Terna: “L’elettrodotto va fatto”. I sindaci dicono no

28 gennaio 2016 | 16:47
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Terna: “L’elettrodotto va fatto”. I sindaci dicono no
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Terna: “L’elettrodotto va fatto”. I sindaci dicono no
Terna: “L’elettrodotto va fatto”. I sindaci dicono no
Terna: “L’elettrodotto va fatto”. I sindaci dicono no
Terna: “L’elettrodotto va fatto”. I sindaci dicono no

di Paolo Lazzari
“L’elettrodotto dell’Oltreserchio deve essere fatto”: questa, in estrema sintesi, la posizione di Terna Rete Italia, espressa vigorosamente in occasione dell’open day organizzato oggi (28 gennaio) al centro sportivo di Nozzano. Un concetto argomentato dall’ingegner Adel Motawi, responsabile concertazione ed autorizzazioni di Terna, che tuttavia si scontra frontalmente con le posizioni dei Comuni di Lucca, San Giuliano, Vecchiano, Camaiore e Massarosa, i cui primi cittadini muovono compatti. Entrando nei locali del centro sportivo di Nozzano venti tecnici del gestore nazionale sono pronti ad accogliere: lì, in una sorta di percorso guidato, ci sono i pannelli che illustrano nel dettaglio ognuno dei progetti, da quello originario (attualmente in fase di stallo a causa del ricorso pendente al Tar contro il piano paesaggistico) alle tre alternative.

“Oggi siamo qui per spiegare i progetti nel dettaglio e raccogliere le osservazioni della cittadinanza – spiega Motawi – e si tratta di un passaggio essenziale perché, allo stato dell’arte, c’è un problema legato alla sicurezza dell’alimentazione elettrica tra Lucca e Pisa”. Il responsabile Terna ricorda che “con il Comune di Lucca avevamo firmato un protocollo di intesa sul primo progetto, cava Batano a Balbano come destinazione della centrale di trasformazione: ci era stata suggerita proprio dal Comune. Sempre il Comune di Lucca si era detto preoccupato per la situazione dell’elettrodotto di Maggiano, a ridosso delle case – prosegue – ma oggi pretende di risolvere il problema senza fare niente. Abbiamo avanzato quattro ipotesi diverse, ma sembra che nessuna vada bene: siamo ancora disponibili a parlare, ma non possediamo la bacchetta magica”. Che, tradotto, significa che per risolvere il problema Maggiano bisogna necessariamente passare per una delle quattro ipotesi. “Qui non si vuol comprendere – continua Motawi – che la rete elettrica viaggia già al limite e che lo scenario di un black out è assolutamente configurabile. Noi continuiamo a ritenere che la prima ipotesi di progetto sia la migliore, perché risolverebbe il problema Maggiano, ma siamo pronti a svilupparle tutte”.
Dall’altro lato della vicenda ci sono i Comuni: alle 15 di oggi arrivano infatti anche il sindaco Alessandro Tambellini e l’assessore Francesco Raspini per quello di Lucca, Giancarlo Lunardi (sindaco di Vecchiano), il vicesindaco di Camaiore Rosi e l’assessore all’ambiente del Comune di San Giuliano Terme Maria Elena Bianchi Bandinelli. La loro posizione è univoca e compatta: “Per quanto ci riguarda – ricorda Tambellini – noi avevamo chiesto soltanto l’adeguamento dell’elettrodotto di Maggiano, poiché abbiamo ragione di ritenere che vi siano rischi per la salute dei cittadini. Le altre tre soluzioni dovevano essere presentate subito e, comunque, non ci soddisfano. Le prime due risultano in contrasto con il pit  (piano di indirizzo territoriale), mentre la terza lascia immutato il tracciato esistente. Le alternative per la messa in sicurezza esistono ed i tecnici di Terna sono i primi a poterle proporre. Noi pensiamo a salvaguardare la salute dei nostri cittadini: se loro pensano di avere le carte in regola per andare avanti ci provino, ma noi ci tuteleremo seguendo la legge”.
Il gestore nazionale, capitanato da Motawi – che si ferma a lungo a parlare con tutti i rappresentanti dei Comuni – ribadisce la bontà delle soluzioni proposte, evidenziando in particolare come con lo spostamento da Maggiano si verrebbe a risolvere una questione che adesso riguarda 200 edifici, contro i 10 tenuti a distanza di sicurezza nell’ipotesi di nuovo elettrodotto con centrale elettrica alla cava di Balbano. “Ma spostare un problema da una zona all’altra non significa affatto risolverlo – tuona Raspini – e noi non ci piegheremo mai a questa logica: per noi non ci saranno mai cittadini di serie A ed altri di serie B”. L’assessore ricorda come “formalmente l’elettrodotto di Maggiano risulti a norma” il che, per altro, è uno dei cavalli buoni di Terna, con Motawi che insiste: “Non è necessario intervenire su questo impianto per limitarne le emissioni, perché sono assolutamente entro i limiti imposti dalla legge”. Il Comune però la vede diversamente: “Ci sono due temi – prosegue Raspini – parimenti importanti. Il primo è quello che riguarda il risanamento dei vecchi elettrodotti, con lo Stato che non emette i decreti in materia dal 2001. Oggi i nuovi elettrodotti devono stare sotto la soglia di emissione dei 3 microtesla, mentre i vecchi sotto quella dei 10: già qui riscontriamo una prima irrazionalità. Ma il secondo appunto è questo: se Terna dice che a Maggiano siamo perfettamente dentro alla cornice normativa, perché vogliono spostare l’elettrodotto? L’ipotesi è che lo spostamento risulti funzionale alla soluzione di un problema di approvvigionamento elettrico, ma se così è, vogliamo che sia esplicitata con dovizia di particolari, perché nei documenti ufficiali ad oggi la questione viene condensata in tre righe. Si parla di rischio in termini generali, nulla di più. Noi non scendiamo a patti: se loro ritengono di avere gli strumenti proseguano, ma il sintomo che forse qualcosa non va è il ricorso pendente al Tar”.
Nel frattempo i rappresentanti dei Comitati, che al termine della giornata informativa si sono di nuovo riuniti in assemblea, chiedono chiarimenti ulteriori: “Vogliamo continuare a discuterne – spiega Simone Lena, presidente del Comitato Starc, che rappresenta circa 1500 persone – perché non ci sembra che le nuove soluzioni portino cambiamenti essenziali. Forse la terza è meno impattante, ma nessuna ci convince”. I comitati, per questo, chiedono ai Comuni di avanzare proposte alternative utilizzando i propri tecnici, ma i sindaci ribadiscono che dovrebbe essere Terna ad occuparsene.
Da domani (29 gennaio) intanto, giorno di presentazione a mezzo stampa dei progetti, cominceranno a decorrere i termini per presentare osservazioni: i Comuni avranno 30 giorni di tempo per presentare un parere congiunto alla Regione, mentre qualunque privato potrà rivolgere le proprie osservazioni a Terna entro il 5 febbraio o presentarle direttamente al Ministero dell’ambiente entro 60 giorni.
FOTO – Sindaci e comitati allo scontro con Terna a Nozzano