Tambellini: sicurezza, subito riunione in Prefettura

Una riunione urgente del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica allargata ai parlamentari lucchesi e al sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. E’ la richiesta che il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, fa al prefetto Giovanna Cagliostro dopo la rapina violenta al gioielliere di Nave. “E’ tempo di agire. E’ il momento che chi ha responsabilità di governo – dice il sindaco – a livello nazionale e a livello locale, si interroghi con urgenza sulle risposte da dare ai cittadini”.
“La rapina perpetrata ai danni del signor Del Pecchia , al quale va tutta la solidarietà dell’amministrazione comunale – osserva il primo cittadino – è, purtroppo, solo l’ultimo degli episodi criminosi che da tempo riempiono le cronache cittadine con una frequenza che non può non destare allarme. Fortunatamente i colpevoli di quel delitto sono stati prontamente individuati. Tuttavia, la brillante attività investigativa che ha consentito di assicurare alla giustizia i responsabili non è sufficiente a spazzare via il senso di inquietudine che si sta diffondendo nella cittadinanza. A mio giudizio questo episodio, unito alla catena ininterrotta di reati che si stanno verificando da tempo, segna il passaggio ad una fase nella quale il ricorso ai toni ordinari deve lasciar spazio ad un atteggiamento consapevole della gravità del periodo che buona parte del paese, non solo la nostra città, sta vivendo. Ritengo che le risposte non possano essere solo locali. Né le forze di polizia, né la magistratura, né tantomeno le amministrazioni comunali, di qualsiasi colore politico, possono, da sole, far fronte alla situazione di emergenza che si va creando. Senza dubbio tali fenomeni sono favoriti da alcuni fattori strutturali immanenti al nostro territorio. Tra essi vi è la particolare conformazione urbanistica della città, articolata su abitazioni diffuse e con bassa densità abitativa. Inoltre, è un dato di fatto che la lucchesia, rispetto alle zone vicine, goda di un relativo benessere economico – ancora abbastanza diffuso nonostante la crisi – che la rende più appetibile di altre per ladri e rapinatori”.
“Personalmente – aggiunge Tambellini -, trovo assurdo connotare di significati politici la recrudescenza di questa tipologia di reati. Alcuni anni fa la Provincia di Lucca è arrivata ad occupare la prima posizione delle classifiche nazionali per numero di furti in abitazione. Oggi, pur essendo scesa di qualche gradino, è ancora ai primi posti di questa sgradevole graduatoria. Non ho mai pensato che la responsabilità di questa situazione fosse da ricercare nei miei predecessori e continuo a credere che sia strumentale individuare i colpevoli nelle amministrazioni comunali. Chi pensa che siano i Comuni a dover combattere con i loro mezzi questi fenomeni ignora, forse volutamente, la complessità e la dimensione nazionale del tema, probabilmente perché troppo preso a rincorrere una visibilità che poco ha a che fare con la solidarietà alle vittime e molto di più con una velleitaria ricerca di consenso. Certo, chi ha l’onore e l’onere di rappresentare un territorio ha il dovere di farsi carico di tutto quello che sul quel territorio accade e di tutte le istanze che quel territorio esprime. Per questo è fondamentale inquadrare correttamente le questioni nelle loro cause e nella complessità dei soggetti chiamati a dare le risposte. Da questo quadro emerge che né il sistema penale, né il sistema carcerario, né il modello di gestione degli aspetti patologici legati ai flussi migratori risultano adeguati alle emergenze attuali. Troppe volte nel corso dei vari comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, di fronte all’allarme dei sindaci, si è riflettuto sul fatto che le autorità di pubblica sicurezza con i mezzi e gli uomini attualmente disposizione e, soprattutto, nel contesto normativo vigente non riescono a dare risposte adeguate al bisogno di sicurezza dei cittadini. Il bisogno di sicurezza è un architrave del rapporto tra cittadini e Stato. Se le istituzioni falliscono nell’assicurare questo diritto fondamentale il rischio è che venga pregiudicato fin dalle fondamenta il motivo stesso della vita associata. Per quale ragione, infatti, si deve sottostare ai vincoli della società (tasse, regole che impongono limitazioni di vario tipo) se le istituzioni che nascono in base a questo contratto sociale non riescono a garantire efficacemente neppure il più fondamentale dei diritti? Lo spettro di derive assai pericolose è tanto più vicino quanto questi sentimenti si legano a periodi come quello che stiamo vivendo di difficoltà economiche, di prospettive sociali spesso incerte e di cambiamenti epocali che nessuno sembra in grado di governare. Ignorare le ragioni della paura rischia, quindi, di pregiudicare seriamente la corretta dinamica democratica tra istituzioni e cittadini, finendo per relegare le prime nel novero delle cose inutili agli occhi dei secondi. Per questo, vista la rilevanza del problema c’è bisogno di risposte concrete e decise. Penso che il legislatore debba riformare il sistema penale tenendo conto della necessità di consentire alle Forze di Polizia e alla magistratura una repressione rapida ed efficace delle fattispecie di reato più odiose e temute dai cittadini, che erroneamente vengono definite microcriminalità. L’effettività della pena è, da tempo, un ricordo. Ritengo che, di fronte al gravissimo problema delle condizioni disumane dei detenuti, sia stato miope percorrere in questi anni solo la strada dei provvedimenti di clemenza (indulti, svuotacarceri), anziché compiere scelte strategiche di lungo respiro come un programma di edificazione di nuove e più moderne carceri in tutto il paese. E, infine, il delicato tema delle migrazioni. In questo periodo, nel quale ci si interroga su come gestire questo fenomeno di portata storica, ritengo che una seria politica dell’accoglienza possa essere sostenuta di fronte all’opinione pubblica solo dimostrando che lo Stato è in grado di trattare con fermezza coloro che violano le leggi. I fatti di queste settimane richiedono risposte non convenzionali anche sul piano delle relazioni tra le istituzioni. Per questo motivo, quale componente del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica chiedo al prefetto di convocare urgentemente una riunione dell’organo estendendo in via eccezionale l’invito a tutti i rappresentanti lucchesi del Parlamento, nonché al sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, affinché sia possibile avviare una seria riflessione su questi temi alla presenza di quanti hanno il potere di rappresentare le istanze di questo territorio. E’ tempo di agire. E’ il momento che chi ha responsabilità di governo – a livello nazionale e a livello locale – si interroghi con urgenza sulle risposte da dare ai cittadini”.