
Viaggio nel cervello alla ricerca di quegli elementi invisibili che possono causare la violenza improvvisa. Anche di questo si è parlato durante il convegno Contesti penalistici e neuroscienze conclusosi oggi (23 gennaio) all’Auditorium Cappella Guinigi, nel complesso di San Francesco, e organizzato da Università di Pisa e scuola Imt Alti Studi Lucca. Grazie ai progressi nel campo delle neuroscienze, che permettono di comprendere sempre più i processi alla base di determinati comportamenti in ambito criminale, sta ormai cambiando l’approccio forense nei confronti dei così detti reati d’impeto.
L’obiettivo degli studiosi e dei ricercatori è ora quello di capire se l’atteggiamento criminale ha cause fisiologiche e, quindi, conciliare il diritto con le più recenti scoperte sui meccanismi celebrali che scatenano la violenza. Quello che viene comunemente definito “perdere il lume della ragione” assume dunque contorni e caratteristiche sempre più definiti.
Scuola Imt Alti Studi Lucca ha inserito da quest’anno, con l’arrivo del nuovo direttore, Pietro Pietrini, le neuroscienze del comportamento sociale tra le materie di studio e approfondimento. In sala, insieme al responsabile del convegno Enrico Marzaduri e alle coordinatrici scientifiche Benedetta Galgani e Silvia Pellegrini, il direttore di Imt e presidente della Fondazione Tobino, Pietrini, e il direttore della Fondazione Tobino, Marco Natalizi. A moderare, Andrea Lavazza, studioso di neuroetica e scienze cognitive.