Docenti precari e sindacati protestano sotto la prefettura

Riconoscere i diritti ai docenti precari e operare la loro stabilizzazione come richiede la sentenza della Corte europea del novembre del 2014. I sindacati si mobilitano anche a Lucca, dove ieri hanno organizzato un presidio sotto la prefettura e hanno esposto le loro richieste sia al prefetto Giovanna Cagliostro che al senatore del Pd, Andrea Marcucci, perché portino la loro voce al ministero dell’istruzione. L’iniziativa è stata organizzata da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams. Una mobilitazione – spiegano i sindacati – “nata per la totale assenza di confronto tra il Ministero e le organizzazioni sindacali su un tema, l’annunciato bando del concorso, che non può essere affrontato ignorando la realtà di un precariato al quale la legge 107 non ha dato le risposte che il Governo aveva assunto come suo preciso impegno”.
“Un precariato fatto di docenti in servizio da anni, che hanno conseguito una costosa abilitazione, conciliando a fatica il lavoro a scuola con le esigenze personali e familiari, spesso costretti a trasferirsi in altra regione pur di avere un contratto a tempo determinato – rincarano -; di docenti della scuola dell’infanzia, vincitrici di concorso e/o inserite in Gae, ingiustamente estromesse dal piano nazionale di assunzioni col pretesto di dovere attendere l’attuazione del percorso 0-6, smentito dalla legge di stabilità; di docenti cui è stata preclusa dal Miur la possibilità di conseguire abilitazioni per Tfa non attivati”.
“La sentenza della Corte europea del novembre 2014 – spiegano ancora le sigle – ha ribadito il diritto alla stabilizzazione dei lavoratori assunti a tempo determinato per più di tre anni, ma nonostante ciò si lascia ad essi come unica opportunità quella di partecipare a un concorso in cui peraltro non viene adeguatamente riconosciuto il valore del servizio svolto. Paradossale poi è il divieto, previsto per il futuro, di assegnare supplenze ai precari con esperienza maggiore di tre anni, con una interpretazione che, invece di stabilizzare, addirittura va contro allo spirito stesso della legge, butta via un patrimonio professionale acquisito dall’esperienza e danneggia così anche l’utenza della scuola. Il concorso resta in linea di principio lo strumento da utilizzare per l’accesso al lavoro pubblico, garantendo ai concorrenti trasparenza ed equità; ma quello annunciato rischia di rivelarsi inopportuno per i modi e tempi con cui viene gestito, in un contesto di criticità non risolte, di impegni disattesi, di obiettivi mancati, di diritti negati: una situazione che rende facilmente prevedibile e inevitabile il moltiplicarsi di occasioni di contenzioso”.
E’ per questi motivi che Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams chiedono l’immediata apertura di un tavolo di confronto in cui discutere di come le procedure di reclutamento possano tenere debitamente conto dell’esigenza di valorizzare la professionalità di quanti, per anni, hanno consentito di far fronte alle ordinarie esigenze di funzionamento del sistema scolastico. “Ciò – spiegano – può avvenire sia intervenendo sulle modalità di svolgimento delle prove concorsuali (facoltatività di alcune di esse a determinate condizioni, giusto bilanciamento nella valutazione dei titoli, ecc.), sia su un’articolazione dei piani di assunzioni volta ad agevolare la stabilizzazione delle residue aree di precariato ricorrente”.
I sindacati, Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, con molti lavoratori della scuola, erano presenti anche a Lucca, nonostante la pioggia, con un presidio davanti la Prefettura in Piazza Napoleone, per chiedere al Ministero dell’Istruzione, l’apertura di un tavolo di confronto che tenga conto dei diritti acquisiti dai precari coinvolti dal concorso. A Lucca, in particolare, una delegazione ristretta composta da una decina di rappresentanti sindacali e non del mondo della scuola, ha incontrato e presentato le proprie istanze, affinché possano essere trasferite al Governo, prima al prefetto di Lucca, e successivamente al presidente della VII commissione parlamentare istruzione e beni culturali, Andrea Marcucci, i quali hanno “ascoltato e preso nota delle richieste da trasmettere nelle opportune sedi – spiegano i sindacati -, in modo di cercare di avviare quel confronto di partecipazione democratica che sino ad oggi è mancato”.