Aumentano i casi di Aids: anche un decesso a Lucca

Il progetto Ultimora-Multimedialucca per la lotta all’Aids ha coinvolto le scuole della Provincia di Lucca anche quest’anno: la terza edizione si è conclusa oggi (martedì 1 dicembre) a palazzo ducale. L’iniziativa è stata illustrata alla presenza della consigliera comunale Valentina Mercanti in rappresentanza del Comune di Lucca, dell’assessore Gabriele Bove per quello di Capannori, di Grazia Sinagra per la Provincia, del dottor Michele De Gennaro (direttore struttura complessa malattie infettive del San Luca) e di Chiara Bertolozzi (casa famiglia monsignor Agresti). I dati raccolti a livello nazionale trovano riscontro anche nelle realtà locali: la fascia di popolazione sulla quale il virus insiste maggiormente è quella maschile, con un’età media che si aggira intorno ai quaranta anni, in linea anche con la media toscana.
Si tratta di persone difficilmente raggiungibili mediante le campagne di sensibilizzazione, che si rifiutano di sottoporsi al test – gratuito ed anonimo – anche se sanno di avere avuto un rapporto non protetto. In Italia l’80% delle infezioni avviene per via sessuale, mentre su Lucca il dato parla del 100%. Nell’ultimo anno (dati al primo dicembre 2015) sono stati diagnosticati nella Provincia di Lucca 15 nuovi casi di infezione da Hiv, di cui 5 notificati come Aids: un paziente è deceduto. Dopo un costante aumento negli ultimi due anni, si è assistito ad un decremento di circa il 30% dell’incidenza dei nuovi casi di infezione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (gennaio-novembre 2014), ma questo non rassicura affatto, anzi: “Il fatto che il livello delle infezioni da Hiv sia rimasto stabile – commenta il dottor De Gennaro – sta a significare che non si sono raggiunti i risultati auspicati. Ricevere 5 casi di Aids nella nostra struttura significa fare un passo indietro di 5 anni. La situazione è grave: da quando ho iniziato il mio lavoro, 30 anni fa, non si sono registrati decrementi davvero significativi. Questo significa che non riusciamo ad intaccare il nocciolo duro dell’infezione, per via di una molteplicità di fattori”. Nella struttura di Lucca il 60% dei pazienti ha contratto il virus mediante rapporti omosessuali non protetti: “Abbiamo 500 pazienti in carico – prosegue De Gennaro – e la mole degli infetti provenienti dalle Asl vicine, non munite di un reparto infettivo, è aumentata del 20% nell’ultimo anno”. Le cure mediche costano migliaia di euro e, spesso, quando il test viene effettuato il paziente versa in uno stato di malattia conclamata: “E’ la paura della discriminazione a frenare ogni nostra campagna”, conclude De Gennaro.
Proprio per contrastare questa preoccupante tendenza ecco allora una nuova edizione dell’evento, rivolto agli studenti delle scuole superiori della Provincia di Lucca. Si è svolto in concomitanza con la giornata mondiale per la lotta all’Aids, in collaborazione con azienda Usl 2 Lucca, DiTestaMia Health Promoting Guys, azienda Usl 12 Viareggio, Ceis, Cesdop,Cesvot, Comuni di Lucca e Capannori, Provincia di Lucca, Squarciagola la voce dei giovani e Anlaids. Mediapartner sono Il Tirreno, La Nazione, NoiTv e Lo Schermo. “Gli studenti delle scuole (Pertini di Lucca, Benedetti di Porcari, Ferrari di borgo a Mozzano e Barsanti e Matteucci di Viareggio) coinvolti sono stati circa 200 – spiega Sinagra – e l’iniziativa ha seguito diverse fasi: all’inizio c’è stato un percorso di formazione, poi è partito un concorso volto alla sensibilizzazione attraverso i media e la creazione di opuscoli. La premiazione si è svolta oggi”. Come avviene da tempo, anche quest’anno è stato distribuito materiale informativo fuori da diversi locali notturni e punti di ritrovo per i giovani: le ditte Durex, Condomizzati e Masculan hanno sostenuto la campagna fornendo profilattici.
“Quello verso i giovani è un investimento – afferma Mercanti – ed un progetto da rendere continuativo nel tempo, attraverso un lavoro capillare. I percorsi di prevenzione e l’accesso alla sessualità consapevole sono fondamentali per contrastare il diffondersi del virus. Il test poi è davvero veloce da fare: non bisogna avere timore, perché la malattia deve essere presa in tempo”. Anche l’assessore Bove ricorda come “il gioco di squadra tra enti ed associazioni debba durare tutto l’anno, per sconfiggere una spina nel fianco di cui si parla sempre troppo poco, ma che è più presente di quanto non sembri”.
Esempio virtuoso di sinergia è il lavoro congiunto di Usl 2 e Casa famiglia monsignor Agresti: “Abbiamo 12 posti – ricorda Chiara Bertolozzi – ed accogliamo maschi, femmine e transgender. Il nostro lavoro consente di ridurre il numero dei ricoveri (la struttura complessa avente sede al San Luca gestisce anche 30 pazienti a domicilio) e, purtroppo, constatiamo quotidianamente come il timore della discriminazione sia una delle cause principali della mancata prevenzione. Noi entriamo in scena quando il virus è già in corso: cerchiamo di reinserire socialmente queste persone, che chiedono spesso di rimanere nell’anonimato per non incorrere in pregiudizi”. Sotto questo profilo, è sempre utile leggere l’opuscolo informativo diffuso capillarmente dagli studenti, per ricordare una volta di più come l’Hiv possa realmente trasmettersi.
Paolo Lazzari