Luciana e Paolo, la storia dei due bimbi deportati

16 gennaio 2016 | 12:24
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Luciana e Paolo, la storia dei due bimbi deportati

Quest’anno la programmazione delle iniziative sul giorno della memoria, curata dal Comune di Lucca, dalla Provincia di Lucca e dall’Istituto Storico della resistenza e dell’età contemporanea, ha rivolto un’attenzione particolare ai bambini. La storia di Cerasomma, ancora non nota in ambito lucchese, riguarda proprio due bambini molto piccoli, Luciana e Paolo, e le loro famiglie. Il 21 gennaio alle 15,30, nella canonica della chiesa parrocchiale di Cerasomma, avrà luogo l’ iniziativa Napoli Cerasomma Auschwitz – ricordo dei piccoli Luciana Pacifici e Paolo Procaccia, quando sarà ricordata la storia di questi due bambini di nemmeno un anno, arrestati in quanto ebrei insieme ai loro familiari nella frazione di Cerasomma e, dopo una permanenza nel campo di concentramento provinciale per ebrei di Bagni di Lucca, in seguito deportati nel campo di sterminio polacco.

I fatti. Luciana e Paolo erano nati entrambi a Napoli, la prima il 28 maggio 1943 e il secondo il 3 gennaio 1943. Le origini delle loro famiglie erano comunque toscane: fiorentino era Aldo, il babbo di Paolo, livornese la mamma Milena Modigliani; pure di Livorno, ma cresciuto a Viareggio, era Loris, il padre di Luciana, la cui madre, Elda Procaccia, era nata a Napoli, ma anch’essa da famiglia di origine fiorentina (era la sorella di Aldo). Le due famiglie vivevano nel ’43 a Napoli, ma, fuggendo dai bombardamenti di quella città poco prima che venisse liberata e sperando di trovare in Toscana un riparo più sicuro, trovarono alloggio insieme ad altri familiari (nonni, zii e cuginetto più grande) a Cerasomma. Ed è qui, che nel mese di dicembre li sorprende l’arresto, eseguito in base all’ordinanza di polizia n. 5 del 30 novembre 1943, emessa dal ministro della Repubblica Sociale Italiana, Buffarini Guidi. Del gruppo familiare di 11 persone, vengono arrestati Luciana e Paolo con i genitori e i nonni Amedeo Procaccia e Iole Benedetti. Scampano casualmente all’arresto gli zii Sergio Oreste Molco e Ivonne Procaccia con il figlio Renato. Sergio Oreste verrà arrestato più tardi, individuato nei tentativi di prestare soccorso ai parenti, che, come gli altri ebrei arrestati nella provincia, erano stati condotti presso il campo provinciale per ebrei che, sempre in base alla citata ordinanza, era stato allestito a Bagni di Lucca. Tutti gli ebrei del campo di concentramento di Bagni di Lucca saranno condotti, verso la fine di gennaio 1944, dopo una sosta nel carcere di Firenze, al carcere di Milano, e da qui partiranno dal binario 21 della stazione di Milano con il convoglio n. 6 che arriverà ad Auschwitz il 6 febbraio 1944. Nessun membro del gruppo farà ritorno. Questi i fatti che verranno ricordati nella cerimonia del 21 gennaio, in cui, dopo i saluti del Comune di Lucca, della Provincia di Lucca, del rappresentante della Comunità Ebraica di Pisa, Lucca e Viareggio, è prevista una introduzione di Silvia Q. Angelini dell’Isrec Lucca e l’intervento di Nico Pirozzi, giornalista e storico, promotore della recente intitolazione a Luciana Pacifici della strada di Napoli che era prima dedicata a Gaetano Azzariti (presidente della Corte costituzionale repubblicana, ma in precedenza presidente del Tribunale della razza durante il regime fascista). Saranno presenti parenti dei bambini deportati ed esponenti della Comunità ebraica di Pisa, un rappresentante del Comune di Viareggio, una rappresentanza della Croce Verde di Viareggio (Loris Pacifici e Sergio Oreste Molco, ebrei viareggini, erano sin da bambini iscritti alla Croce Verde, prima del suo scioglimento da parte del fascismo). L’iniziativa ha il sostegno di Anpi Lucca e Anpi Viareggio.
Il giorno successivo (22 gennaio) le commemorazioni proseguiranno a Bagni di Lucca, in collaborazione con il Comune di Bagni di Lucca e con il sostegno del Comitato provinciale Anpi di Lucca.