Fantozzi: “I dati del Sole 24 Ore confermano il fallimento della sinistra a Lucca”

22 dicembre 2015 | 10:54
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Fantozzi: “I dati del Sole 24 Ore confermano il fallimento della sinistra a Lucca”

“Altra bocciatura prestigiosa, l’ennesima, per Lucca e tutto il territorio provincia, questa volta dalle pagine de Il Sole 24 nella consueta classifica sulla qualità della vita nelle province italiane”. Il sindaco di Montecarlo, Vittorio Fantozzi, va alla carica. “I primi commenti politici, perché di analisi non si può certo parlare – osserva – sono superficiali quanto imbarazzanti sia per chi li pronuncia sia per la gravità dei numeri che certificano, se i recenti e negativi dati del B.e.s. non fossero stati sufficienti, il fallimento in termini assoluti delle politiche di medio e lungo corso determinate sul territorio lucchese dalla sinistra, no mi correggo dal Partito Democratico che, con la sua classe dirigente, lo ha amministrato quasi interamente e sul lungo periodo, ricoprendo tutti i ruoli nelle principali istituzioni”.

“Bene evidenziare come – aggiunge -, nemmeno laddove dovremmo essere punta di diamante delle politiche virtuose della sinistra lucchese, la raccolta e smaltimento dei rifiuti per citare la più strombazzata, siamo nemmeno livello alto della classifica nazionale. Eccelliamo però per il tempo libero e nel numero di svaghi e di presenze agli spettacoli con sommo gaudio dei nostri disoccupati e di chi non ha probabilmente lo svago come priorità. Immaginiamo già tutti i costosi e pubblici uffici stampa dei nostri sindaci, consiglieri, presidenti ed onorevoli lavorare alacremente, in queste ore, per riuscire a dare la più ampia e sostanziale interpretazione politica alla dizione di tempo libero e farne vanto. Consapevoli dell’arduo compito, laddove solo l’ipocrisia sfacciata di Renzi potrebbe riuscire, bene essere costruttivi ed andare in loro aiuto attingendo al nostro immenso patrimonio culturale: la politica lucchese del Pd, nazionale come locale, si traduce in quel Panem et circenses di Giovenale, per cui date al popolo le 80 euro e 500 euro ai maggiorenni, concerti e cerimonie pubbliche il resto non si ha da vedere. Consola, comunque, sapere che il presidente della Provincia Menesini veda “le luci”, sicuramente quelle delle luminare accesse per il Natale, pur mal commentando il dato sulle denunce perché non è in calo ma in aumento il numero di coloro che decidono di rinunciare a fare denuncia contribuendo ad alterare ulteriormente i dati statistici, specie di coloro che vorrebbero far sembrare in calo i reati. Non ci consola affatto sapere di essere penultimi tra i toscani e che solo la vicina Pistoia stia peggio di noi, come non ci sorprende che Livorno stia invece meglio, mentre perdiamo posizioni e ne guadagnano, sempre relativamente sia chiaro, i territori dove quello che resta del potere economico e del potere politico vanno a braccetto. Inserisca anche questo indice il Sole 24 ore ed assisteremo a delle curiose ma non banali coincidenze. Dal livello romano a quello regionale Lucca ha perso peso ed importanza riducendosi ad un ruolo di grande periferia abbandonata ad un declino drammatico a cui segue lo sbandamento e crescente disaffezione civica di una delle comunità toscane più dinamiche, autorevoli e sinceramente fiera della propria identità ed autonomia. Un danno che i dati statistici fotografano tristemente e che non possono portare ad un’analisi spietata ed a conclusioni altrettanto nette. Il fallimento di chi dovrebbe assicurare alla Lucchesia la sicurezza è totale e completo. Occorre prenderne politicamente atto e chiedere al governo, al ministero dell’Interno, di prendere atto della situazione e con ciò i necessari provvedimenti, con un intervento mirato rapido e decisivo che consenta di riprendere, letteralmente, il controllo del territorio non per il periodo natalizio ma per 365 giorni l’anno. Il fallimento politico delle politiche per la sicurezza come per lo sviluppo del territorio lucchese si può certificare unicamente nelle urne, per questo motivo un’alternativa di centrodestra deve ristrutturarsi in casa nostra prima possibile. Ci stiamo lavorando. Così come i ricordati dati del B.e.s, dove i tassi di disoccupazione, la sicurezza, gli infortuni sul lavoro, la mobilita sul territorio rendono bene l’immagine di un territorio ingessato nelle sua forze ed avviato al degrado civico, così il Sole 24 ore conferma che la Lucchesia sia ormai terra di nessuno, dove la sicurezza è uno slogan e dove la nostra gente sta male, se non ancora economicamente, nel suo complesso, in tutti quei dati cioè che offrendo l’aspettativa di vita di una comunità ne rendono, potremmo dire, quello stato di salute e d’animo che è esattamente quello del lucchese che possiamo incrociare, per strada, ogni giorno. È lo sguardo del lucchese smarrito, delle nostre famiglie sinceramente impaurite dai ladri quanto e forse più dall’incapacità dello Stato e dei suoi rappresentanti di assicurargli la più fondamentale delle garanzie in una società civile quale vorremmo vivere, ovvero la sicurezza della propria persona e dei propri beni. È lo sguardo perso nel vuoto di chi, certo avrà tanto “tempo libero” come dice il Sole, ma non ha un occupazione e, peggio ancora, nessuna prospettiva propria ma neppure offerta da questa repubblica delle banche. È lo sguardo triste di intere comunità che, in nome di errori compiti nel recentissimo passato ad ogni livello, si vedono sottrarre, ridurre ed allontanare l’altro sacro diritto di chi vive per una società che vuole civile, il diritto alla salute e per ad un servizio sanitario non solo economico ma efficiente. È lo sguardo, spesso incattivito, ahimè, di una cittadinanza, di una comunità onesta che si sente tradita ed abbandonata, spesso intimamente umiliata, da uno Stato per il quale ha dato e fa la sua parte ogni giorno, che rispetta sempre meno, che diserta nelle urne ma a cui è ancora disposto a dare fiducia. Di fronte alla nostra comunità ed alla gravità dell’ora certificata da questi dati significativi, siamo posti spalle al mito innanzi alle nostre responsabilità, comprendendo come sia ancora più chiara ed urgente la necessità di un’alternativa politica – tutta da rifare – capace di incidere sul presente e sappia risolvere, con quelli del paese, i problemi che mai come oggi mettono a rischio quel nostro stile di vita, che non è mai solo economico, al quale non rinunceremo mai”.