Case di riposo, protesta dei dipendenti sotto il Comune






Trentacinque posti di lavoro (su 180, quasi il 25% del totale) seriamente a rischio ed una qualità dei servizi destinata, dal loro punto di vista, a scadere irrimediabilmente: protestano così molto rumorosamente stamani (12 febbraio) in via santa Giustina, davanti al Comune di Lucca, i dipendenti di tre case di riposo lucchesi, affiancati da Uil Fpl e Cgil. Si tratta, nello specifico, dei lavoratori della Pia Casa di Lucca, del Centro anziani di Monte San Quirico e di quelli di Villa Santa Maria, accompagnati dai sindacalisti Massari e Casciani: a fine mattinata, però, si registra un’apertura al dialogo da parte di Palazzo Orsetti.
Il pomo della discordia ormai è noto: si tratta del bando emesso dal Comune il 22 dicembre scorso, relativamente alla gestione delle prime due strutture citate (un appalto a parte è previsto per Villa Santa Maria, la prossima in ordine di tempo ad essere soggetta alle conseguenze di un bando simile) e capace secondo le Rsa, di compromettere totalmente la qualità del servizio, oltre a far perdere posti di lavoro.
VIDEO – La protesta sotto il Comune
L’obiettivo? Bloccare la gara al ribasso, già soggetta a diverse proroghe: “Quelli che vedete protestare oggi – spiega Massari – sono dipendenti della cooperativa Kcs, che ha in gestione le tre strutture dal 2003. La stessa cooperativa si è chiamata fuori dalla gara, perché non ne accetta i requisiti: accettando la corsa al ribasso si compromette la qualità dei servizi e si rischia seriamente di mandare a casa tanti lavoratori”.
Le altre cooperative partecipanti sono Agorà, Progest, La Salute e Consorzio Toscano: “L’idea del Comune è di scegliere quella che costerà di meno – tuonano i manifestanti – e cioè, in sostanza, di svenderci. La conseguenza è che le rette aumenteranno, ci sarà meno personale e tutta la gestione ne risentirà”. E, in effetti, nessuna categoria di dipendenti all’interno delle strutture può sentirsi davvero al riparo: “Rischiano gli infermieri, gli educatori professionali, gli addetti ai servizi di pulizia e cucina – osserva Casciani – rischiano tutti”. Il problema di fondo, rivelano i sindacati, è che l’appalto è stato previsto per una durata triennale, al costo di 4 milioni di euro l’anno: “Ma secondo i nostri calcoli – continuano i sindacalisti – che sono molto dettagliati e che abbiamo proposto al Sindaco, le due strutture interessate non possono produrre più di 3 milioni e 600 mila euro all’anno da dare al concessionario, Lucca Holding. Questo significa che restano fuori 400mila euro ed il Comune lo sa: loro i soldi li vogliono lo stesso però”.
Poi i sindacalisti vengono ricevuti direttamente dal sindaco Alessandro Tambellini e dall’assessore Ilaria Vietina e, quando escono, i volti sono soddisfatti: “L’incontro è stato positivo – rivelano – perché il sindaco non ha detto no a prescindere alle nostre proposte e, anzi, le farà presenti in giunta. Stiamo riuscendo a far valere le nostre ragioni perché abbiamo impostato una discussione che non è solo politica, portando dati tangibili e proposte alternative concrete. La vicenda si evolverà rapidamente adesso”.
La posizione di Palazzo Orsetti è riassunta nelle parole del Sindaco: “Non era possibile andare avanti ulteriormente in regime di proroga – ha detto Tambellini – e in una situazione di ristrettezza qual è quella attuale per i bilanci degli enti locali ci siamo trovati di fronte alla necessità di una scelta politica fra chiudere una delle tre residenze per anziani, tagliando di fatto oltre 40 posti utili, oppure lasciare aperte tutte e tre le Rsa adeguando i livelli dei servizi offerti, che saranno poi livelli positivi, in tutto simili a quelli delle altre case per anziani, da quelle gestite dalla Asl a quelle dei Comuni vicini”. Il sindaco ha inoltre fatto riferimento al fatto che, come già manifestato alle organizzazioni sindacali nel corso dell’ultimo incontro in Prefettura, l’amministrazione intende destinare risorse aggiuntive agli anziani che non si avvalgono della soluzione della residenzialità e che necessitano tuttavia di servizi e di attività pensate appositamente per loro. “Lavorando nell’ambito della riorganizzazione delle spese del settore sociale e del bilancio più in generale – ha detto a questo proposito il sindaco –, ritengo si possano andare a recuperare risorse per circa 300mila euro da destinare a ulteriori interventi a favore della popolazione anziana del territorio”.
I lavoratori ci sperano e, nel frattempo, sono chiamati a partecipare ad un nuovo incontro oggi pomeriggio (alle 17) alla Pia Casa di Lucca. “Le cose devono cambiare – affermano ancora i manifestanti – perché con questo bando oltre a pagare la retta dobbiamo sobbarcarci anche le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria. Così queste strutture pubbliche diventano come private e se un paziente non ha più i soldi per pagare il Comune lo scarica. La passata amministrazione ha investito molto sulle case di riposo e sull’assistenza: Lucca è la città del volontariato, del resto”. Non solo: i dipendenti di Kcs dicono di essere stati rassicurati, a parole, circa l’opportunità di un loro nuovo impiego in altri settori, ma non hanno mai visto alcun documento scritto in merito. “Grazie alla mediazione della Prefettura – osservano i sindacati – abbiamo stipulato un protocollo per inserire una clausola sociale di salvaguardia occupazionale nel capitolato di gara dove si prevedeva la fornitura di tutte le informazioni necessarie a preservare i livelli di occupazione. Purtroppo la firma del documento è stata disattesa dal Comune e oggi i lavoratori, dai 40 ai 60 anni, temono seriamente per il loro lavoro. Per questo chiediamo con forza la sospensione della gara”.
Anche sotto questo ultimo profilo arriva la replica di Tambellini: “L’amministrazione ha necessità di andare avanti con le gare, ma siamo disponibili – ha detto – a rivederci con voi nel giro di pochi giorni per poterci confrontare. L’obbiettivo nostro è quello di continuare a dare un buon servizio per gli anziani e le famiglie, cercando di produrre meno restrizioni possibile sia per gli utenti che per quanti vi lavorano”.
Paolo Lazzari
FOTO – Il presidio dei lavoratori delle Rsa sotto il Comune