
Lettera ai fedeli da parte dell’arcivescovo Monsignor Italo Castellani per l’inizio della Quaresima, che porterà alla celebrazione della Pasqua il prossimo 27 marzo. Il vescovo scrive ai fedeli dal Rwanda dove sta svolgendo un viaggio missionario con padre Antonio Antoncelli, nuovo direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale missionaria e don Silvio Righi, coordinatore nello stesso ufficio dei progetti Dono di Fede della Diocesi nelle chiese sorelle dell’Africa (Rwanda e Burkina) e del Brasile (Rio Branco).
“La Quaresima – scrive il vescovo – è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Un tempo in cui formare e “riformare” il nostro cuore affinché non si pieghi alla rassegnazione e non cada nell‟indifferenza. Spesso – in particolare questi giorni qui immerso nella povertà del Rwanda – mi trovo a ripensare alle parole di Papa Francesco nell’indire il Giubileo della Misericordia, quando ci invita ad ascoltare le sofferenze del mondo, ad aprire i nostri cuori a quanti vivono nelle disparate periferie esistenziali, ad “annunciare la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù” e “a restituire dignità a quanti ne sono stati privati” (Misericordiae Vultus n.16). Di fronte a tutto questo noi dove siamo? Devo riconoscere che le nostre comunità parrocchiali, vero “baluardo di umanità” sul territorio diocesano, stanno offrendo un‟autentica testimonianza evangelica in risposta alle “nuove povertà e schiavitù” con significative opere di carità e di misericordia. Altrettanto significativa è stata e continua ad essere nelle nostre comunità, l’esperienza di prossimità ai tanti rifugiati in fuga dai loro paesi offrendo una speranza concreta di accoglienza”.
“Questo impegno etico – aggiunge il vescovo – all’accoglienza non deve, tuttavia, farci dimenticare le cause del cammino e della fuga dei migranti che arrivano nelle nostre comunità: dalla guerra alla fame, dalle persecuzioni religiose ai disastri ambientali. L’indifferenza generalizzata nei confronti di “madre terra”, all’origine di deforestazioni, inquinamento, catastrofi naturali è anche all’origine dello sradicamento di intere comunità dal loro ambiente di vita, costringendole alla precarietà e relegandole a vivere nuove forme di povertà e di ingiustizia dalle conseguenze, spesso nefaste, in termini di sicurezza e di pace sociale. Da qui il nostro impegno di chiesa universale e particolare – la nostra Diocesi – a incoraggiare interventi volti a garantire nei paesi di provenienza l’accesso a beni e servizi essenziali, quali territorio, acqua, lavoro, salute e educazione. L’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati non deve mancare di sentirci impegnati a promuovere il loro diritto a rimanere nella propria terra valorizzando e condividendo esperienze da parte nostra di cooperazione internazionale e missionaria presenti a livello nazionale ma, prima ancora, da attivare a livello diocesano”.
“A questo proposito – spiega il vescovo – è significativa la sensibilizzazione che il nostro Ufficio missionario diocesano sta svolgendo nelle scuole medie superiori della nostra provincia. Altrettanto significativa, con previ corsi di sensibilizzazione e preparazione, la proposta offerta ai giovani diciottenni e oltre di passare almeno un mese estivo di cooperazione nelle nostre missioni in Africa e Brasile, proposta alla quale in questi ultimi anni hanno dato la loro entusiasta adesione alcuni giovani. Su questo percorso, tuttavia, la nostra Diocesi ha da fare ancora molto strada, inventando nuovi percorsi di formazione e sensibilizzazione, nonché investendo su nuovi progetti di missionarietà. Così che in questo tempo di Quaresima mi trovo ad estendere l’invito, rivolto dal nostro Ufficio missionario ad ogni parrocchia, ogni gruppo missionario, giovanile o catechistico, a promuovere sul proprio territorio forme di animazione e di sensibilizzazione, valorizzando anche ogni occasione di preghiera. In particolare chiedo alle nostre comunità uno speciale impegno quaresimale nella raccolta di offerte, volte al sostegno dei nostri missionari nella loro opera di promozione umana e sociale, contribuendo così a sostenere i progetti che il nostro Ufficio per la pastorale missionaria e la cooperazione tra le chiese sta promuovendo e altri nuovi progetti che potranno essere attuati al rientro dal nostro viaggio in Rwanda. Questo è il nostro contributo affinché si possa tutelare il diritto imprescindibile di ogni uomo a vivere dignitosamente nella propria terra. Ringrazio di cuore le comunità, le famiglie, e quanti accoglieranno questo mio messaggio. Buon cammino quaresimale in spirito missionario verso la Pasqua di Risurrezione”.