Mense, la commissione: “Momento educativo importante”

Ha affrontato il tema della ristorazione scolastica nella giornata di ieri (18 febbraio) la commissione congiunta scuola e partecipazione del consiglio comunale. Ed ha affrontato il tema della possibilità di portare il pasto da casa senza usufruire del servizio mensa: “Già nel 2013 – dicono i presidenti di commissione Enrica Picchi e Renato Bonturi e il capogruppo Pd, Francesco Battistini – la commissione istruzione e quella partecipazione hanno deciso di introdurre nel regolamento per il servizio di refezione la possibilità di non avvalersi del servizio mensa per motivi economici o per particolari esigenze familiari. Oggi qualcuno chiede di elevare a norma ciò che era considerato da attuarsi in casi eccezionali, consentendo a chi ne abbia voglia, pur in assenza di motivazioni particolari, di consumare il cibo portato da casa, senza rispettare la tabella dietetica stabilita dagli stessi rappresentanti dei genitori assieme ad una dietista”.
“A noi – dicono i rappresentanti della maggioranza, anche in risposta a una proposta di delibera presentata dal consigliere di Forza Italia – Alternativa Civica, Marco Martinelli – questa proposta appare come un’inversione di tendenza rispetto alle conquiste del servizio pubblico che persegue lo scopo prioritario di offrire a tutti i bambini e le bambine le medesime opportunità, sollevando le famiglie dal dover provvedere quotidianamente alla preparazione o all’acquisto di cibo. Molti consiglieri e consigliere hanno potuto visitare il Centro cpttura e ne hanno valutato la buona qualità del cibo preparato. I commissari sono stati concordi nel sottolineare la valenza educativa del momento del pasto, tutti insieme anche di classi diverse, proprio per quelle fasce di età che comprendono i bambini dai 3 ai 13 anni”.
“Stare insieme al momento del pranzo – dicono ancora i consiglieri – per imparare buone abitudini alimentari e per sperimentare la gioia della condivisione scoprendo anche cibi nuovi che si rifanno alle tradizioni locali, è questa un’esperienza educativa che è stata lungamente ricercata dalle scienze psicologiche e dell’educazione. La promozione della salute inizia proprio nell’infanzia, per questo è di fondamentale importanza sostenere i servizi che la possano attuare e garantire. L’introduzione di cibo portato da casa non infrange alcuna normativa ma pone problematiche organizzative che, attualmente, né il Comune né lo sStato sono in grado di soddisfare. Vale la pena ricordare che l’amministrazione Tambellini, al momento del suo insediamento, poteva contare su 4 scuole a norma per lo spazio mensa e che, attualmente e in soli tre anni, grazie a uno sforzo senza precedenti, ben 52 sale mensa su 54 hanno raggiunto questo obiettivo. Sono i fatti a dimostrare la volontà e l’impegno profusi dagli attuali amministratori e amministratrici nel voler sostenere la scuola, convinti che non siano mai troppe le attenzioni e le cure che meritano i bambini e le bambine perché possano diventare cittadini e cittadine rispettosi delle regole della vita sociale”.