
Bar, alimentari, rosticcerie. E’ stato un inizio di anno di aumenti per un gran niumero di esercizi commerciali del centro storico e non solo. E in molti locali i gestori espongono anche delle minilocandine in cui spiegano ai clienti il cambiamento dei prezzi dovuto, come dicono i commercianti, non alla voglia di aumentare i guadagni, ma a quella di fare pari con l’aumento dei costi. Non solo quelli vivi, delle materie prime, ma quelli legati alla luce, al riscaldamento, alle tasse e ai servizi essenziali.
Niente, insomma, che sia legato precisamente all’inizio del 2016, tanto che qualcuno aveva già deciso di limare il listino al rialzo già dalla scorsa estate, ma evidentemente il cambio di data è stato considerato come un dato simbolico per alcuni gestori per far “digerire” meglio ai clienti il cambio di prezzo.
Che i problemi non mancano lo spiega il presidente provinciale della Fipe, Endro Luchi, che giustifica i colleghi che hanno operato scelte al rialzo: “I costi purtroppo – dice Luchi – sono in continuo aumento a partire dai costi fissi come luce e riscaldamento per non parlare dei vari balzelli che spuntano in continazione. Insomma come ti muovi paghi. E quindi ai baristi non resta altro che aumentare il prezzo del caffè e delle paste, che sono la merce che va per la maggiore. L’aumento del caffè, invece, da parte di alcune torrefazioni non incide moltissimo sul prezzo finale”.
Detto questo, comunque, per Luchi il caffè viene comunque venduto sottocosto: “Il prezzo giusto del caffè – dice – tutto considerato, dovrebbe essere di 1,50 euro ma rimane così, oscillando fra l’euro e l’euro e dieci perché in molti hanno paura ad aumentarlo”.
Ma alle spalle c’è anche la tassazione locale che incide e non poco nei costi di un esercizio commerciale: “La spazzatura, il suolo pubblico e quant’altro – prosegue Luchi – determina un’usura naturale e la sofferenza di molti baristi. Noi stiamo facendo, ovviamente, le nostre rimostranze ai Comuni ma il problema non è solo degli enti locali ma è dei conti regionali, delle scelte nazionali e della burocrazia”.
Primo scoglio nei rapporti con il Comune di Lucca sarà quello del regolamento per il suolo pubblico e per i dehors. “Abbiamo già iniziato la discussione con il Comune – conclude Luchi – Capiamo quali sono le esigenze dell’amministrazione e per questo cerchiamo di risolvere la questione cercando di fare una cosa fatta bene per tutti”