Occupazioni e autogestione, inizia l’onda delle proteste

15 dicembre 2015 | 08:42
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Occupazioni e autogestione, inizia l’onda delle proteste
Occupazioni e autogestione, inizia l’onda delle proteste
Occupazioni e autogestione, inizia l’onda delle proteste
Occupazioni e autogestione, inizia l’onda delle proteste
Occupazioni e autogestione, inizia l’onda delle proteste
Occupazioni e autogestione, inizia l’onda delle proteste

di Roberto Salotti
L’onda lunga delle proteste studentesche prende il via a Lucca in due scuole, da sempre antesignane della mobilitazione dei giovani. Da stamani (15 dicembre) sono occupati il liceo artistico e l’istituto d’arte Passaglia e al liceo scientifico Vallisneri, dopo il tentativo di un gruppo di studenti di lasciare fuori gli insegnanti, è scattata l’autogestione. La fibrillazione degli studenti scatta di primo mattino. Attorno alle 7,30 i cancelli del Vallisneri in via delle Rose a Sant’Anna vengono trovati chiusi dal personale della scuola che avvisa la polizia e la dirigente scolastica. Nel frattempo continuano ad arrivare le centinaia di studenti per l’inizio delle lezioni, ma la prima campanella suona per tutti a vuoto.

Solo dopo alcune “trattative” con la Digos i manifestanti si convincono ad aprire cancelli e porte della scuola, accettando la proposta di autogestione e forme di cogestione dell’attività scolastica. Al liceo artistico Passaglia la situazione all’inizio della mattinata appare più blanda. Gli studenti chiedono alla preside di indire una assemblea per decidere il da farsi, ma il confronto è a porte chiuse. Dirigente scolastica e insegnanti attendono fuori, insieme ad altri studenti, il verdetto dell’assemblea. “Il Passaglia si occupa”, recita lo striscione appeso alla facciata dell’istituto. In via Fillungo, ma anche alla sede di piazza Napoleone. “E’ occupazione”, informa il collettivo studentesco su Facebook. Inutile, qui, l’intervento di una pattuglia dei carabinieri.
Al Vallisneri, l’obiettivo di un gruppo di studenti che hanno tentato di entrare nell’istituto prima dell’apertura, era ben preciso: dare vita ad un’occupazione. Una ipotesi “sventata” dopo una lunga trattativa e l’intervento sul posto della polizia, anche se ai cancelli dell’istituto sventola lo striscione che annuncia l’occupazione. Insegnanti e alunni fuori dall’istituto sono alla fine stati fatti entrare ed è iniziata l’autogestione. “Questa mattina alle 7,30 abbiamo trovato i cancelli chiusi – racconta la preside Monica Ceccherelli -: un gruppo di giovani occupanti ha impedito l’accesso al personale docente e agli studenti. Tuttavia, in seguito, grazie anche alla collaborazione della Digos, sono stati convinti ad aprire e adesso a scuola è partita l’autogestione a cui aderisce una parte degli alunni. Gli altri sono potuti entrare senza problemi e fare lezione”. Nel mirino della protesta degli studenti c’è la buona scuola di Renzi, i giovani bocciano infatti il modello formativo introdotto dalla riforma e contestano le scelte del governo.
E ora si prepara una manifestazione con corteo in città per venerdì prossimo (18 dicembre).
I motivi della protesta sono spiegati bene dal collettivo degli studenti del Passaglia che hanno diffuso un comunicato sui social network. Qui come al Vallisneri le ragioni della mobilitazione sono legati sia ad aspetti “locali” relativi alla gestione dell’attività didattica o all’organizzazione della scuola, sia a motivi più generali. E in questo senso il coro è unanime contro la riforma della buona scuola. “Noi studenti – spiega il collettivo del Passaglia – ci siamo mobilitati per portare un tipo di informazione, che solitamente non ci è concessa, all’interno della nostra scuola. Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità, ad affrontare tematiche e argomenti che ci toccano in prima persona ma di cui nessuno ci parla mai. Ci rendiamo conto che l’occupazione è la pratica più drastica da adottare ma rappresenta una riappropriazione del nostro istituto del quale siamo parte integrante nonché fondamentale, ed è anche un mezzo per far si che la scuola diventi per noi studenti un luogo piacevole, da conoscere ed apprezzare a pieno, dato che ci passiamo gran parte del nostro tempo. Il nostro liceo – osservano gli studenti manifestanti – non ha uno spazio per le assemblee, ai suoi studenti non vengono forniti materiali didattici, non possiede delle sedi regolari e sicure in primis per le classi del musicale. Siamo qua anche per ribadire e protestare nuovamente contro la disorganizzazione della scuola in merito agli stage che sono diventati obbligatori da quest’anno con la riforma della buona scuola di Renzi, e in merito ai trasporti pubblici che vengono utilizzati dalla maggior parte degli studenti che spesso non possono affrontarne i costi. Vogliamo riaprire quel dialogo con la provincia su Sant’Agostino che sembra essersi arenato tra promesse e burocrazia e vogliamo uscire da questi giorni di occupazione avendo migliorato la scuola e informato gli studenti. Per questo vorremo che tutti gli studenti partecipassero e che non sia ricordata come il teatrino di pochi ma che sia qualcosa che riusciamo a costruire insieme”.

FOTO – La mobilitazione degli studenti al Vallisneri e al Passaglia (di Giuseppe Cortopassi)