Mense scolastiche, prove di dialogo con il sindaco

Mense scolastiche, prove di dialogo tra i genitori del comitato La scuola che vogliamo e il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini. Ieri (20 gennaio) per la prima volta dall’apertura della protesta contro i costi del servizio di ristorazione scolastica e per la revisione dei menù giudicati non adeguati, i genitori hanno potuto confrontarsi direttamente con il primo cittadino nel corso di un incontro al quale ha preso parte anche la vice sindaco Ilaria Vietina e i rappresentanti dell’ufficio mense del Comune. “E’ stato un confronto a viso aperto e molto franco – spiegano dal comitato – e siamo contenti di essere stati finalmente ascoltati dal primo cittadino che si è preso l’impegno a proseguire nell’ottica della collaborazione”.
La nutrita delegazione dei genitori che ha varcato la soglia di Palazzo Orsetti proprio mentre in via Santa Giustina era in atto la protesta di dipendenti e sindacati di Gesam Spa hanno proposto la costituzione di un tavolo di concertazione che veda come interlocutori i genitori da un lato, e il Comune di Lucca e l’Asl dall’altra – in particolare il responsabile della sanità pubblica Ambrogio Pagani. “Il sindaco – dicono i genitori – si è dimostrato molto disponibile e ha accettato la nostra richiesta. Per noi questo tavolo è importante per uscire fuori dal caso apertosi sulla questione dei pasti portati da casa a scuola. Non una protesta – precisano ancora i genitori – ma un esercizio di un nostro diritto, di fronte ad un servizio che costa troppo e che secondo noi può essere migliorato se c’è la volontà di tutti quanti”. E’ questo che hanno voluto spiegare i genitori al primo cittadino che dal canto suo ha ascoltato con attenzione richieste e criticità sottolineando che il Comune si impegna per far bene e che ha l’obiettivo di far funzionare a dovere il servizio.
A tal proposito i genitori hanno spiegato al sindaco che “molti bambini non mangiano a mensa e restano digiuni. Secondo noi – hanno spiegato i genitori – basterebbero pochi accorgimenti per rivedere il menù e renderlo più appetibile ai bambini che andrebbero coinvolti anche personalmente nella scelta dei cibi”. I genitori hanno illustrato al sindaco anche il caso del Comune di Vergiate, il cui consiglio comunale ha dato la possibilità, soprattutto alle famiglie meno abbienti, di far mangiare ai bambini il pasto da casa in orario di mensa scolastica. I genitori hanno chiesto al sindaco di mettersi in contatto con quel Comune e scoprire come si stanno comportando.
Insomma, segnali di schiarita con l’amministrazione a qualche giorno dalla notizia di un esposto presentato dal comitato in procura in cui si è sostenuto che sei bambini della scuola primaria Pascoli di Saltocchio sarebbero stati “discriminati a mensa, perché avevano portato il pasto da casa”. I genitori ora vogliono che si tenga un confronto anche con l’Asl per valutare, assieme al sindaco, la questione del pasto da casa e decidere come comportarsi in futuro.