Padre “denuncia” su Facebook l’aggressione al figlio

22 dicembre 2015 | 09:36
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Padre “denuncia” su Facebook l’aggressione al figlio

“Sabato sera mio figlio è stato riempito di botte e derubato del telefonino da una banda di marocchini in piazza Grande tra l’indifferenza generale. Posto questo messaggio nella speranza che arrivi a questi criminali dicendogli di non dormire sogni troppo tranquilli: questa volta hanno toccato la persona sbagliata”. Un padre, Paolo Da Prato, ha “rivelato” così – su Facebook – l’aggressione al figlio, uno studente di 17 anni, su Facebook riferendo che il giovane sarebbe stato picchiato “da due o più marocchini” che gli avevano rubato il cellulare in piazza Grande sabato scorso (19 dicembre). Un post lasciato sulla bacheca di ‘Lucca ti voglio bene’ che non era sfuggita ieri a Lucca in Diretta. Risulta tuttavia – e nel riportare la notizia è doveroso segnalarlo – che non sia ancora stata presentata alcuna denuncia, né a carabinieri né a polizia. Ma il fondatore della pagina Facebook, Marco Santi Guerrieri, di Fratelli d’Italia spiega di aver consigliato a Da Prato di “fare il suo dovere di cittadino”, presentandosi per la denuncia alle forze dell’ordine, formalizzata stamani, aggiungendo anche di aver consigliato di portare il figlio a farsi refertare al pronto soccorso del San Luca. Forse se fosse stato fatto nell’immediatezza i giovanissimi che hanno aggredito lo studente sarebbero potuti già essere stati individuati, grazie al cellulare che il padre racconta sia stato rubato al figlio. Questo non sminuisce la gravità dell’episodio se verrà formalizzato con una regolare denuncia e confermato dai successivi accertamenti. Nondimeno, sui social network  e nell’agone politico è già scattata la sequela di polemiche e di accuse.

Il primo ad esprimersi sulla vicenda è Marco Santi Guerrieri: “Il vaso è colmo – dice -, prefettura e sindaco devono intervenire con fermezza e senza mezze misure. Aggressione ad opera di due o più marocchini probabilmente minorenni, e a quanto pare ben noti alle forze dell’ordine in quanto facenti parte di una nota baby gang specializzata in furti e spaccio di sostanze stupefacenti. E’ stato derubato del telefonino, ed una volta accortosi che i due ne erano in possesso ha cercato di recuperate l’oggetto, e si è trovato letteralmente gonfiato di botte. I due appena terminata la borchiata nell’indifferenza dei presenti, si sono allontanati con passo tranquillo e ovviamente trattenendo il telefonino appena rubato. In veste di segretario di Fratelli d’Italia, capisco quanto sia frettolosa e grave l’affermazione di Paolo, ma la rabbia che provo è tanta e anche a me lascia l’amaro in bocca. Personalmente non lo accetto e in questo frangente mi vergogno di essere Italiano. Questi due,tre delinquenti probabilmente nati in Italia (soprassedendo sulle loro famiglie) , che si sono ben integrati non con i loro coetanei ma con la delinquenza comune e con la criminalità dedita allo spaccio degli stupefacenti, hanno agito coscienti e sicuri che l’impunità è una costante e che gioca favorevolmente della loro parte. Perché dopo essere stato derubato del telefonino, in mezzo a decine di persone ed in pieno centro cittadino è stato letteralmente gonfiato di botte? E’ questo l’ennesimo caso limite? No l’impunità di cui godono questi delinquenti è l’adrenalina che useranno per fare di peggio, la strafottenza, la tracotanza, l’impunita’ fanno parte del loro modo di sentirsi invincibili. Sarò curioso di vedere, visto che quei ragazzi già sono noti alle forze dell’ordine, una volta dinnanzi al giudice cosa diranno e che pena riceveranno di conseguenza. Chiedo agli amici, ai militanti, ai simpatizzanti a chiunque abbia voglia di dire la sua, contro questa ‘barbarie’ avvolta nell’ indifferenza scellerata di chi ancora non percepisce l’alto rischio delinquenziale a cui la nostra città è quotidianamente sollecitata a rispondere“.