Servizio civile, confronto a Palazzo Ducale con i giovani

14 dicembre 2015 | 13:15
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Servizio civile, confronto a Palazzo Ducale con i giovani

123 giovani attivi in progetti di servizio civile nelle sedi sociali del Centro nazionale per il volontariato si incontreranno domani (15 dicembre), nella Sala Mario Tobino di Palazzo Ducale a Lucca. L’obiettivo è quello di discutere, ascoltare, raccontarsi, “esibirsi” in vista del prossimo Festival del Volontariato che si svolgerà ad aprile.
La data coincide con un’altra ricorrenza: quella della prima legge per il servizio civile come Obiettori di Coscienza. Era il 1972. In quel 12 dicembre per la prima volta veniva stabilito che si poteva “difendere” la patria anche occupandosi degli ultimi, dei beni artistici e naturali e di molte altre cose.

Il Centro Nazionale per il Volontariato, che fin dalla promulgazione delle prime normative si occupa di accreditare sedi operative, elaborare, realizzare, monitorare e coordinare progetti sul campo, in quindici anni ha offerto questa possibilità a 771 giovani. Attualmente sono 123, suddivisi in 24 progetti e parcellizzati in 61 sedi operative del territorio provinciale ed anche regionale, in una miriade di situazioni, di relazioni, di avvenimenti, che domani comunicheranno tra di loro ed anche alla città.”Casualmente, o forse no – sottolinea Massimiliano Andreoni, referente del servizio civile per il Cnv -, la disponibilità della sala, che doveva essere ben ampia per accogliere tutti questi giovani con il loro bagaglio e le loro energie, la data coincide con un’altra ricorrenza, quella della prima legge per il servizio civile come Obiettori di Coscienza, correva l’anno 1972. In quel 12 dicembre per la prima volta veniva stabilito che, come aveva scritto Don Lorenzo Milani, ‘l’obbedienza non è più una virtù’, e che si poteva ‘difendere’ la patria anche occupandosi degli ultimi, dei beni artistici e naturali e di molte altre cose. Molta acqua è passata sotto i ponti da allora, e oggi il Servizio Civile, non più alternativo, ma volontario, senza più distinzioni di genere, ha permesso negli ultimi quindici anni a centinaia di migliaia di giovani, di spendere un anno di servizio, andandosi idealmente ad aggiungere al milione di obiettori di coscienza che lo hanno vissuto per un trentennio.  Ecco allora l’idea della giornata, costruita anche insieme a loro, che sarà un collage di idee, di fotografie dell’esistente, ma anche di racconti di nuovi e vecchi volontari, nuovi e vecchi operatori, e sarà colorata da suoni, musiche, poesie, racconti, immagini e disegni che alcuni di loro hanno deciso di socializzare con tutti gli altri. La giornata che inizierà con un seminario sullo stato dell’arte del servizio civile, con la partecipazione di Edoardo Patriarca, presidente del Cnv e parlamentare nell’attuale legislatura, e i rappresentanti dei principali enti di servizio civile della Toscana, continuerà poi con le proposte dei giovani per il prossimo Festival del volontariato, e dopo un momento di pausa per condividere il pranzo, si protrarrà nel pomeriggio con le storie, i suoni e i colori del servizio civile lucchese. Questa occasione ci offre anche la possibilità per riflettere una volta di più e offrire un contributo sul dibattito che ogni tanto prende campo, soprattutto in occasione dei bandi di selezione, sulla valenza del servizio civile: servizio civile sì, servizio civile no, troppi, troppo pochi, esperienza di formazione, lavoro sottopagato, e chi più ne ha più ne metta. Da obiettore di coscienza, status che per quello che mi riguarda, resta per tutta la vita, e da addetto ai lavori (mi occupo professionalmente di servizio civile almeno dal 1989, anno del mio servizio), ritengo che ancora oggi rimanga una delle proposte più interessanti tra quelle rivolte ai giovani, una delle sempre più rare occasioni in cui il mondo degli adulti si occupa di loro, spendendo per questo risorse economiche, energie, interesse, tempo. Tra l’altro, dopo anni di scelte al ribasso, l’Ufficio Nazionale ha finalmente invertito il trend negativo ed ha iniziato a proporre bandi per numeri di giovani in aumento, mentre si attende, visto che in Toscana abbiamo la fortuna di avere da circa dieci anni anche l’opzione del servizio civile regionale, di sapere quali saranno le sue prospettive future (Giovani Sì, Garanzia Giovani o che cosa?). Quello che mi sembra utile ricordare a tutti per questa occasione – aggiunge Andreoni -, è che cosa sia il servizio civile, da qualsiasi angolatura o territorio lo si declini: un’occasione di Formazione unica, rivolta a giovani cittadini, per vivere un’esperienza, spesso per la prima volta, in una cornice lavorativa, grazie alla quale possa, anche fornendo il proprio contributo di creatività, di entusiasmo, talvolta di competenze già apprese in precedenza, imparare, comprendere, collaborare, e magari farla diventare un tassello del proprio curriculum professionale. Questo è sempre e comunque il servizio civile, non tutto il resto. Quindi, pur alla luce delle difficoltà attuali nella ricerca del lavoro e nella conseguente realizzazione personale e professionale, mi pare inutile, spesso demagogica, tutta la discussione, sull’entità del rimborso, sulla rigidità del sistema (le norme avrebbero un’indubbia necessità di restyling), o su tanti altri aspetti sui cui talvolta anche alcuni colleghi operatori si dilettano ad intavolare discussioni. Parliamo piuttosto dei progetti, cerchiamo di costruirli e svilupparli sempre meglio, ma avendo sempre al centro il focus, che non è né può mai essere la necessità dell’ente (norme e circolari in tal senso sono estremamente chiare), ma è il giovane, che non è certo messo al fianco, di carcerati, dentro biblioteche, in parchi naturali, per essere coccolato o fare la bella statuina, ma neppure per sostituire il lavoro di qualcun altro, che non c’è forse anche perché non vi sono più le risorse per remunerare il suo lavoro, ma che non può e non deve giustificare nessuno dal pensare che il giovane volontario possa esserne il sostituto. Il giovane in servizio civile deve avere la possibilità, quella sì, di fornire un contributo unico, il suo, di formarsi, oltre attraverso le ore e i moduli che i progetti prevedono, anche attraverso la sua azione, che nel tempo potrà diventare sempre più competente ed impegnata, ma non dimentichiamo che il progetto in cui è inserito deve esistere sia prima che dopo il suo servizio, magari più zoppicante, magari meno efficace, ma non può e non deve esistere solo grazie al giovane. Credo sia opportuno e doveroso ricordarlo, spesso alcuni se ne dimenticano, altrimenti mi piacerebbe sapere che cosa intendeva ad esempio, ad una riunione in regione, il collega che lamentava perché il rimborso al volontario fosse molto inferiore alla retribuzione del collega dell’ufficio. Il sistema rimane poi ovviamente migliorabile, assolutamente. Ad esempio la scelta della Regione Toscana di utilizzare i fondi europei di Garanzia Giovani per finanziare i progetti relativi ad oltre 700 giovani e che erano stati approvati ma non avviati per mancanza di fondi, se da un lato è da salutare con grande esultanza, dall’altro, nella pratica giornaliera, ci segnala tutte le difficoltà di gestione di progetti che per loro natura sono “elastici” con la necessaria rigidità richiesta nella rendicontazione da Bruxelles.
Ma credo che l’ufficio regionale, piuttosto che quello nazionale, abbia anche la possibilità di contare sulla collaborazione e sui suggerimenti di enti, che come il centro nazionale per il volontariato, si spendono da quindici anni, dal primo bando del 2001, verso il mondo giovanile, con passione e con discreti risultati.
Sono questi alcuni degli auspici con cui domani andremo a vivere questa giornata, e lo faremo anche nel ricordo di Marco Trasciatti, amico e massimo conoscitore sicuramente lucchese, ma anche voce importante a livello nazionale, sui temi dell’obiezione di coscienza e del servizio civile, che ci ha lasciati ormai da quasi due anni e di cui, soprattutto in giornate come questa, sentiamo davvero la mancanza”.