Scissione Gesam, per Angelini c’è ipotesi abuso ufficio

30 gennaio 2016 | 12:17
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Scissione Gesam, per Angelini c’è ipotesi abuso ufficio
Scissione Gesam, per Angelini c’è ipotesi abuso ufficio
Scissione Gesam, per Angelini c’è ipotesi abuso ufficio

Tre forze politiche unite nel dire no alla “svendita” di Gesam Spa: questa mattina (sabato, 30 gennaio) si sono seduti allo stesso tavolo Laura Giorgi (M5S), Marco Martinelli (Forza Italia – Alternativa civica centrodestra) e Piero Angelini (Governare Lucca). Un intervento, quello odierno, dettato dalla circostanza che l’amministrazione starebbe accelerando i tempi dell’operazione per la scissione asimmetrica in vista della gara provinciale per la gestione delle reti gas: “Dopo le promesse non mantenute fatte dal sindaco nell’ultimo consiglio comunale – attacca Angelini – prendiamo atto di essere di fronte all’ennesimo inganno e, a questo punto, chiediamo anche ai membri Pd del consiglio comunale di esprimere una posizione netta sulla vicenda”. Il pomo della discordia è sempre, ineluttabilmente, la decisione di cedere a Toscana Energia il 9 per cento delle quote di Gesam Spa, senza una gara ad evidenza pubblica e dunque con una liquidazione della partecipazione maggioritaria del Comune di Lucca attraverso Lucca Holding. Un’operazione che, secondo le tre forze di opposizione, si configura a tutti gli effetti come una svendita di Gesam Spa: “Perché dobbiamo regalarla? – prosegue Angelini – se proprio dobbiamo venderla possiamo farlo ad un altro privato e prendere i 50 milioni di euro che ci spettano”. Il banco degli imputati tratteggiato stamani è affollato: Tambellini, Fava e, in primis, Bortoli. “Vogliamo difendere un bene comune della città – tuonano i tre consiglieri – una risorsa che per anni ha creato posti di lavoro e ricadute economiche positive sul territorio”. 

I consiglieri citano le delibere del 2015 ai numeri 17 e 366, contenenti atti di indirizzo secondo loro mai sviluppati, e passano all’attacco: “Parliamo di un’azienda che riporta nel bilancio 2014 un utile netto di 2 milioni e 890mila euro – osserva Giorgi – e che serve circa 50mila clienti. Gesam oggi si trova in una posizione di forza, agendo come ago della bilancia nella contrapposizione tra due contendenti. Non c’è nessun motivo che giustifichi la fretta della scissione, anzi. Abbiamo a disposizione almeno tre possibilità diverse: giocare la carta Gesam partecipando direttamente alla gara; aprire una trattativa seria con Toscana Energia per rimodulare la partecipazione azionaria facendo valere il ruolo strategico di Gesam in seno all’Atem Lucca; spuntare un ottimo prezzo di vendita e capitalizzare in altro settore”.
L’amministrazione – affermano i consiglieri – vede invece un’unica via: “Non è vero che non esistono alternative – rincara la dose Angelini – Noi abbiamo una proposta per la partecipazione alla gara per il gestore unico che ricalca quella fatta a suo tempo da Stancanelli. Egli aveva proposto di ragionare su un percorso di reciproco interesse e cioè che Gesam Spa e Toscana Energia costituissero una Ati (associazione temporanea di impresa) la quale prevedeva che, nel caso di una gara di servizi, nell’offerta venissero specificate le parti del servizio o della fornitura eseguite dai singoli operatori economici”. Bortoli invece, secondo le forze di opposizione, non adotta nemmeno più il riferimento alla direttiva 2014/24/Ue per giustificare la necessità di scissione asimmetrica di Gesam, come aveva fatto nel corso dell’ultimo consiglio comunale. “A questo punto – spiega Angelini – rimarrebbe solo il problema di scorporare il contratto calore dalla società Gesam Energia, come imposto per le attività strumentali. Un problema minore che, come già dimostrato, non giustifica alcuna modifica nell’attuale assestto di Gesam Spa a favore di Toscana Energia”.
E sulle contraddizioni del presidente di Lucca Holding insiste Martinelli: “Bisogna cogliere l’aspetto politico della vicenda – afferma – ed il dato importante che su questo tema per la prima volta ci sono tre gruppi di opposizione per impostare una battaglia comune. Noi amiamo la nostra città e sosteniamo che questa sia un’operazione che mina una società che è stata sempre un gioiello tra le partecipate, portando sempre utili nelle casse comunali, esprimendo sostegno all’economia locale e costituendo un bacino di posti di lavoro per le famiglie lucchesi. L’operazione è piena di contraddizioni, partendo dal programma elettorale Tambellini, nel quale si affermava che fatta eccezione per le società che gestiscono i principali servizi (tra cui Gesam Gas) le altre sarebbero state ricondotte in house. Invece oggi Gesam Luce e Gas viene riportata in house. Oltre a questo, la maggioranza ha sempre garantito che Gesam sarebbe rimasta governata dall’attuale dirigenza, cosa che affermò anche Bortoli in un’intervista (del 27 maggio 2015). Non solo, lo stesso Bortoli affermò inoltre che se l’operazione non avesse convinto i dipendenti non sarebbe stata fatta: ci pare più che evidente che i dipendenti non siano convinti, ma l’amministrazione va avanti lo stesso”.
Nel frattempo il senatore Altero Matteoli ha protocollato una segnalazione all’Anac. Non solo: il presidente di Gesam Spa, Ugo Fava e l’amministratore unico della Holding, Andrea Bortoli vengono “accusati” di aver preso parte ad un direttivo del Pd di lunedì scorso, al quale avrebbero preso parte anche parlamentari e consiglieri regionali: in sostanza, sostengono le forze di opposizione, i due si farebbero dettare la linea dal partito.
“Le giustificazioni connesse all’operazione non hanno fondamento – prosegue Angelini – perché ad esempio non si comprende come Gesam Spa, una volta in mano a Toscana Energia, possa aumentare il personale visto che acquisendo la maggioranza riunità a Lucca il personale distribuito sul territorio. Questa è una vicenda molto simile a quella di Clap. Da parte mia ho chiesto formalmente al presidente di Gesam e ai membri del Cda di motivare bene i motivi della scissione asimmetrica, per evitare che una simile decisione, da loro proposta e da loro effettuata, possa integrare gli estremi del reato di abuso d’ufficio”. Secondo Angelini, con l’accordo degli altri consiglieri, insomma, la cessione delle quote dovrebbe avvenire con una procedura ad evidenza pubblica. Di qui la richiesta formale al presidente di Gesam Spa, Ugo Fava, ai consiglieri Lastrucci e Nieri e al presidente del collegio sindacale Andrea Quiriconi di motivare bene la delibera.
I consiglieri osservano inoltre come la questione inerente alla gara provinciale del gas sia materia che richiede approfondimenti tecnici e che, per questo motivo, tutto il consiglio comunale dovrebbe essere messo a conoscenza della vicenda in ogni dettaglio, mediante una controperizia indipendente sul valore delle reti. “Gli atti della determina del 31 marzo 2015 non sono stati eseguiti e, a distanza di un anno, la questione deve essere rivista”, commenta Giorgi.
“I comuni hanno inoltre a disposizione dei fondi una tantum – prosegue la pentastellata – per preparare al meglio la documentazione di gara. L’Atem ha 120mila euro per coprire i costi di svolgimento della funzione di stazione appaltante e 480mila euro da dividere tra i Comuni che a loro volta debbono sostenere le spese per istruire la documentazione in modo corretto. Si tratta di somme importanti che il Comune avrebbe dovuto usare per avere i migliori consulenti”. Le richieste sono chiare: servono una controperizia fatta da una società con requisiti d’eccellenza ed un dibattito in consiglio comunale preceduto da assemblee pubbliche guidate dagli esperti.
Sull’esito della battaglia politica e la possibilità che qualcosa cambi, però, le posizioni dei consiglieri sono differenti. Più ottimisti Martinelli e Giorgi: per Angelini, invece, malgrado gli sforzi, l’amministrazione non darà sponde al dialogo e l’operazione si concluderà così come ideata da Lucca Holding e Comune.