Gesam Energia, Magnani attacca. Comune querela

19 febbraio 2016 | 10:22
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Gesam Energia, Magnani attacca. Comune querela
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Gesam Energia, Magnani attacca. Comune querela
Gesam Energia, Magnani attacca. Comune querela
Gesam Energia, Magnani attacca. Comune querela

Una storia che sicuramente suona come una bomba a orologeria fatta deflagrare proprio mentre si avvicina la cosiddetta ‘scissione asimmetrica’, ovvero la divisione in due tronconi della galassia Gesam: da una parte le reti, forse la parte più renumerativa per eventuali investitori, dall’altro i servizi, tra cui Gesam Energia.  

A far scoppiare il caso politico, e forse anche giudiziario, è stato Giovanni Magnani, il presidente della società Gesam Energia, molto probabilmente ormai dimissionario. Una lettura assolutamente non condivisa dal Comune che, a distanza di poche ore, replica annunciando una querela e vari atti da inviare alla procura della repubblica. Un botta e risposta quindi tra il presidente Magnani e l’amministrazione comunale e il presidente di Gesam Energia.
Ma andiamo con ordine.

L’accusa: “Il Comune non paga i conti”
Gesam Energia è la società che ha come mission aziendale, fin dalla sua nascita, di erogare i servizi di riscaldamento e illuminazione pubblica al Comune di Lucca. Quello di Magnani, a margine di una conferenza stampa in cui si snocciolano i dati degl ultimi anni di attività, è un ragionamento articolato e complesso che si dipana da una considerazione iniziale: “Il Comune dal 2011 – dice Magnani – non paga i conti dell’illuminazione pubblica e del riscaldamento pubblico, in cui bisogna computare i servizi per gli immobili comunali, la pubblica illuminazione della città e delle strade, le scuole e tutto quello che noi, come previsto dal contratto Sinergo, abbiamo fatturato al municipio. Una situazione che ha portato ad una serie di passività per quasi 11 milioni di euro che il Comune deve alla società e che non ha mai pagato. Debiti previsti dal contratto di servizioche  lega in modo estremamente articolato e complesso il Comune a Gesam Energia”.

L’affondo di Magnani: “Società svalutata in vista della scissione”
Questo è il primo passaggio raccontato da Magnani. Poi c’è da tenere conto di quello che sta succedendo riguardo alla scissione asimmetrica di Gesam Gas e la paventata divisione in due della società: quella che curerà le reti e quella che continuerà a gestire i servizi, da quelli cimiteriali a quelli, appunto, dell’illuminazione e del riscaldamento pubblico. Proprio in questo contesto, infatti, si va ad inserire l’altro passaggio spinoso del ragionamento di Magnani: la stima fatta di Gesam Spa per conto di Lucca Holding della società Gesam Energia. “A settembre scorso una società, la Utility Team, ha stilato una valutazione della società Gesam Energia. Come abbiano fatto – ironizza Magnani – non è chiaro visto che a loro sono stati forniti solo i bilanci degli ultimi anni, dove non compaiono i crediti che vantiamo presso il Comune di Lucca. Alla fine, a settembre scorso, dopo la valutazione è stato assegnato un valore che è fissato in 529mila euro. Valore fortemente sottostimato, se si pensa che una volta pagati i debiti da parte del Comune la società avrebbe un utile per il 2015 di circa 4 milioni e mezzo”. Perché una sottostima della società? A rispondere è sempre Magnani che dice: “Nel passaggio della scissione asimmetrica le società Lucca Holding e Toscana Energia dovranno aggiustare i conti per avere dei pacchetti equivalenti attraverso uno scambio azionario. Se una parte del patrimonio viene svalutata in questo modo si creeranno le condizioni perché il Comune di Lucca non abbia più la maggioranza o comunque si vedrà diminuire il valore del pacchetto della parte pubblica oggi fissato in Gesam Spa intorno al 60 per cento”. Insomma un’operazione, secondo Magnani, speculativa dove volutamente nella stima della società non si sarebbe tenuto conto dei crediti della società e ci si sarebbe fermati all’analisi dei soli bilanci, in cui del resto però, come spiegato dalla stesso presidente, non sono presenti fino al 2015 i crediti che Gesam Energia dovrebbe riscuotere dal Comune e valutati appunto intorno agli 11 milioni di euro.
“Debiti che creano della anomalie anche se si va ad analizzare i bilanci degli ultimi cinque anni – continua Magnani – perché si passa da utili sotto il mezzo milione di euro per arrivare poi a quelli del 2015, dove improvvisamente si parla di 4 milioni e mezzo. L’anomalia è dovuta al fatto che da quando sono diventato presidente e consigliere delegato di questo società, su indicazione dei vertici di Lucca Holding, i debiti del Comune, che è anche socio di maggioranza, quindi di Gesam Energia, non sono stati inseriti nel bilancio e sono stati messi solo in una relazione aggiuntiva allegata al bilancio. Questo ha creato la situazione che vediamo oggi. Quando nel 2013 arrivai qui, vista la situazione debitoria dell’ente verso di noi, chiesi alla segreteria comunale per ben quattro volte un incontro e alla fine non sono mai stato ricevuto. Poi negli anni mi son relazionato con gli assessori e i dirigenti del settore bilancio e lavori pubblici, ma senza riuscire mai a far saldare al Comune questi debiti”. “Non solo – spiega Magnani – siamo arrivati al paradosso che Gesam Energia ha dovuto accendere dei mutui oggi stimati in circa 5 milioni di euro con le banche per fare fronte alle spese sostenute e per fare gli investimenti pubblici e pagare le forniture di energia elettrica e gas utilizzate dal Comune. La situazione è diventata talmente paradossale che ad un certo punto ho cercato di reperire le materie prime sul mercato ad un prezzo minore, e Gesam Gas e Luce si è offerta di darci le forniture, ma poi quando non siamo stati più in grado di pagare perché non avevamo ritorno dal Comune la stessa Gesam Gas e Luce ci ha messo in mora.”

Il presidente: “Non firmo il bilancio e mi dimetto”
Ma le dichiarazioni di Magnani non finiscono qui: “A questo punto – dice – credo che presto lascerò il mio incarico e probabilmente non firmerò il bilancio del 2015 di questa società”. Tra le righe infatti sono emersi vari rumours dove si parla del fatto che Magnani avrebbe ricevuto delle pressioni politiche per lasciare il suo incarico di presidente e consigliere delegato quanto prima, a seguito anche di un’altra vicenda che si inserisce sempre in questo contesto e accennata dallo stesso Magnani. Ovvero, una lite furibonda con un esponente apicale degli uffici amministrativi di Gesam spa, società che recentemente ha dismesso il contratto di servizio per la gestione amministrativa di Gesam Energia, da cui sarebbe scaturita anche una querela a carico di Magnani. Insomma una serie di elementi che andrebbero a delineare contorni poco chiari in primo luogo intorno a Gesam Energia, con situazioni paradossali come il fatto che per anni i crediti sono rimasti fuori dai bilanci societari e dall’altra situazioni dove si ipotizza la sottovalutazione dell’azienda, che potrebbero incidere pesantemente sui futuri assetti societari alla luce della annunciata scissione asimmetrica di Gesam Spa.

La replica del Comune: “Affermazioni da querela”
Non si fa attendere, a stretto giro di posta, la risposta del Comune, che convoca una conferenza stampa urgente a Palazzo Orsetti nel primo pomeriggio dopo le dichiarazioni pesantissime di Magnani. Il sindaco Alessandro Tambellini, l’assessore alle partecipate Giovanni Lemucchi e il presidente di Gesam Spa, Ugo Fava annunciano querela nei confronti di Magnani. “Le sue dimissioni, peraltro – dice Tambellini – erano già fissate per il prossimo martedì (23 febbraio, ndr), giorno in cui è fissato il cda di Gesam”.
Poi Tambellini e Fava in particolae, tratteggiano vari retroscena della gestione Magnani della società, facendo emergere il quadro di un presidente “fuori controllo” resosi responsabile, a loro dire, di episodi singolari e di cui il Comune e Gesam spa stanno per informare la procura della repubblica. Atti che vanno dall’acquisto non autorizzato e senaa passare da un gara d’appalto, ma da tratttativa privata, di un pirogassificatore per oltre un 1,5 milioni di euro da parte di Mangani a nome di Gesam Energia, a un’aggressione fisica ai danni di un dipendente Gesam che dopo aver preso uno schiaffo in pieno volto, sferrato, secondo il racconto di Fava, dallo stesso Magnani, è stato costretto a ricorrere alla cure mediche e a sporgere querela di parte ai carabinieri, circostanziadola con le testimonianze dei colleghi.

“I debiti del Comune a Gesam Energia? Non esistono”
“Non sappiamo perché Magnani parla di 11 milioni di euro di debiti del Comune verso Gesame Energia – aggiungono – a noi risulta solo di aver contestato una fattura da 2 milioni e 750mile euro (più iva ndr) e sulla quale abbiamo chiesto degli accertamenti perché i conti a nostro parere non tornano. Anzi in questa fase avremmo anche chiesto di verificare i dati per ben tre volte come emerge dalla corrispondeza tra gli uffici del comune e Magnani, che, però, non ha mai risposto anche in merito alla revisione del contratto Sinergo. Sulla questione poi di una svalutazione ad hoc del valore di Gesam Energia in previsione della cosiddetta scissione asimmetrica, sono state dette cose gravi, si è parlato di atti illeciti nei bilanci da dove sarebbero spariti gli utili, tutte cose di cui dovremmo, insieme alla vicenda dell’acquisto del pirogassificatore, informare la procura della repubblica, perché si ipotizzano in entrambi i casi atti gravi”. Poi Tambellini spiega anche la questione dei possibili vantaggi che sarebbero scaturiti da una svalutazione di Gesam energia sottolineado: “Se le cose stessero come dice Magnani in realtà a trarne vantaggio da una svalutazione della società sarebbe stato proprio il Comune e quindi la parte pubbllica, fermo restando che al momento non è scritto da nessuna parte che si faccia questa fusione asimmetrica e non c’è niente che ci obblighi a farla”.

L’acquisto del pirogassificatore contro la volontà di Gesam e del Comune
Insomma dalle parole di Tambellini che lo volle alla guida di Toscana Energia e dai racconti di Ugo Fava emerge l’immagine di Magnani come di una persona da mesi ormai fuori controllo. “In via informale – aggiunge Fava – avevamo già chiesto le sie dimissioni e si era rifiutato di darle, fino a costringerci a convocare un’assemblea dei soci per togliergli il mandato nonostante mancassero poche settimane alla naturale fine fissata per i primi di marzo. Addirittura quando sono venuto a conoscenza dell’acquisto del pirogassificatore alla fine di novembre io stesso aveva telefonato a Magnani rappresentandogli tutto il mio disappunto, visto che lo stesso cda aveva già dato parere negativo e, cosa ancora più grave, Magnani aveva proceduto ad un acquisto così importante senza fare una gara nonostante il Comune su questo fosse stato categorico: qualunque acquisto si fa per gara pubblica anche per piccole cifre, figuriamoci per 1,5 milioni di euro per un impianto che peraltro ha necessità di una serie di approvazioni ambientali. Non solo, Magnani voleva collocarlo in un altro territorio comunale, a Pescaglia, una struttura che brucia materiali combustibili per produrre energia”. “In quell’occasione – continua Fava – gli dissi subito di cercare di rescindere il contratto, cosa che non ha fatto e che ora stiamo facendo noi con il rischio di dover pagare una penale che può arrivare a 80mila euro”.  Poi tra i vari motivi per cui Magnani era già stato censurato a metà 2015 c’è anche l’assunzione di un dipendente non autorizzata: “Anche qui a Magnani era stato detto dal socio di maggioranza, ovvero il Comune, che non si poteva procedere a nuove assunzioni, anche perché stava cambiando il regolamento che governa i rapporti tra Comune, Lucca Holding e aziende partecipate, ma Magnani procedette ugualmente ad assumere una persona il cui contratto poi non si è potuto ratificare”.

La prudenza prima del “botto”
Un ultimo aspetto lo mette in luce l’assessore Lemucchi, ovvero il fatto che Magnani fosse già stato richiamato dal presidente di Lucca Holding per non avere ottemperato ai principi di trasparenza, come ad esempio rendere pubblico attraverso il sito internet di Gesam Energia la composizione del cda. Insomma tutto, dopo la replica del Comune, farebbe pensare ad una persona che ad un certo ha deciso di non rispondere più agli obblighi che derivavano dalla carica, ma che allo stesso tempo nessuno è stato in grado di arginare con un intervento deciso, né da parte del Comune, né da parte di Lucca Holding, né tanto meno da parte di Gesam Spa. Proprio su questo Fava ha parlato di una scelta di procedere in modo morbido, senza creare situazioni traumatiche, a cui poi è subentrata una fase di controllo di Magnani da parte della società in una logica prudenziale e infine il tentativo di farlo dimettere volontariamente, proprio per evitare scossoni all’azienda. Visto che la logica preminente doveva essere quella della tutela dell’immagine di Gesam Energia. Un risultato che, alla luce di quanto accaduto oggi, non è stato raggiunto.

Gabriele Mori