Il presepe a scuola con le tavole di Giuliano Barsotti

In questo periodo sembra essere tornato di moda il presepe. Dopo anni di relativo abbandono, la scena della Natività di Betlemme si è riproposta al centro di un dibattito che è anche culturale e politico. Si sono fatti presepi, mostre e concorsi anche in ambiti apparentemente lontani dalla tradizione religiosa.
E così succede anche a scuola. All’interno del progetto Scuola & Volontariato infatti ci sarà uno spazio di riflessione ma anche di protagonismo dei bambini attorno al presepe e al simbolismo educativo che in esso viene espresso. Sono state ristampate, per questo motivo, un migliaio di copie delle tavole del compianto Giuliano Barsotti, che saranno consegnate, attraverso gli istituti comprensivi che ne faranno richiesta.
Un semplice presepe disegnato su cartoncino (dimensioni del foglio 50 per 35 centimetri), da ritagliare e da allestire su un tavolo o su un altro cartoncino.
Le immagini da ritagliare potranno servire anche da spunto per realizzarne altre; alla stessa scala, al fine di personalizzare l’opera di ogni bambino e di inquadrarla in uno scenario; seguendo le sue capacità artistiche e tecniche. I bambini che avranno partecipato a queste personali realizzazioni resteranno ovviamente proprietari del loro originale presepe di carta, riscoprendo una moda che fino a una quarantina di anni fa era molto diffusa.
Volendo potranno inviare una foto in formato digitale (almeno da 1600 per 1200 pixel, con risoluzione a 300 dpi) del loro allestimento. Una giuria di esperti di presepe alla fine sceglierà le cinque migliori realizzazioni che saranno premiate.
Così spiegano l’iniziativa la dirigente scolastica Donatella Buonriposi, promotrice di un progetto assieme all’associazione Don Baroni: “La scuola pubblica, che è necessariamente laica – dice – non può trascurare l’enorme patrimonio di arte e di cultura che ruota attorno al sacro. Dalle chiese che sono ricche di opere d’arte di pittura, scultura, architettura; alle musiche che hanno accompagnato e accompagnano le grandi celebrazioni, fino alle poesie, ai racconti, alle commedie teatrali, eccetera. C’è arte, soltanto apparentemente minore, anche nel fare il presepe. Non soltanto nelle chiese ma anche nelle case e nelle scuole. Non si tratta di una decorazione da abbinare a un particolare periodo di festa ma di un segno di sensibilità per una scena che appartiene alla storia di ogni persona. La nascita di un bambino – infatti – è sempre un avvenimento bello per ogni famiglia. E’ atteso come un bene prezioso, come il frutto dell’amore. E’ la vita che si rinnova sulla morte. Il presepe dunque non deve essere soltanto una tradizione, il fascino di un’atmosfera magica o il ricordo di un passato che finisce per produrre soltanto brividi di nostalgia”.
“Il presepe e il Natale – proegue la nota – sono ciò che riguarda la nascita, l’accoglienza, la festa che è anzitutto lo stare insieme e condividere. Tutto il resto è secondario. C’è una pedagogia del presepe da non dimenticare. Le associazioni degli Amici del presepe ne parlano da almeno 45 anni nei loro corsi. E’ noto ed evidente il rilievo che ha l’intuizione fin dalla prima infanzia. In realtà un po’ a tutte le età si ottiene e si comprende sempre e più facilmente – soprattutto in questa era di nativi digitali – con i simboli, le immagini, le scene; piuttosto che con lunghe dissertazioni. Caratteri e tendenze dei fanciulli si rivelano già nella prima infanzia. Per questo è importante anche il gioco, in sé e come strumento, nella formazione dei bambini. E’ importante fare il presepe fin da bambini per saper accogliere la vita e il prossimo”.