Vivere il centro storico: “Dov’è finito il progetto nuove circoscrizioni?”

4 dicembre 2015 | 14:12
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Vivere il centro storico: “Dov’è finito il progetto nuove circoscrizioni?”

Il comitato Vivere il centro storico interviene oggi (4 dicembre), con una nota, sul progetto delle “nuove circoscrizioni”. Ecco, di seguito, l’intervento integrale: ” Ci domandiamo dove è andato a finire il progetto delle nuove circoscrizioni – si legge – e ci chiediamo anche come può un’amministrazione governare senza che ci sia un organismo nel quale le varie componenti della cittadinanza possono discutere, confrontarsi, formulare proposte e ascoltare quelle degli altri? Perché il governo delle città deve essere portato avanti mediante saltuarie riunioni con l’assessore di turno che riceve cittadini e categorie quando e come può? E’ chiaro che in questo modo lo scontro fra le varie componenti della società diventa ancora più evidente, in quanto tutti restano arroccati sulle proprie posizioni senza alcuna possibilità di efficace contraddittorio” 

I membri del comitato provano ad addurre anche un esempio concreto: “Prendiamo l’utilizzo del centro storico – scrivono – e chiediamoci per quale motivo non se ne parla in maniera articolata e civile mentre invece il tutto si riduce ad una battaglia tribale, dove il gruppo etnico che si crede più numeroso ritiene di poter prevalere su quello che giudica essere numericamente meno consistente? Questa mentalità da Africa post coloniale non si adatta ad un paese pressoché civile come il nostro dove le dispute si devono risolvere con la discussione di diritti, leggi e regolamenti e non già con l’ esibizione dei guerrieri pronti ad entrare in battaglia con in mano le loro lance come accade nelle diatribe africane. Delle nuove circoscrizioni se ne occupava l’assessore Tomei, poi da quando lei ha lasciato l’ incarico il tutto è scomparso in qualche cassetto dove riposa in pace da circa due anni.
E’ giusto così? Questa Amministrazione desidera arrivare a fine mandato assistendo a quei poco edificanti scontri sociali pressoché quotidiani fra chi vive nel centro storico e chi invece ne vorrebbe fare una Gardaland di campagna? Possibile che non si possa organizzare una sede istituzionale, dove ciascuno sia in condizione di rappresentare le proprie istanze in maniera composta, civile e producente, con il fine di almeno provare ad individuare soluzioni condivise?”.