Scuole d’eccellenza, Imt ‘cerca’ partner

26 febbraio 2016 | 12:57
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Scuole d’eccellenza, Imt ‘cerca’ partner

La centralità e il valore delle scuole di eccellenza per l’alta formazione in Italia, la necessità di una maggiore flessibilità nell’impostazione dei percorsi formativi (sul modello degli atenei esteri), un nuovo approccio al dottorato come occasione di preparazione anche per le carriere non strettamente accademiche. Questi alcuni dei temi dibattuti ieri (25 febbraio) a Lucca nell’ambito del convegno nazionale dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario (Anvur), organizzato dalla Scuola Imt Alti Studi Lucca nella Cappella Guinigi.

Al tavolo dei relatori sedevano Marco Paggi (docente di Imt con delega alla ricerca e al trasferimento tecnologico), Vincenzo Tedesco (direttore amministrativo di Imt), Paolo Miccoli (Università di Pisa, componente del consiglio direttivo Anvur), Raffaella Rumiati (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, a sua volta componente del consiglio direttivo Anvur) e Pierpaolo Degano (Università di Pisa). Introdotti dal direttore della scuola Imt, Pietro Pietrini, i relatori hanno analizzato il sistema della valutazione della ricerca e del dottorato in Italia e hanno discusso il ruolo importante che la scuole di Alti Studi ricoprono nella formazione post-laurea, con un particolare apprezzamento per la capacità attrattiva di Imt e per il modello di campus di formazione superiore. E proprio la Scuola di alta formazione lucchese ospiterà nei prossimi mesi la presentazione ufficiale del nuovo regolamento sulla valutazione che è in fase di ultimazione da parte di Anvur.
Nel suo intervento, Pietrini ha sottolineato come la formazione post universitaria debba divenire anche in Italia un’occasione di crescita aperta e percorribile anche per quei giovani che non intendono proseguire la carriera nel mondo accademico, quindi in dialogo con il mondo del lavoro e del management. “Guardando al futuro – ha concluso Pietrini – mi auguro che presto sia possibile collaborare con le altre scuole di eccellenza presenti nel nostro Paese, due delle quali (Scuola Sant’Anna e Normale) molto vicine anche fisicamente, per dare vita ad un progetto coordinato di sviluppo della ricerca e della formazione di eccellenza”.