Tambellini: 118 e guardie mediche, vigileremo

22 gennaio 2016 | 11:25
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Tambellini: 118 e guardie mediche, vigileremo

Monitorare gli effetti sul territorio del trasferimento della centrale operativa del 118 e della riorganizzazione del servizio di ex guardia medica. Le conferenze zonali dovranno vigilare sul riordino della sanità locale e contribuire a risolvere le eventuali criticità. E’ quanto afferma il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, in qualità anche di presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl 2. “L’avvio della centrale unica del 118 e il riordino del sistema di attivazione della guardia medica, operativi dallo scorso martedì, hanno destato nel nostro territorio qualche preoccupazione – osserva il primo cittadino -. Se infatti per la richiesta del servizio di pronta emergenza non cambierà sostanzialmente niente per i cittadini, invece per la continuità assistenziale in orario extra ambulatoriale si dovranno d’ora in poi comporre numeri telefonici differenti a seconda dei Comuni di appartenenza, e questo comporterà per gli utenti un necessario adattamento”.

“Condivido l’apprensione che da più parti registro – aggiunge Tambellini -, ma ritengo si debba dare modo a chi opera sul campo di rodare il servizio, monitorandone l’andamento per un lasso di tempo congruo, per poi evidenziare e correggere le eventuali criticità”.
“I cambiamenti nel sistema di attivazione del servizio per le emergenze – prosegue – si inscrivono peraltro all’interno di una cornice molto più ampia e articolata, quella della legge regionale 84, che riforma il sistema sanitario, facendo della nostra regione la prima ad avere piena consapevolezza del mutato contesto in cui si colloca il servizio sanitario nel nostro Paese. La riduzione a tre delle Aziende Usl da dodici che erano fino allo scorso dicembre non consegue solo il risparmio sugli organismi di gestione, ma è di fatto la creazione di un ambito territoriale ampio in cui tutte le strutture sanitarie – in primis gli ospedali – fanno riferimento ad un’unica azienda. Si parla, in questo nuovo assetto, della rete degli ospedali che – ormai è acquisito – operano quasi tutti per intensità di cura, e comunque per la stabilizzazione della malattia in fase acuta. Nella Asl che riunisce il territorio di quattro province, è essenziale che gli ospedali in rete lavorino in modo coordinato, senza venir meno tuttavia alle specifiche vocazioni che nel tempo si sono affermate nei singoli territori. In questo contesto sarebbe errato che un singolo complesso ospedaliero diventasse riferimento di tutti gli utenti per tutte le patologie. E’ infatti nella collaborazione fra i centri di cura in rete che si può ottenere la razionalizzazione attesa e una migliore allocazione delle risorse. E tuttavia vale la pena ricordare che l’assistenza ospedaliera rappresenta poco meno della metà della spesa sanitaria complessiva. Non possiamo dimenticare in questo contesto la necessità di intervenire sulla prevenzione, e quindi sugli stili di vita dei cittadini, che possono già da soli garantire migliori livelli di salute, in qualsiasi fascia di età. Fissare opportuni standard preventivi e di presa in carico della cronicità significa d’altra parte anche creare quei presupposti di base che possono evitare l’eccessivo ricorso al Pronto Soccorso, più volte lamentato. L’ambito della prevenzione si connette a sua volta con la sanità territoriale e riabilitativa, la quale ha senso solo se garantisce la continuità delle cure, ovvero la presa in carico e l’assistenza del paziente oltre il ricovero ospedaliero in senso stretto”.
“E’ mia convinzione – prosegue – che con la riforma in atto nella nostra regione il sistema sanitario si giocherà soprattutto sulla capacità di dare risposte, le più efficaci possibili, nella sanità preventiva e territoriale, ambiti nei quali diventa centrale il ruolo dei medici di famiglia e di tutti gli operatori sanitari, sociali e socio-sanitari del territorio”.
Da qui il ruolo centrale dei sindaci. “Ecco dunque – aggiunge Tambellini – che il riordino delle conferenze zonali, che saranno i veri ambiti decisionali di riferimento – visto che la conferenza aziendale dei sindaci sarà unica per ogni nuova azienda – rappresenta un passaggio estremamente delicato, proprio perché la scommessa sulla sanità territoriale sarà la scommessa sulla sanità futura. La creazione di organismi coordinati di controllo sulla sanità territoriale – laddove non esiste la Società della salute – è la premessa per dare vita a quella uniformità ed equità di trattamento che deve essere garantita a tutti i cittadini dal Servizio Sanitario. Il ruolo che rivestirà la zona-distretto nella nuova organizzazione delle Aziende Usl sarà quindi determinante per assicurare, sui territori, la risposta ai bisogni socio-sanitari localmente espressi”.