Giudice del lavoro: ai precari spettano gli arretrati

12 febbraio 2016 | 19:45
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Giudice del lavoro: ai precari spettano gli arretrati

Il giudice del lavoro di Lucca ha accolto, con sentena numero 3 del 12 gennaio 2016, il ricorso di 11 docenti precari patrocinato dall’avvocato Marco Guercio dei Cobas scuola, sancendo il diritto al riconoscimento degli effetti giuridici e degli scatti di anzianità maturati dal 23 dicembre 2005. Ad annunciarlo è Giuliano Bonuccelli, dell’esecutivo provinciale di Cobas Scuola.

“I ricorrenti – scrivono i Cobas – hnno diritto a percepire gli arretrati calcolati sulla base delle differenze retributive spettanti più gli interessi legali e l’eventuale maggiore importo dovuto alla rivalutazione monetaria. In particolare, la dottoressa Susanna Messina ha evidenziato come il il decreto legislativo 297/94, che esclude il personale non di ruolo dall’attribuzione degli scatti di anzianità, violi il principio di parità di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e a tempo indeterminato previsto dall’accordo quadro allegato alla direttiva europea 1999/70, non ravvisando la presenza di “elementi precisi e concreti” che giustifichino in modo oggettivo tale disparità di trattamento. In linea con il principio della gerarchia delle fonti del diritto, il giudice del lavoro ha disapplicato la fonte nazionale e applicato la fonte europea”.
“Va rilevato – concludono i Cobas – come ancora una volta sia stato necessario adire la giustizia ordinaria perché fosse riconosciuto un diritto palesemente violato dalla legislazione nazionale: lo Stato fa cassa sulla pelle dei precari risparmiando non solo perché non paga loro lo stipendio estivo, ma anche perché li paga sempre con lo stipendio iniziale anche dopo decenni di servizio. In questo modo si comporta peggio anche del padronato privato che, quando ricorre al lavoro precario regolare, deve comunque rispettare i contratti collettivi nazionali di lavoro. Purtroppo, come è noto, le sentenze valgono solo per i ricorrenti fino a quando lo Stato mantiene in vigore l’assurda discriminazione prevista dal decreto legislativo 297/94 , che tra altro viola in modo palese anche il principio di uguaglianza previsto dall’articolo 3 della Costituzione. Per cui i precari continueranno a subire tale ingiustizia dalla “Repubblica democratica fondata sul lavoro”, ma i Cobas hanno organizzato altri ricorsi per porre un argine alla discriminazione e invitano i precari docenti e Ata a mobilitarsi per ottenere per via legislativa il riconoscimento dei loro diritti”.