Andretti in Consiglio: “Qui è nata passione motori”

9 febbraio 2016 | 19:39
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Andretti in Consiglio: “Qui è nata passione motori”
Andretti in Consiglio: “Qui è nata passione motori”
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Andretti in Consiglio: “Qui è nata passione motori”
Andretti in Consiglio: “Qui è nata passione motori”
Andretti in Consiglio: “Qui è nata passione motori”

Gli occhi quasi umidi, la giacca leggermente bagnata e, in fondo, il sorriso di chi può essere orgoglioso di quello che ha fatto, una volta ancora. Mario Andretti arriva così, a Lucca, avvolto dalla folla e da un calore incredibile, quello che sanno guadagnarsi i grandi, ma prima ancora le persone perbene. Entra in una sala del consiglio comunale gremita alle 18,30 di un martedì sera di febbraio: fuori diluvia, ma dentro di lui e nel cuore di chi gli vuol bene è un incendio di emozioni. Il presidente del consiglio comunale, Matteo Garzella, lo abbraccia e gli sorride: è lui il principale artefice del riconoscimento consegnato all’ex esule istriano e campione di formula uno. La cittadinanza onoraria gli viene conferita direttamente dal sindaco Tambellini, tra gli applausi scroscianti e lui, con l’umiltà che solo i campioni possiedono, dice con la voce che trema ed un accento made in Usa: “Nella mia vita ho vissuto emozioni straordinarie, ma oggi il fatto che mi consideriate uno di voi è il trofeo più bello”.

Applausi, ancora, e qualche lacrima, mentre i flash si sprecano ed i due figli presenti in sala non finiscono di sorridere. Perché in fondo, nella vita, tutti sperano di essere un po’ Mario Andretti: così il sogno di un bambino profugo ospitato a Lucca dal 1948 al 1955, oggi si ravviva. “Mario è l’emblema della forza d’animo che riesce a superare le asperità della vita – commenta Garzella in apertura, ripercorrendo la storia del pilota -. Ospitato insieme ad altri 1200 profughi nei locali del Real Collegio, cominciò le sue prime corse nel tratto di mura dietro alla basilica di San Frediano e proprio a Lucca nacque la sua passione per l’automobilismo”. E’ negli anni giovanili, difficili, vissuti in città, che Andretti comincia a frequentare le officine della zona, ad interessarsi di motori e ad andare a scuola nell’attuale Istituto Giorgi. Poi, nel 1955, la partenza da Lucca, per provare a coltivare una vita ancora migliore in Pennsylvania. Da lì in poi è un’escalation inevitabile: nel 1968 l’esordio in formula 1, il primo Gran premio vinto con la Lotus nel ’76 e, finalmente, il campionato del mondo nel ’78. Anche quattro volte campione di Formula Indy, l’ultima delle quali dopo i 50 anni, Mario Andretti si mette in luce vincendo ed entusiasmando ad Indianapolis e strappando applausi alla 24 ore di Le Mans.
“Anche io mi ritengo un suo estimatore – confessa Tambellini – e sono davvero felice che Lucca abbia saputo accoglierla, dimostrando quello spirito di fratellanza che oggi, in tempi così bui, non dobbiamo smarrire. Quel sogno da bambino che per lei è diventato realtà, vorremmo lo diventasse anche per tanti bambini di oggi”.
Poi la parola va al protagonista della serata, premiato con medaglie anche dagli ex allievi del Giorgi, dal Panathlon Lucca e dall’associazione dei Lucchesi nel mondo. “Erano due anni che non tornavo qua – ricorda – e oggi mi sono fatto una bella passeggiata per ricordarmi i luoghi dell’infanzia. Qui è nata la mia passione per le auto e, seppure breve, il periodo a Lucca è stato per me altamente formativo. Le autorimesse della zona mi chiedevano di parcheggiare le auto dei clienti e io, lì, provavo quelle che poi sarebbero state le mie partenze in Formula 1. Oggi, a 76 anni, posso dire che il periodo vissuto qua mi ha lasciato qualcosa di profondo: non a caso, ogni volta che mi trovo in Europa, cerco sempre di tornare nella città che ha saputo accogliermi senza pregiudizi, e in cui mi sento a casa. Oggi – ha concluso – ricevo questa cittadinanza anche a nome di mio fratello e di tutti gli altri profughi che qui vissero insieme a me per un periodo”.
La serata lucchese di Mario Andretti, neocittadino onorario, si è conclusa con una cena conviviale agli Orti di via Elisa di Samuele Cosentino. Particolare il menu che ha avuto come clou il radicchio rosso tanto amato dal pilota: polpettine lucchesi, crostini toscani, minestra di farro, risotto al radicchio, fagioli al forno, degustazione di pecorini locali, confetture casalinghe e biscottini della casa.

Paolo Lazzari