
I familiari degli utenti delle Rsa del Comune di Lucca chiedono al Comune, in via di autotitela, l’annullamento della gara di appalto per l’affidamento della gestione. Lo hanno fatto, affiancandosi ai sindacati e alle associazioni di volontariato, con una raccolta firme in cui esprimono forte preoccupazione per l’affidamento del servizio a un soggetto privato cui, dicono i familiari “si cedono le competenze sociali, proprie del Comune”.
“L’alternativa deliberata dal Comune di Lucca – dicono i familiari – non garantirà il mantenimento degli attuali livelli assistenziali considerati un riferimento di qualità ed eccellenza e che hanno consentito la realizzazione di una comunità viva e perfettamente integrata, che si basa sul riconoscimento condiviso della dignità delle persone che vivono la struttura (ospiti, famiiari, operatori e volontari), promuovendo lo sviluppo di relazioni sociali, amicali, parentali e di “caregiver” che superano i confini di un mero servizio assistenziale”.
“Con le scelte operate dal Comune di Lucca – proseguono i familiari – che nei due incontri con i familiari si è dimostrato sordo ad ogni pur ragionevole richiesta ed indisponibile, si rischia di trasformare la comunità assistenziale in ospizio, inteso come luogo di mera sopravvivenza e attesa del fine della vita, cancellando le conquiste, i progressi, gli sforzi e gli investimenti effettuati negli ultimi vent’anni nel campo della tutela e della difesa dei soggetti più deboli della nostra società”. “Solidarietà infine – dicono ancora – e pieno supporto al personale impiegato nelle strutture, che riveste un ruolo fondamentale per lo stato di benessere degli ospiti e contribuisce in maniera primaria alla costruzione e al mantenimento della comunità”.
Tante le istanze presentate nella nota al Comune. Fra queste la richiesta della garanzi per il mantenimento dei livelli di servizio in tutti gli ambiti di intervento; la difesa dei diritti della salute e della dignità degli ospiti; la difesa dei livello occupazionali e della dignità dei lavoratori; il mantenimento del servzio di assistenza infermieristica sulle 24 ore per tutti i giorni dell’anno; i mantenimento di un referente comunale in struttura per la vigilanza e il controllo dei servizi erogati; l’impegno a cercare nuovi fondi per il miglioramento dei servizi; l’apertura di un tavolo di concertazione fra tutte le parti interessate con funzione di informazione e consultazione sulle scelte da effettuare. E ancora il mantenimento del personale presente in struttura, per garantire la salvaguardia delle relazioni sociali di “caregiver”; il mantenimento e la difesa dei corretti rapporti con le associazioni di volontariato che operano in struttura; l’esplicitazione degli indicatori di qualità per il monitoraggio delle prestazioni fornite e la frequenza dello stesso nonché il coinvolgimento della rappresentanza dei familiari nella definizione dei medesimi; la garanzia dell’informazione degli esiti del monitoraggio e delle relative azioni correttive messe in campo; l’individuazione di forme snelle di tutte le segnalazioni provenienti dai parenti su disservizi o inadempienze del concessionario; l’impegno alla sottoscrizione della carta europea dei diritti e delle responsabilità degli anziani bisognosi di assistenza e di cure a lungo termine..
I firmatari dell’appello si rivolgono anche ai parlamentari eletti in provincia, al Prefetto, all’Asl Toscana Nord-Ovest e alla conferenza zonale dei sindaci della Piana di Lucca, per chiedere un impegno attivo per la revoca del provvedimento del Comune.