuali di scuole prive di barriere architettoniche. Anche per quanto concerne gli incidenti stradali gli indicatori restano positivi: nel 2014 sono stati censiti 26 incidenti mortali su un totale di oltre duemila, rispetto ai 22 morti e quasi duemila incidenti dell’anno precedente.
Nella media regionale lo sviluppo delle piste ciclabili, il livello delle Pm10, il numero dei nuovi laureati ed il reddito lordo disponibile per famiglia (circa 41 mila euro all’anno). Luci e ombre sul fronte sicurezza: bassa l’incidenza di episodi cruenti (0,3% il tasso di omicidi per 100mila abitanti, inferiore alla media toscana dello 0,7% e nazionale dello 0,8%), ma sono molti i reati contro il patrimonio (furti e rapine contribuiscono al dato di 330,1 ogni 10mila abitanti). La presenza di musei rientra invece nella media (1,1 ogni 10mila abitanti).
Le vere criticità? In primis la speranza di vita alla nascita, specialmente tra i maschi del territorio: l’aspettativa è inferiore di circa 1 anno e mezzo rispetto agli standard regionali. La Provincia segna il passo, negativamente, anche per i giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi: il 21,6% non ha conseguito un titolo di studio superiore. Sul fronte occupazionale il Bes si allinea alla media nazionale, ma il tasso di disoccupazione giovanile resta più preoccupante rispetto alla media regionale (41,4% contro 25,9%). Nella zona rossa anche gli infortuni sul lavoro e l’indice di sovraffollamento delle strutture carcerarie, che schizza addirittura al 147,3% in Provincia, rispetto al 97% regionale.
Le retribuzioni maschili risultano nel complesso più alte di quelle femminili, perché le donne del territorio tendono ad essere impiegate in settori che evidenziano una scarsa produttività. Non bene nemmeno la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili (22,1%), nettamente inferiore allo standard regionale (40%). Anche i consumi di elettricità per uso domestico e di acqua potabile superano il dato toscano. Non sono soddisfacenti nemmeno i dati sull’innovazione (64 brevetti per milione di abitante) e la percentuale di donne che risiede nelle amministrazioni comunali (25.4% rispetto al 33% della Toscana).
“Questi dati – conclude Martelli – sono fondamentali per valorizzare le priorità dei cittadini ed aumentare la qualità della vita di ciascuno. Mediante queste indagini vengono forniti importanti strumenti di governance a tutte le amministrazioni locali”.
La ricerca nel dettaglio.
Aspetti positivi. Il territorio della provincia di Lucca si configura come un’area dove il sistema sanitario rappresenta uno dei punti di forza, quindi un servizio di qualità testimoniato, ad esempio, dalla quota estremamente ridotta di coloro che devono recarsi in altri territori per cure ospedaliere.
Nella sezione del segno + s’inserisce anche l’ottimo risultato della raccolta differenziata dei rifiuti: una buona pratica dove il Comune di Capannori ha fatto da apripista ad una virtuosità ormai estesa a tutti i Comuni anche se con valori leggermente diversi da zona a zona, ma comunque in ascesa continua.
In ambito ambientale spicca anche il dato della provincia di Lucca sulla disponibilità delle aree verdi per i cittadini: 75,3 metri quadrati per abitante rispetto ad una media nazionale che si attesta sui 32 metri quadrati.
Buone notizie anche per la qualità della consistenza del tessuto urbano storico che testimonia l’avvedutezza e il criterio con cui le comunità hanno saputo preservare l’integrità dei centri storici arginandone il degrado (sono presi in esame gli edifici costruiti prima del 1919).
Il patrimonio delle famiglie è un elemento che il Bes valuta positivamente poiché rappresenta l’ammontare della ricchezza dei nuclei che risiedono in provincia di Lucca. Il dato è nettamente superiore sia allo standard toscano e a quello nazionale.
Gli indicatori in materia di diffusione del non profit e di volontariato confermano il forte radicamento di tali fenomeni nel territorio provinciale, in linea con una tradizione assai consolidata ed evidenziata da tutte le fonti disponibili.
Note positive anche per le percentuali di scuole prive di barriere architettoniche grazie soprattutto all’azione della Provincia di Lucca (competente per gli istituti superiori) e di molti Comuni (per il resto degli istituti scolastici) che negli ultimi anni sono intervenuti efficacemente per ridurre questo problema.
Per quanto riguarda gli incidenti stradali gli indicatori provinciali riferiti all’anno 2013 (quelli presi in esame per il Bes) sono positivi ma occorre tener conto delle fluttuazioni annuali dovute a fattori del tutto casuali (in particolare gli incidenti mortali sono in genere pochi, pertanto da un anno all’altro il risultato può variare sensibilmente). I dati diffusi un paio di settimane fa dall’Istat (in peggioramento) si riferiscono al 2014 quando sono stati censiti 26 incidenti mortali su 2.036 totali rispetto ai 22 morti e ai 1.988 incidenti totali dell’anno precedente: tasso di mortalità ogni 100 incidenti pari a 1,3, comunque inferiore al dato regionale che si attesta ad 1,5.
Nella media. Il dato relativo al numero di giornate in cui è stato superato il livello di guarda del particolato (Pm10) è in linea con quello nazionale (41 rispetto a 44,) mentre lo sviluppo della rete di piste ciclabili appare ancora parziale seppure in graduale crescita negli ultimi anni. In linea con i contesti regionali e nazionali anche i nuovi laureati e i nuovi laureati in discipline scientifiche.
Nella media il reddito lordo disponibile per la famiglia (41.607 euro) con lievi scarti sia rispetto al dato regionale che a quello nazionale.
Sul fronte sicurezza (dati del 2013) la fotografia evidenzia luci e ombre. Il nostro territorio risulta un’area a bassa incidenza di episodi “cruenti” (tasso di omicidi – 0,3 per 100mila abitanti – inferiore alla media toscana – 0,7 per 100mila abitanti – e nazionale – 0,8 per 100mila abitanti) ma ad alta diffusione di reati contro il patrimonio (soprattutto furti e rapine in abitazioni) – 330,1 per 10mila abitanti.
Nella media la dotazione di strutture museali (1,1 ogni 10mila abitanti) ma non il numero di visitatori.
I dati sulla partecipazione all’istruzione secondaria e universitaria sono allineati alla media toscana ed è buona la percentuale relativa alla formazione permanente degli adulti anche se le percentuali sono sotto la media degli obiettivi Ue.
Per quanto concerne la qualità dei servizi, la percentuale di bambini sotto i 3 anni che usufruiscono dei servizi per l’infanzia (19,5%) è inferiore alla media regionale di pochi punti, ma superiore alla media nazionale (13,5) e la situazione è in netto miglioramento considerando gli ultimi due censimenti.
Criticità. In primis tra le note dolenti la speranza di vita alla nascita soprattutto tra i maschi del territorio. La speranza di vita alla nascita è un indicatore che dipende dai tassi di mortalità attuali e che, pertanto, fornisce una fotografia dello stato di salute complessivo di una popolazione. Il risultato non positivo per la componente maschile provinciale – con un’aspettativa alla nascita inferiore di circa 1 anno e mezzo rispetto allo standard regionale – dipende soprattutto da un’incidenza superiore alla media di mortalità per tumori e malattie respiratorie nella popolazione anziana. Poiché tali malattie presentano un periodo di latenza piuttosto lungo, il risultato attuale dipende presumibilmente – oltre che da fattori genetici – da fattori ambientali pregressi (gli studi epidemiologici disponibili indicano una tendenza verso tassi di mortalità più vicini alla media regionale per le generazioni nate a partire dagli anni ’60 in poi).
Il nostro territorio segna il passo, poi, sulla quota di giovani (18-24 anni di età) che hanno abbandonato precocemente gli studi senza conseguire un titolo di studio superiore (21,6%), dato che supera di circa 7 punti la media regionale e che, in prospettiva, certo non rappresenta il miglior viatico per colmare il ritardo che ancora riguarda la percentuale di persone in età lavorativa con al massimo la licenza media (49,2%).
Sul fronte occupazionale, inoltre, il Bes è allineato alla media nazionale per quanto riguarda il tasso (22,2%) di mancata partecipazione al lavoro (15-74 anni), ma il divario è netto se si confronta il dato a livello regionale (15,6%); il tasso di occupazione (20-64 anni) è lievemente peggiore rispetto al dato nazionale ma è sul tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) il dato più preoccupante (41,4%) rispetto alla media regionale (25,9%) e a quella nazionale (31,6%). Certo in questo ambito occorre distinguere tra gli aspetti strutturali e congiunturali ma dal Bes risulta evidente che a creare difficoltà nei settori economici è soprattutto la mancanza di domanda interna, più localizzata sulle aree costiere e montane che nella zona della Piana e del capoluogo.
Nella zona ‘rossa’ anche i tassi di rischiosità e di rischiosità grave per infortuni sul lavoro e l’indice di sovraffollamento delle strutture carcerarie che schizza a 147,3% in provincia di Lucca rispetto al 97,9% della Toscana e al 108,3% della Nazione.
La differenza tra le retribuzioni maschili (più alte) e femminili più marcata che altrove è spiegabile col fatto che le donne tendono ad essere impiegate in settori economici a bassa produttività e scarso contenuto tecnologico e quindi nell’ambito dei servizi.
Non bene la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili (22,1%) che è nettamente inferiore allo standard regionale che si attesta sul 40%; su questo aspetto influisce la centralità della produzione idroelettrica legata a fattori storici e di struttura orografica del territorio che contribuisce a servire aree collocate fuori provincia.
I consumi di elettricità per uso domestico e di acqua potabile sono superiori alla media regionale. Sul fronte culturale, poi, risulta estremamente basso il numero dei visitatori nelle strutture museali del territorio sia pubbliche che private (musei, aree archeologiche e monumenti) che appare in stridente contrasto con la buona dotazione esistente degli spazi dedicati.
Non soddisfacenti vengono valutati i dati sul tasso di innovazione (ossia i brevetti in rapporto agli abitanti – 64 per milione di abitante) che sono al di sotto della media regionale (88,2) e di quella nazionale (75,2).
Infine risulta bassa la percentuale di donne che siedono nelle amministrazioni comunali (25,4%), rispetto al 33% della Toscana e al 26,6% del dato nazionale. La quota di amministratori locali con meno di 40 anni è invece allineata alla media nazionale (32%).
“Il quadro che emerge dall’indagine Bes del nostro territorio provinciale – commenta il presidente della Provincia Luca Menesini – è diversificato, multiforme, come spesso succede nelle ricerche ad ampio raggio di questo tipo. Ogni territorio, come si può immaginare, ha pregi e difetti, punti di forza e di debolezza. La nostra adesione al progetto Bes scaturisce dalla volontà non solo di conoscere più approfonditamente il nostro territorio, ma anche di mettere a disposizione della comunità locale, delle istituzioni e dei cittadini uno studio così analitico e autorevole, anche per aprire un dibattito che, mi auguro, sia propositivo. Qui non c’è la volontà di fare classifiche (mi viene in mente quella annuale del Sole 24 ore sulla qualità della vita), ma nel caso del Bes si rappresenta uno scenario attraverso dati ufficiali, certificati che proprio per l’autorevolezza degli istituti che lo hanno ‘disegnato’ non si discosta molto dalla realtà. Insomma se il Pil, a livello nazionale, può rappresentare un utile indicatore di crescita economica ma in molti casi fine a se stesso, il Bes offre indicatori specifici rappresentativi dell’attività degli enti, utili per valutare l’azione sul benessere dei cittadini. Dove il senso della parola benessere va ben oltre l’aspetto puramente economico”. Info: www.besdelleprovince.it Per scaricare l’indagine completa: http://www.besdelleprovince.it/bes-delle-province-2015/lucca/
Paolo Lazzari