Casermette, Arti e Mestieri rincara: chiarezza su bando

6 febbraio 2016 | 18:09
Share0
Casermette, Arti e Mestieri rincara: chiarezza su bando

L’associazione Lucca Arti e Mestieri non ha nessuna intenzione di ritirarsi in punta di piedi e farà “tutto quanto è nel suo potere e diritto perché sia rispettato l’esito del bando” delle casermette. All’indomani della nuova bufera scoppiata sulla selezione pubblica per affidare le strutture sulle Mura in concessione l’associazione torna a precisare la propria posizione e annuncia battaglia (Leggi). L’associazione denuncia infatti di essersi vista negata la possibilità di vendere eventualmente le opere delle mostre che, da progetto presentato a bando, si era impegnata a realizzare negli spazi assegnati sulle Mura.

“Siamo esterrefatti e ci domandiamo in che paese viviamo – si legge in una nota -. In un paese civile e democratico, quando un’associazione, che da 28 anni è attiva nella realtà lucchese, scrive ufficialmente via pec il 5 di gennaio, una lettera di richiesta di chiarimenti, dopo aver vinto, con un progetto di qualità, un bando pubblico, si attenderebbe una risposta che ad oggi, dopo più di un mese, non è ancora pervenuta. I destinatari di questa nostra richiesta di chiarimenti sono il presidente dell’Opera delle Mura, il sindaco e l’assessore di riferimento, che hanno il dovere civico di rispondere, se non direttamente, almeno attraverso i propri uffici e comunque prima di estrometterci pubblicamente, tramite stampa, dall’assegnazione”. Il nodo della questione è quello relativo alla possibilità di vendere le opere esposte nella mostra che l’associazione si era impegnata a realizzare nella casermetta. E che ora si chiede “perché il nostro progetto è stato valutato positivamente anche se in un punto in maniera chiara diceva che le opere artistiche e dell’ingegno esposte nella mostra sono di proprietà di ogni singolo socio e sono affidate all’Associazione in conto dimostrazione e vendita nel rispetto delle normative vigenti”. Ma non finisce qui. “Il regolamento d’uso delle Mura urbane, a cui fa riferimento il bando – spiega l’associazione -, elenca le Attività permesse negli spazi concessi e nella lettera C si dice che sono previste anche le attività commerciali e promozionali purché compatibili con il decoro dei luoghi. Perché il contratto che ci è stato presentato è diverso da quello allegato al bando?”.
“Che tristezza – aggiunge l’associazione – leggere dichiarazioni di amministratori che evidentemente hanno perso completamente contatto con la realtà, che non sanno distinguere un’attività commerciale ordinaria da antichi mestieri della nostra tradizione, come si fa a pensare che infilare a mano un migliaio di fili di cotone, uno per uno, in un liccio di un vecchio telaio, oppure fare migliaia di punti all’uncinetto per realizzare una tovaglia, o impastare e modellare a mano, pezzo per pezzo, un vaso di ceramica, possa essere considerata un’attività commerciale ordinaria da cui si può generare profitto? Come possono questi amministratori non essere sfiorati dal fatto, che questa attività meritoria di prosecuzione di antiche tradizioni, in tanti paesi civili d’Europa, è tutelata, incentivata e sostenuta dalle amministrazioni pubbliche? Evidentemente – si aggiunge – si preferisce continuare a utilizzare le casermette com’è stato fatto fino ad oggi, piuttosto che permettere l’attuazione di un progetto che non rappresenta un corpo estraneo al monumento delle Mura urbane ma ne è in profonda sintonia, le arricchisce con la sua presenza perché fa vivere antichi mestieri che hanno fatto la storia di Lucca. Il nostro non può essere considerato un progetto commerciale perché è largamente preminente il suo valore culturale, sociale e artistico e soprattutto, perché permette di trasmettere alle nuove generazioni del presente, le tradizioni del passato, per non disperderle e per farle vivere non solo come memoria storica ma come pratica viva che valorizza l’ingegno e la creatività umana fattore di grande importanza e utilità in un’epoca dove le nuove generazioni perdono in maniera preoccupante la manualità e memoria storica”.